Calcioscommesse. La Procura chiede l’arresto per Di Napoli, il giudice dice no

Serie C, campionato 2015-16, concluso dal Messina al settimo posto. Otto partite finite sotto il mirino della Procura, per presunte combine. Si tratta di Casertana – Messina 4-1, Messina – Martina 3-0, Messina – Paganese 2-2, Messina – Benevento 0-5, Akragas – Messina 3-3, Lecce – Messina 2-0, Messina – Monopoli 3-2 e Catania – Messina 2-1.

Il sostituto procuratore Francesco Massara aveva chiesto l'arresto per l'ex allenatore del Messina, Arturo Di Napoli, considerato al vertice di un'associazione a delinquere per frode in competizioni sportive, e i domiciliari per altre dieci persone, tra i quali il il vicepresidente Pietro Gugliotta, in qualità di organizzatore, e il portiere Alessandro Berardi, come associato.

Ma il giudice per le indagini preliminari, Monica Marino, ha respinto tutte le richieste di arresto. Pur ritenendo plausibili le ricostruzioni, per il giudice non ci sono prove sufficienti per integrare il reato di frode.

La Procura ha fatto appello al Tribunale del Riesame, che si pronuncerà il prossimo 2 luglio.

Oltre a Di Napoli, Gugliotta e Berardi, sono indagati anche altri tre ex calciatori del Messina: il secondo portiere Stefano Addario (subentrato dopo che è stato espulso Berardi in Casertana-Messina), i difensori Daniele Frabotta (protagonista di un autogol grottesco in Casertana-Messina) e Andrea De Vito (espulso in Casertana-Messina), poi l'ex allenatore del Messina e in quella stagione della Paganese, Gianluca Grassadonia, e il difensore della Paganese, Piersilvio Acampora (anche lui autore di un autogol dubbio in Messina-Paganese).

Gli altri indagati sono Eros Nastasi, Ivan Giuseppe Palmisciano, Fabio Russo, Giuseppe Messina, Alessandro Costa, Halim Abdel Khalifeh, Giovanni Panarello, Andrea De Pasquale e Cosimo D'Eboli.