Miur condannato: docente “deportata” in Lombardia rientra in Sicilia

E’ una vittoria importante, che fa seguito al coro di proteste che dal Sud, e dalla Sicilia in particolare, si è levato negli ultimi due anni, per i casi delle famiglie divise e dei docenti “deportati” lontano da casa. A vincere la causa contro il Miur è stata una docente messinese che era stata assegnata in Lombardia. Il giudice le ha dato ragione ed ha condannato il Miur.

La sentenza è del tribunale di Patti. Il giudice Licata, con ordinanza a seguito di un giudizio ex art. 700 ha accolto integralmente il ricorso presentato dagli avvocati Enrico Livio e Paolo Rotelli nell’interesse di una docente messinese assegnata (o come sostengono gli interessati ed i sindacati “deportata”) illegittimamente in Lombardia.

I giovani legali, molto stimati nell'ambiente forense messinese, e stretti collaboratori dello studio legale Vermiglio, hanno riscontrato notevoli pecche nel cosiddetto pacchetto "buona scuola" nonchè nel c.c.n.l. (contratto collettivo nazionale di lavoro) e nel c.c.n.i. sia del 2016 che del 2017.

I principi fondanti del ricorso fanno riferimento al "lex specialis derogat legi generali", disgregazione del nucleo familiare, difetto di trasparenza e buon andamento della P.A., erroneità di calcolo dell’algoritmo. Il MIUR è stato altresì condannato al pagamento delle spese legali e processuali. La sentenza costituisce quindi un importante precedente ed un traguardo per quanti in questi anni si sono impegnati contro le distorsioni della riforma della “Buona scuola”.

“Insieme al collega Rotelli –dichiara l’avvocato Livio- non abbiamo fatto altro che evidenziare le irregolarità presenti nelle recenti normative in materia, per far rispettare un diritto sacrosanto della nostra cliente alla quale auguriamo un nuovo e definitivo inizio lavorativo caratterizzato finalmente da stabilità, vicinanza alla famiglia e conseguente serenità”.