A “guidare” la Vara il “primo messinese” con la maglia di Addiopizzo e la bandiera Viva Maria

Non si era mai visto un sindaco sulla Vara, piuttosto che dietro, né un sindaco che, salito sul ceppo, indossasse la maglietta Addiopizzo Messina o tenesse la bandiera di Viva Maria dando il “via” ad ogni tirata al posto del capo cordata. Non si era mai visto un sindaco che, a fine Processione parlasse dopo l’arcivescovo. La portata simbolica di quanto ha fatto Renato Accorinti oggi pomeriggio è potentissima, è un segnale netto, un messaggio chiarissimo: la Vara è Messina, non appartiene a nessuno ed è all’insegna della legalità.

Ogni gesto fatto oggi dal sindaco, proprio in virtù del suo ruolo, ha avuto un importante significato simbolico e nel contempo concreto.

Per la prima volta si è visto il primo cittadino salire sul ceppo della Vara e guidarla, simbolicamente, appunto perché “primo cittadino”, quindi rappresentante della comunità, tenendo la bandiera che da sempre è stata in mano al capo Vara. Simbolicamente ogni tirata è stata guidata dal sindaco. Ma Accorinti ha fatto di più, ponendo fine alle polemiche dei giorni scorsi e tracciando una linea netta dopo quanto accaduto lo scorso anno, con l’aggressione ai giovani di Addiopizzo da parte di due componenti del Comitato Vara, Celona e Molonia, nei confronti dei quali nei mesi scorsi sono arrivati i provvedimenti giudiziari. Accorinti, sbandierando “Viva Maria” ha indossato proprio la maglietta Addiopizzo Messina, un segnale fortissimo rimasto sotto gli occhi di tutti dall’inizio alla fine della Processione. Non ci sono dubbi, né ombre, né tentennamenti in questo gesto netto. Dal ceppo è sceso solo all’altezza della Prefettura per incontrare il prefetto Stefano Trotta e poi al Duomo, per andare incontro all’arcivescovo e parlare dopo di lui, anche questo mai accaduto.

L’edizione 2013 verrà ricordata sicuramente per questi cambiamenti rispetto al passato. Ma oggi è stato il giorno che ha visto Messina stringersi intorno alla sua Patrona, con la fede e con la speranza di sempre che unisce migliaia di persone, anche chi non crede, ma “avverte” quell’emozione in gola quando la Vara fa la storica “girata” in via I Settembre, al grido Viva Maria.

Altra novità di quest’anno è stata la presenza della nave da crociera e dei turisti che hanno potuto ammirare uno degli spettacoli più belli che la tradizione mariana offre. Il comandante ha anche suonato le sirene in segno di omaggio al passaggio della Vara, facendo quello che in gergo si chiama “inchino” ed i tiratori ed i fedeli hanno risposto al saluto. Ci sono stati anche momenti di paura, al momento della virata, perché tre persone hanno rischiato davvero il peggio, cadendo proprio in mezzo alle corde durante il passaggio più delicato. Ma sono stati gli altri tiratori ad allontanarli dal pericolo, scongiurando un grave incidente ed evitando che venissero travolti dalla machina votiva. Anche all’inizio c’è stato qualche piccolo incidente, ma in entrambi casi è stato scongiurato il peggio grazie anche all’arrivo immediato dei soccorsi. Puntuale ed efficiente la presenza della polizia municipale, sotto l’occhio attento del comandante Calogero Ferlisi che è riuscito ad evitare ogni sorta di intoppo. A migliaia hanno assistito e seguito la Processione, scandendo i ritmi dei tiratori,seguendo col fiato sospeso le fasi più delicate e gridando “Viva Maria” con la stessa speranza di chi, per voto o per fede, traina la Vara ogni anno.

“L’augurio è che Messina possa tornare allo splendore di un tempo” ha detto monsignor D’Arrigo durante la benedizione a metà percorso, mentre il prefetto Stefano Trotta si è detto commosso ed emozionato nel vedere tanta devozione e tanta dedizione “Messina riuscirà a superare questi periodi difficili”.

Presenti anche alcuni assessori della giunta,il Presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, e alcuni consiglieri comunali.

“La Processione è la testimonianza di un miracolo di devozione popolare e di fede semplice e genuina- ha detto l’arcivescovo La Piana nell’accogliere l’arrivo della Vara a Piazza Duomo- E’ da Maria che dobbiamo prendere esempio, perché siamo fatti di terra ma il nostro destino è nel cielo. Oggi purtroppo corriamo il rischio di smarrire il vero senso della vita, smaniosi di possedere sempre più cose. Maria ci ricorda che esiste la dimensione spirituale. Ognuno di noi deve diventare pietra viva della comunità. La Vara sia festa di riscatto, del crederci davvero, attraverso la sintonia tra tutti, per il bene comune. La Vara sia l’orgoglio dei messinesi”.

Sul palco,insieme all’arcivescovo c’era Accorinti, e con lui anche la presidente dell’Aula Emilia Barrile, e a conclusione delle parole di benedizione è stato, con un fuori programma, il sindaco, travolto dall’emozione a salutare la folla: “Io sono stato eletto dal popolo e sono del popolo- ha detto- il mio invito stasera è questo: tirate fuori la parte migliore di voi, solo così si cambia la città. Ciao”.

Perché Renato Accorinti è così e, piaccia o non piaccia,ha parlato direttamente al cuore di chi ha affollato tutto il percorso di Maria, incitando i tiratori, mettendosi a un certo punto anche al timone, gridando “Viva Maria” e restando sempre a piedi scalzi. Quel volantino dello scorso anno “Maria, libera Messina dalla mafia e dal pizzo”, Accorinti ,indossando la maglietta dell’associazione, se l’è scritto addosso. Senza dubbio quel tenere salda in mano, in quanto “primo messinese” e quindi rappresentante di tutti la bandiera e quell’indossare la stessa maglietta di Addiopizzo che lo scorso anno fu “vista” come qualcosa che doveva stare “lontano” dalla festa del popolo, sono stati due gesti che hanno cambiato la Vara. In meglio. E questo vale per chi ha fede e per chi non ne ha. Perché chi ha fede e chi non ne ha, chi è cattolico e chi no, chi è ateo e chi è ebreo, musulmano, buddista, ama allo stesso modo Messina e la sogna migliore, libera da ogni forma di mafia e da ogni forma di violenza, da ogni forma di sofferenza e di povertà,libera dal pizzo e dal bisogno, dalla disoccupazione e dalla corruzione.

Rosaria Brancato