Querelle Waterpolo, il giudice: False le firme di dimissioni dei De Francesco

La sentenza del Tribunale ha consacrato quello che io e mio figlio diciamo sin dall’esposto del 3 novembre 2010: le firme apposte nelle due lettere di dimissioni sono false. Non erano le nostre”.

E’ quanto dichiara Alberto De Francesco, dopo che nell’ambito della vicenda Waterpolo (la società di pallanuoto che gestisce la piscina Cappuccini) a mettere un punto su uno dei contenziosi è stato il Tribunale.

La querelle, finita nelle aule giudiziarie, era tra l’attuale presidente della Waterpolo Felice Genovese e l’ex presidente Alberto De Francesco.

Tema del contendere la lettera di dimissioni di De Francesco dalla carica di socio e consigliere, finita al centro di una causa in sede civile perché l’interessato ha sempre dichiarato che le firme apposte erano false (sia la sua che quella del figlio Davide all’epoca vice presidente). Non erano stati loro a firmare quei due fogli di dimissioni dalle rispettive cariche nella società di pallanuoto nel settembre del 2009.

Il contenzioso è andato avanti per anni, anche attraverso perizie calligrafiche. Nei giorni scorsi il Collegio della prima sezione civile ha emesso la sentenza in base alla quale “la falsità delle firme apposte sulla lettera di dimissioni da socio e da consigliere apparentemente sottoscritta in data 1.09.2009 da De Francesco Alberto e sulla lettera di dimissioni da socio e da vice presidente apparentemente sottoscritta in data 1.09.2009 da De Francesco Davide”.

Il documento dichiarato falso dovrà essere eliminato dalle altre cause in corso tra le parti, sarà quindi come se non fosse mai esistito. La sentenza determinerà pertanto altre conseguenze a catena, nell’ambito di altri contenziosi collegati.

Per me e mio figlio è importante perché questa sentenza avrà valore anche per altre questioni. Siamo stati infangati ingiustamente per 9 anni. E’ chiaro che quelle firme false se a noi hanno portato danni, come ha scritto il giudice nella sentenza, ad altri hanno portato benefici. Ma quel che più conta per noi è che stata ripristinata la verità”.