Anna Giordano: “Chi cambia idea viene tacciato di avere specifici interessi”

“Il senatore compra casa (e cambia idea sul Ponte)”. L’articolo di Gian Antonio Stella sul corriere della sera, riferito al senatore Gianpiero D’Alia, sta suscitando diverse reazioni in città. A voler far sentire la sua opinione, è Anna Giordano, del Wwf.

“In questo paese – scrive Anna Giordano – sembrerebbe vietato utilizzare il cervello per studiare un progetto, i suoi benefici (o meno), le sue ricchezze o carenze, tanto da poter – una volta studiato meglio il tutto – anche cambiare idea. E se si cambia idea, si viene tacciati di voltafaccia o peggio, di avere specifici interessi. L’articolo apparso sul Corriere della Sera a firma di Gian Antonio Stella e ripreso da Tempostretto sembrerebbe l’apoteosi di questo divieto non scritto”.

Secondo la responsabile del Wwf, la sorte toccata ai “no ponte”, tocca ora anche chi da un’idea favorevole è passato ad una contraria: “I vari no ponte, di qualunque professione (e non), sono da anni dileggiati, accusati di ideologia spiccia, di sindrome Nimby “non nel mio giardino” nonostante avessero argomenti tecnico – scientifici – economici a supporto del no a quest’opera assolutamente inutile (leggendosi migliaia e migliaia di pagine del progetto), subendo attacchi di ogni genere, strumentali quando non subdoli, senza sosta.

Ora la stessa sorte colpisce chi invece è arrivato ad un no al ponte nel tempo, avendo l’intelligenza di leggersi le carte, di essere critico e di ascoltare chi la pensa diversamente, dati alla mano e alla luce di tutto ciò, passare da un si convinto, ad un no altrettanto convinto. Lo abbiamo sempre detto, un “no ponte” da sempre non diventerà mai un “sì ponte”, ma uno a favore del ponte, se possiede la capacità di verificare e di “assorbire” le informazioni oggettive che vengono dal mondo dell’opposizione per nulla ideologica, può diventare uno strenuo difensore dell’unicità dello Stretto di Messina”.

Anna Giordano ricorda infine che i cantieri non apriranno: “Le tanto vituperate associazioni ambientaliste hanno dimostrato ancora una volta che il progetto definitivo presenta lacune e contraddizioni non in linea con quella che dovrebbe essere la definizione di un siffatto progetto. Il 1 ottobre abbiamo inviato 135 pagine di osservazioni, che seguono le 245 del novembre scorso. Giusto per dirne una, i circa 13 milioni di metri cubi di materiale di scavo complessivi tra Calabria e Sicilia, che erano indicati nel progetto definitivo del 2011, sono diventati, 7 mesi dopo, ben 16 milioni, ovvero 3 milioni di metri cubi in più, senza alcuna modifica delle infrastrutture previste (e senza neanche scriverlo, l’abbiamo scoperto noi, carte e calcolatrice alla mano).

Anche su questo e sulle risposte date dalla società Stretto di Messina, abbiamo scritto a chi di dovere. Ben venga chiunque decida di dire no al ponte con alle spalle un “sì” convinto per anni, consapevole che in questi anni il progetto del ponte ha fermato un’intera città immobilizzandola, svuotandola, drenando risorse pubbliche mentre servirebbero per ben altre opere, non ultima, l’opera più importante di tutte: mettere in sicurezza antisismica e idrogeologica l’intero territorio comunale prima che sia troppo tardi”.