Operazione Filera, 4 condanne e 6 assoluzioni per i furti in appartamenti a Messina

Sei assoluzioni e soltanto 4 condanne alla fine del processo di primo grado dell'operazione Filera, conclusosi ieri sera davanti i giudici della I sezione Penale del Tribunale.

IL VERDETTO. La Corte ha condannato a 3 anni ed 8 mesi di reclusione Antonino Allia, un anno e 10 mesi per Giuseppe Arena, 3 anni e 10 mesi a Giovanni Farinella, 1 anno e 11 mesi a Giovanni Privitera.

Assolti Simone Ferro, Salvatore Casale, Francesco e Alberto Alleruzzo, Giuseppe Arena (classe '75) e Salvatore Arena. Per i giudici non hanno commesso il fatto. L'accusa aveva sollecitato condanne per tutti.

Altre 7 persone sono state condannate lo scorso anno: avevano scelto di essere processate col rito abbreviato.

L'INDAGINE, coordinata dal Pm Antonio Carchietti e condotta dalla Squadra Mobile di Messina, in particolare dall'allora dirigente Rosalba Stramandino, oggi a capo della Questura di Siracusa, sfociò in 14 arresti nel luglio 2014.

La Polizia svelò l'esistenza di due bande di ladri che in poco tempo, poco più di sei mesi, avevano messo a segno almeno 14 furti, spartendosi un bottino di circa 150 mila euro. Due bande ben organizzate che avevano svaligiato abitazioni di centro città, grazie a basisti che tutto sapevano degli appartamenti che avevano preso di mira.

Il blitz venne denominato Filera perche' proprio con questo "arnese" operavano i topi d'appartamento. La filera è infatti una grossa piastra di metallo con un congegno a vite filettata che consente di scassinare agevolmente la cassaforte. Un arnese da scasso che furono i criminali della zona di Mangialupi, parecchi anni fa, ad introduttore.

A mettere gli investigatori sulla giusta pista è stato il furto in un appartamento. Grazie ad un vicino che ha avvisato il 113, la Squadra Mobile era riuscita a denunciate un ladro in azione, nell'agosto 2012.

Da lì, mettendo sotto controllo le sue "frequentazioni", hanno scoperto che quello arrestato non era un malvivente solitario ma aveva dietro una banda ben organizzata, che agiva facendo attenzione anche a eludere gli investigatori, parlando in codice al telefono. Tenendoli sotto controllo, gli agenti hanno anche scoperto la formazione di una seconda banda, quando dal gruppo principale si stacca una "fronda" a causa di dissidi interni.

Tra i colpi messi a segno anche un furto all'interno della casa di cura Cristo Re, nel novembre 2012, con i ladri ripresi dalle telecamere di video sorveglianza mentre scassinano la colonnina degli snack e i mobiletti del personale. Recuperata una buona parte del bottino.

LE INTERCETTAZIONI "Andiamo a mangiare il cocomero?". "Stasera andiamo a trovare la zia". Era questo il frasario adoperato dai ladri per preparare i colpi parlando al telefono, sperando di non capire, nel caso fossero intercettati, che stavano preparando dei furti. La vittima veniva individuata dopo aver raccolto le informazioni necessarie: sapute delle vacanze all'estero di un noto professionista, ad esempio, i ladri hanno scelto di entrare in casa sua.

Alessandra Serio