14 ore di consiglio comunale: un’aula semi deserta dice sì a Tari e Tasi

Una giornata campale. Iniziata alle 10 con la convocazione in aula per Tasi e Tari e andata avanti a oltranza, in un clima surreale, in un’aula praticamente semi deserta, come purtroppo sempre accade quando in ballo ci sono atti che scottano. Prima è toccato alla Tari, la tassa rifiuti che costerà ai messinesi 45,3 milioni di euro. Una cifra da capogiro per una città che annaspa sotto il peso della spazzatura, che fa i conti con un servizio sempre in difficoltà, una cifra che fatto tremare anche l’aula che alla fine non ha potuto fare altro che approvarla. Un voto sul filo del rasoio, scranni miseramente vuoti, in troppi hanno scelto di non esserci e di lasciare ai soliti noti il peso di un voto sicuramente impopolare ma praticamente obbligato. Non votare la Tari oggi, nell’ultimo giorno utile, avrebbe significato creare un buco di 45 milioni di euro. Quindi dissesto immediato del Comune. E quindi quei pochi “coraggiosi” rimasti in aula ore e ore alla fine si sono assunti la solita responsabilità e hanno chiuso il cerchio sulla Tari. Questo perchè come al solito si è arrivati all'ultimo momento, con una delibera modificata dalla giunta solo ieri sera e con una serie di nodi da sciogliere oggi stesso.

Al momento del voto i presenti in aula erano 17. In 10 hanno scelto di approvare la costosissima tassa rifiuti che è passata con il dei Dr Carlo Abbate, Rita La Paglia ed Elvira Amata, di Carlo Cantali e Claudio Cardile del gruppo Felice per Messina e del consigliere dei Progressisti democratici Francesco Pagano, di Pippo Trischitta e Giovanna Crifò per Forza Italia, di Ivana Risitano e Lucy Fenech del gruppo Cambiamo Messina dal Basso. Hanno scelto la strada del no Piero Adamo di SiAmo Messina, Daniela Faranda e Nicola Crisafi per il Nuovo Centrodestra, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo del gruppo misto e Daniele Zuccarello.

Un voto che regala l’immagine di un centrodestra spaccato, di un Pd praticamente inesistente in aula, di tanti assenti, ma soprattutto di un Udc che ha scelto di non essere in aula. Un’assenza che ha pesato forse più di altre perché l’Udc fino ad oggi era stato il gruppo che non aveva mai fatto mancare il suo contributo nei momenti importanti. Per due anni il partito di D'Alia ha giocato un ruolo fondamentale negli equilibri d’aula, oggi ha deciso di lasciare i banchi vuoti in segno di dissenso nei confronti dell’amministrazione che continua a tenere in giunta l’assessore Daniele Ialacqua. L’Udc aveva chiesto le dimissioni dell’assessore, dimissioni che durante la seduta sono state ribadite da più parti, ma che per l’Udc erano politicamente necessarie per andare avanti anche sulla Tari. Alla fine però, sul filo del rasoio, la Tari ce l’ha fatta con un numero risicatissimo. Un’aula fantasma, come l’ha definita Gino Sturniolo dopo il voto, arrivato alle 18.34 dopo una seduta infinita che poi è proseguita con la Tasi, visto che oggi scade anche il termine per approvare la tassa sui servizi indivisibili.

I LAVORI D'AULA

La giornata di Tari e Tasi è iniziata con una lunghissima attesa per l’intera mattinata per aspettare il parere dei Revisori dei Conti sull’emendamento presentato in extremis dalla giunta Accorinti per la Tari bis, quella che fa schizzare il costo dei rifiuti messinesi oltre i 45 milioni di euro. Il ritorno in aula posticipato alle 13, la seduta iniziata alle 14 passate, la protesta del comitato Arcigay che si è presentato a Palazzo Zanca con striscioni e palloncini per dire un fortissimo no alle dichiarazioni del consigliere Nicola Cucinotta, per far sentire la loro presenza dopo il polverone che si è alzato sulle parole del consigliere Pd che su Facebook ha scritto che preferisce essere definito omofobo piuttosto che sodomita. Qualche momento di tensione per gli striscioni esposti, la presa di posizione di alcuni consiglieri comunali pronti ad abbandonare i lavori, poi il dialogo tra la presidente Emilia Barrile e il presidente Rosario Duca, la sottoscrizione del documento portato dal comitato e l’impegno del consiglio a portare in aula al più presto il registro delle unioni civili (vedi articolo a parte). Poi un nuovo via ai lavori, quasi subito l’ennesima sospensione, intoppi, dubbi, interpretazioni da chiarire e una scadenza da rispettare ad ogni costo. In una giornata intera il dibattito in aula si è concretizzato in poco più di un’ora di vera discussione. In pratica qualche intervento tra una pausa e l’altra per capire gli emendamenti, avere tutti i pareri, fare qualche telefonata per raggiungere quantomeno il numero legale necessario per non mandare tutto in fumo.

Il vicesindaco e assessore al Bilancio Guido Signorino ha usato il tempo a disposizione del suo intervento per spiegare perché questa Tari è schizzata a oltre 45 milioni di euro, parlando di quei sovraccosti per il trasporto in discarica fuori orario e soprattutto della decisione di inserire i costi extra di Messinambiente, quelle somme reclamate nel tempo da Alessio Ciacci e Giovanni Calabrò e finalmente riconosciute dall’amministrazione. Signorino ha però provato a rassicurare i cittadini spiegando che l’incremento non sarà avvertito in modo dirompente dai contribuenti perché in questo anno è aumentata la platea grazie ad un’azione di contrasto dell’evasione. Quando arriveranno i bollettini però vedremo se i cittadini saranno d’accordo. Il vicesindaco però non perde le speranze: “L’obiettivo dell’amministrazione resta quello di procedere verso la riduzione dei costi che sarà strettamente collegata alla modifica strutturale della gestione del servizio che passa per l’incremento della raccolta differenziata e l’attivazione degli impianti attualmente esistenti”.

GLI INTERVENTI

Gli interventi dei consiglieri si sono mossi tra le proposte e le proteste. Carlo Abbate ha messo sul piatto tre richieste per migliorare i servizi alla città: “La città vuole sapere quanto dovrà pagare a fronte di un servizio assolutamente inqualificabile quindi chiedo con fermezza che l’amministrazione produca uno sforzo per migliorare l’igiene della città; la seconda richiesta è che l’amministrazione si prodighi per trovare all’interno del bilancio di Messinambiente tutte quelle sacche di sperperi, di spese superflue, di tutto quello che può andare nella direzione del contenimento della spesa; la terza richiesta è implementare il dipartimento tributi per combattere l’evasione”. Per Pippo De Leo, che poi ha lasciato l’aula insieme alla collega Scuderi, con questa Tari l’amministrazione dovrebbe prendere atto del fallimento del settore rifiuti, Claudio Cardile si è invece sentito protagonista di un film paradossale e ha chiesto la testa di Ialacqua, salvo però poi decidere di approvare la Tari, nonostante la bocciatura di un emendamento. “Da mesi diciamo che i conti non tornano e oggi, 30 settembre, siamo costretti ad approvare una delibera che dobbiamo dare per buona. L’assessore Ialacqua va rimosso perché è chiaro che vi è un fallimento totale della gestione rifiuti, abbiamo bisogno di un capro espiatorio, l’assessore Ialacqua deve rassegnare le dimissioni”.

Nina Lo Presti ha pescato alcune parole pronunciate da Signorino nel 2013 che in sede di approvazione Tares dichiarava che “il surplus dei costi rispetto a quanto trasferisce il Comune a Messinambiente dipendeva da una cattiva impostazione nella gestione dei rifiuti” annunciando una riforma del piano industriale che i fatti dimostrano non esserci stato. “Non è cambiato niente, se non nei pronunciamenti fatti dall’assessore Ialacqua che in questi anni ha parlato di risparmi quando siamo andati a Motta, quando ha chiamato Ciacci e Rossi a Messinambiente, quando è stata avviata la differenziata. Oggi quindi come giustifichiamo ai contribuenti questo aggravio di spesa?” ha chiesto la Lo Presti che poi ha duramente contestato la gestione passata del settore rifiuti che oggi consegna un ciclo rifiuti che costa 45 milioni di euro.

Sulla stessa scia Daniele Zuccarello che ha contestato la gestione rifiuti su tutti i livelli: “Non so se la giunta ha guardato questo piano industriale basato su voci e servizi mai eseguiti. Ci sono 200 mila euro per la pulizia delle spiagge ma non credo nessuno le abbia mai pulite. Se poi guardiamo il costo del personale per i determinati servizi escono fuori stipendi stratosferici per dipendente, quindi o i conti sono sbagliati o i dipendenti di Messinambiente guadagnano come minimo 3 mila euro al mese. Questo piano viene realizzato per arrivare alla copertura totale dei costi per servizio, mentre invece per un anno Ialacqua ha annunciato che si stavano riducendo. Ci sono le note del Dipartimento igiene che continua a segnalare le inadempienze di Messinambiente, quindi dove vanno questi soldi? I dipendenti dell’Ato che dovrebbero controllare dove sono? Ci è stato detto nelle villette e allora perché stiamo affidando a ditte esterne la cura delle villette? Avete fatto arrivare il supermanager per farci dire quanto siamo sporchi e cattivi. Poi c’è il caso Cucè per il quale l’amministrazione dovrebbe mettersi una maschera, con Ciacci che lo mette alla porta come un criminale e Calabrò, che pare sia cugino di Cucè, che lo riassume immediatamente. Non avete detto la verità ai cittadini, questo è l’unico dato che abbiamo oggi. Oltre gli annunci non c’è nulla e lo dimostra oggi la Tari che è basata su un servizio inesistente. Ialacqua ha complicato la vita di questa amministrazione, ha buttato al vento una vita di impegno, ha fallito e dovrebbe dimettersi”.

Scatenato Carlo Cantali che ha tirato fuori la voce contro la collega Lo Presti che aveva messo in luce le responsabilità delle passate amministrazioni, ricordando che la città ha subìto cinque anni di commissariamento negli ultimi dieci.

Alla fine Daniela Faranda, che ha focalizzato il suo intervento sul solito ritardo con cui l’aula è costretta a votare atti fondamentali e con un maxi emendamento che di fatto ha modificato l’intera delibera. La consigliera Ncd ha poi richiamato la relazione di pochi giorni fa del dirigente del dipartimento Ambiente Signorelli, in cui si evinceva che esistono maggiorazioni per una cattiva gestione del servizio che non dovevano essere inseriti nella delibera Tari perché da considerare come disavanzo per fatti connessi alla gestione della società Messinambiente. Ha posto la lente sul 70% del costo del personale della partecipata, sugli indicatori Ispra che dicono che il costo pro capite a Messina supera di 10 euro quello delle altre città siciliane, ha chiesto perché si è dovuti arrivare al 2015 per scoprire che i costi sono così alti e per un servizio pessimo.

Tutti d’accordo sul fallimento del settore rifiuti, tutti però alla fine costretti a votare. Dopo la Tari la discussione è proseguita con la Tasi.

ORE 00.18

Se la Tari sembrava lo scoglio insormontabile, la Tasi si è rivelata ancora più complicata. Ore ed ore di sospensione per far quadrare i conti, nonostante le lancette scorressero inesorabili. Alla fine l’approvazione della Tasi è arrivata a cinque minuti esatti dalla mezzanotte, a cinque minuti dal termine ultimo. Mentre qualche consigliere aspettava paziente in aula, nei corridoi è andata in scena una vera contrattazione tra il vice sindaco Signorino, l’assessore Sergio De Cola e alcuni consiglieri che si erano fatti promotori di una tabella di ripartizione delle somme Tasi diversa da quella proposta dall’amministrazione. Dopo una pausa cena a base di focaccia rigorosamente messinese che sembrava aver messo tutti d'accordo, come la famosa pasta aglio olio e peperoncino del piano di riequilibrio, ci sono state ore di vera e propria trattativa politica, un braccio di ferro che alla fine ha portato all’approvazione della tabella rivisitata dai consiglieri comunali, in testa Elvira Amata, Claudio Cardile, Pippo Trischitta, Francesco Pagano. L’amministrazione ha chiesto soprattutto che non si riducesse troppo la somma prevista per i vigili urbani, altrimenti sarebbero venuti a mancare gli stipendi, e in generale che le divisioni non subissero troppi stravolgimenti per non mettere a rischio la chiusura del consuntivo 2014. I consiglieri hanno scelto di inserire destinazioni precise per determinate opere. Alla fine è passata la rimodulazione proposta dal consiglio. Bocciate le proposte di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo che hanno provato a destinare somme per villa Dante, la piscina Graziella Campagna e il campo Santamaria, alla fine anche la delibera Tasi è stata approvata sul filo del rasoio. 17 i consiglieri presenti in aula, a dire sì sono stati Carlo Abbate, Piero Adamo, Elvira Amata, Claudio Cardile, Simona Contestabile, Nicola Crisafi, Lucy Fenech, Rita La Paglia, Francesco Pagano, Ivana Risitano, Pippo Trischitta. La Tasi ha incassato 5 no: Pippo De Leo, Daniela Faranda, Nina Lo Presti, Gino Sturniolo e Daniele Zuccarello. Un no che Gino Sturniolo ha voluto motivare il suo no e quello della collega Lo Presti esprimendo forte dissenso per quanto accaduto sulla discussione Tasi: "L’aula si è accontentata dei rimasugli e se li è spariti, noi avendo presentato delle proposte fuori sacco sapevamo bene di avere poche possibilità. Abbiamo parlato di una delibera praticamente blindata perché da questa dipende la chiusura del consuntivo e ai cittadini bisognerà spiegare che questo non è altro che un dissesto mascherato, è la dimostrazione del fallimento amministrativo. L’assessore Signorino ci dice che lo fanno tutti gli altri Comuni ma certo questa non può essere una consolazione”.

Ecco come saranno destinati i 9 milioni della Tasi 2015: 600 mila euro contro i 229.307 previsti dall’amministrazione per la manutenzione strade, marciapiedi, piazze, delegata alle circoscrizioni, in proporzione all’estensione territoriale e alla popolazione; cifra quasi uguale per la manutenzione strade di competenza dell’Ente che incassa 675.361,48 contro i 673.725,63 euro dell’amministrazione; restano gli 80 mila euro per le disinfestazioni e i 499.525 eurp per il randagismo; 100 mila euro in meno per la protezione civile che passa da 1.973.482 euro a 1.800.000; addirittura 1 milione in meno per la polizia municipale e la sicurezza pubblica che passa da 4.004.446 euro a 3.032.187 euro; stavolta non è stata toccata la voce servizi sociali che mantiene 1.082.967 euro. New entry il progetto di riqualificazione di piazza Cairoli che ottiene 388.460 euro, la pubblica istruzione e la scerbatura nelle scuole che incassa 60 mila euro, la pubblica illuminazione a cui vanno 777.789 euro, la messa in sicurezza della strada comunale S. Michele-Portella Castanea con 150.000 euro , la realizzazione del progetto di riqualificazione urbana di piazza Semiramide del villaggio Bordonaro con 112.162 euro, 50 mila euro per l’ammodernamento dell’ufficio tributi. Restano i 20 mila euro per le manifestazioni culturali. Entrano 100 mila euro per interventi nel cimitero di La​rderia, proposta che era già la giunta aveva provato a inserire con un emendamento che era stato bocciato inizialmente. Passa da 200 mila a 180 mila il budget destinato al potenziamento del trasporto pubblico.

La lunghissima e interminabile giornata di Palazzo Zanca si è chiusa con l'intervento della consigliera di Cambiamo Messina dal Basso Lucy Fenech che dopo 14 ore è riuscita a fare quell'intervento che aveva chiesto all'inizio di questa folle giornata. Ha parlato di unioni civili, ha voluto manifestare profondo sconcerto per le dichiarazioni del collega Nicola Cucinotta, ha chiesto ufficialmente che il Consiglio metta il registro delle unioni civili in cima alle sue priorità adesso che si è chiuso il capitolo Tari e Tasi. Insomma, domani è un altro giorno. E per l'aula gli impegni non sono certo finiti.

Francesca Stornante