Il giudice respinge il ricorso di Sciacca perché “infondato”. Al Genio Civile resta Santoro

L’ing. Gaetano Sciacca contro la Regione, nella persona del presidente Crocetta, l’assessorato regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, e l’ing. Leonardo Santoro. Praticamente l’ex ing. capo del Genio Civile contro l’attuale e contro la Regione che ha stabilito il cambio al vertice.

Il Tribunale del Lavoro ha respinto il ricorso avanzato da Sciacca, che chiedeva “la riattribuzione dell’incarico di ing. capo del Genio Civile, previo accertamento dell’illegittimità della revoca”.

Secondo Sciacca, difeso dall’avv. Aurora Notarianni, la nota del dirigente generale Fulvio Bellomo, del 19 settembre 2014 era nulla “in quanto atto ritorsivo e discriminatorio oltre che adottato in violazione di legge e di contratto e privo di motivazione”, così come era inefficace il decreto dirigenziale 389 del 16 luglio 2014 a firma del dirigente generale Vincenzo Sansone di attribuzione dell’incarico a Leonardo Santoro “in mancanza di pubblicazione e comunque perché adottato in violazione di legge e di contratto e con eccesso di potere”.

Nel ricorso, si ricordano i risultati raggiunti da Sciacca e il fatto che “tutti i dirigenti regionali, ed in particolare quelli operanti nella provincia di Messina anche da oltre 10 anni, sono stati confermati”.

L’assessorato alle Infrastrutture gli aveva chiesto la disponibilità all’incarico di presidente dell’Urega, l’ufficio regionale per le gare d’appalto. Disponibilità accordata ma, “senza attendere che il procedimento venisse concluso”, è arrivata la nota di Sansone, firmata il giorno prima di andare in pensione.

Tra le contestazioni, anche il fatto che “i decreti non sono stati pubblicati tempestivamente sul sito della Regione né comunicati al ricorrente” mentre la Legge regionale 21/2014, che ribadisce quanto già stabilito da altre leggi precedenti, “sanziona con la nullità l’omessa pubblicazione dei decreti entro 48 ore”. Inoltre “la legge 190/2012 tutela i dirigenti che denunziano condotte illecite di cui siano venuti a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro”.

Secondo Sciacca, il provvedimento “appare unicamente condizionato dalle pressioni provenienti da certi rappresentanti della politica locale”. Non secondo il giudice del lavoro, però, che ha rigettato il ricorso. Il giudice Graziella Bellino scrive testualmente nella sentenza che “nel merito, il ricorso appare infondato e va rigettato».

Si legge inoltre che “dalle dichiarazioni delle parti e dall’esame della documentazione in atti risulta pacifico che Sciacca ha rivestito l’incarico di ingegnere Capo del Geio Civile di Messina sin dal 2007 e che, sebbene lo stesso abbia continuato a svolgere di fatto tali funzioni, il relativo contratto di conferimento incarico è scaduto il 31/12/2012 senza che sia stato posto in essere alcun provvedimento formale di proroga del contratto per un periodo di tempo determinato e di riassegnazione dell’incarico al ricorrente”.

Lo stesso ricorrente – continua la sentenza -, durante la vigenza di fatto delle sue funzioni, ha dimostrato di essere ben consapevole di non aver ricevuto alcun rinnovo dell’incarico, tanto che in data 29 luglio 2013… ha presentato regolare istanza per il rinnovo del suo incarico corredata dal relativo curriculum”.

Sfogliando la sentenza si legge ancora: “Attesa l’ampia facoltà di scelta della pubblica amministrazione, è, quindi, da escludere che il singolo lavoratore possa vantare un vero e proprio diritto ad ottenere il conferimento di un preciso incarico dirigenziale…”.

Il giudice Bellino ritiene inoltre che “nel caso di specie non risulta integrata alcuna violazione di legge o dei parametri buona fede e correttezza” e nelle sentenza spiega ancora: “non appare a questo decidente che il comportamento della pubblica amministrazione nella scelta del dirigente Santoro, munito di adeguato curriculum, sia affetto da manifesta irragionevolezza o inadeguatezza”.

L’ex ingegnere capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, perde così la la sua battaglia legale e dovrà anche pagare le spese legali in favore dell’Assessorato regionale e del suo successore Leonardo Santoro.

DLT – MA. IP.