Tomasello assolto, il legale: “nessuna gioia, sei anni sono troppi”

Da quel lontano dicembre del 2008, ci sono voluti sei anni per ristabilire un principio di verità: nessun abuso commisero il rettore prof. Tomasello, la moglie Melitta Grasso, i componenti la commissione di concorso dottori Materia, Abbate, Spatari, nè il dottor Giorgianni ed il candidato Bonanno, nella procedura concorsuale bandita dal Policlinico Universitario e che vide proprio il Bonanno tra i candidati posizionati in una utile graduatoria.

Sei lunghi anni per porre fine ad una vicenda giudiziaria che segnò irrimediabilmente il mandato rettorile del prof. Tomasello e che venne strumentalizzata, oltre ogni limite, nel tentativo di screditarne l’operato. Come dimenticare le richieste di dimissioni sollevate in maniera corale dai soliti detrattori sempre ben informati? Come non pensare a quanto questa vicenda giudiziaria ha pesato su altre che, altrettanto ingiustamente, hanno visto coinvolto il prof. Tomasello?

È vero che, oggi, gli imputati ed i propri difensori dovrebbero essere soddisfatti. Gli sforzi premiati, la verità storica riaffermata. Ma era davvero necessario dover attendere per così tanto tempo e con tanta sofferenza la fine di una storia che non avrebbe dovuto neanche veder la luce? Sarà proprio la consapevolezza di quale sia la risposta a questa insistente domanda che mi impedisce di essere soddisfatto e, meno che mai, di gioire?