Il Comune di Messina in un tunnel senza uscita. Atteso l’intervento del commissario ad acta

Non è un muro contro muro tra amministrazione e revisori dei conti”. Il vice-sindaco Gaetano Cacciola lo ha ribadito più volte nel suo intervento durante la seduta della commissione bilancio, convocata con urgenza dal presidente Carlo Abbate per provare ad uscire dall’emergenza finanziaria legata alla mancata adozione del bilancio di previsione 2015.

Eppure, durante il confronto dinanzi ai consiglieri comunali, le posizioni tra le parti sono rimaste distanti ed inconciliabili. Il Collegio dei revisori dei conti ha definito necessaria la modifica dello schema di bilancio, al fine di eliminare quei disallineamenti contabili che allo stato attuale – a detta di Zaccone, Zingales e Basile – rendono il documento contabile, approvato dalla giunta il 31 marzo e rimodulato il 21 aprile, non veritiero; dall’altra parte, l’amministrazione – rappresentata ieri in commissione da Cacciola, dal ragioniere generale Antonino Cama e dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne – ha spiegato che le discrasie rientrano nei parametri previsti dalla legge e ci sono poi aspetti di forma più che di sostanza, pertanto il bilancio 2015 rispetta i criteri di veridicità, attendibilità e congruità. Zaccone ha dichiarato chiaramente che a queste condizioni, senza la rimodulazione richiesta, il parere sarà negativo. Nonostante questa puntualizzazione allarmante, il vicesindaco ha sollecitato i componenti dell’Organo di revisione a dare parere per poterlo mettere agli atti spiegando tuttavia che l'Amministrazione, pur convinta della bontà del percorso seguito, potrebbe non presentare in Consiglio il bilancio con il parere negativo.

GLI SVILUPPI DOPO LA COMMISSIONE

Alla fine la modifica del bilancio ci sarà. In tarda serata, il segretario/direttore generale Le Donne ha fatto sapere di aver messo in moto la macchina burocratica per rifare il bilancio preventivo come se fosse un consuntivo, secondo quanto richiesto dai revisori. Stamattina verranno creati due gruppi di lavoro: il primo si occuperà di riformulare il bilancio di previsione 2015 secondo quanto concordato in Commissione bilancio in conformità della richiesta dei revisori; il secondo predisporrà il consuntivo 2015. Entrambi gli atti dovranno essere approvati entro il 31 maggio.

SENZA BILANCIO RESTA LA CRISI DI LIQUIDITA’

In assenza del bilancio di previsione, la crisi finanziaria del Comune di Messina è destinata a prolungarsi: sino a quando non sarà approvato il documento finanziario, il Ministero non potrà trasferire il contributo ordinario da 70 milioni di euro; le casse comunali resteranno vuote; e l’emergenza stipendi potrà solo essere provvisoriamente tamponata grazie ai fondi provenienti da un finanziamento regionale atteso per fine mese, agli incassi dell’addizionale Irpef e ad altre somme esigue recuperare raschiando il fondo del barile. La situazione, dunque, resta molto grave ed il rischio dissesto dietro l'angolo. E’ solo parzialmente positiva la proroga dal 30 aprile al 31 maggio dei termini per l'invio della certificazione disposta con decreto ministeriale del 13 aprile, pubblicato su Gazzetta Ufficiale il 20 aprile (a questo proposito non si capisce perché questa notizia sia stata diffusa ieri dall’amministrazione e da Le Donne in particolare come la novità del giorno). Lo slittamento dei termini per la certificazione fa venire meno l’urgenza di approvare il bilancio di previsione entro il 30 aprile, ma – come ha spiegato Cacciola – non rende meno urgente una celere adozione in Consiglio Comunale del documento finanziario, al fine di ricevere da Roma i 70 milioni di euro e rimpinguare le asfittiche casse di Palazzo Zanca.

L’INTERVENTO DEL COMMISSSARIO AD ACTA

Zaccone ha fatto sapere ai consiglieri di essere in continuo contatto con il commissario ad acta Nicolò Lauricella (da molti definito il commissario fantasma per la scarsa incisività del suo operato), dal quale dovrebbe arrivare una diffida indirizzata all’amministrazione con l’indicazione precisa di rivedere il bilancio in tempi brevi per consentire di sboccare l’impasse in cui si trova attualmente il Comune.

I COMMENTI

In attesa che qualcosa si muova, piovono reazioni e commenti in merito alla drammatica situazione di Palazzo Zanca. “Dopo tre anni di Amministrazionedichiara il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano – la squadra del Sindaco Free Tibet sembra non aver ancora capito come si governa un Ente locale e tutti i tentativi messi in atto, dai fuoriclasse “oriundi” o “stranieri” ai badanti toscani, sono miseramente falliti. La città, tutta, adesso è in ginocchio perché, nonostante siano trascorsi 3 anni, non si è rimediato agli errori di prima, riuscendo in qualche caso, addirittura, ad aggravarli. Tutte le speranze che i messinesi avevano riposto nell’esperienza Accorinti sono andate deluse. Appare evidente che la responsabilità di questa situazione ricade anche sul Consiglio Comunale, la cui azione non ha mai saputo o voluto, nella sua azione collegiale, correggere e colmare l’inconcludenza dell’azione amministrativa della Giunta”.

Adessocontinua Oceano bisogna salvare il salvabile, approvando, nel pieno rispetto delle norme e di una trasparenza che in materia contabile questa giunta non ha finora dimostrato, il bilancio preventivo del 2015 (sic), il cui ritardo (dopo 21 giorni senz’acqua di cui 15 senza riuscire a far fronte all’emergenza) ha reso la nostra Città lo zimbello d’Italia. Subito dopo l’unica soluzione è che chi si è dimostrato non all’altezza, Sindaco, giunta e consiglio, compiano un gesto di generosità nei confronti dei messinesi, senza tergiversare in attesa che vecchie e nuove cordate di potere si organizzino per conquistare quel che resta della nostra città”.

Del caso Messina torna ad interessarsi Giambattista Coltraro – capogruppo all'ARS di Sicilia Democratica."Quanti di noi – scrive in un comunicato – a scuola (elementari, medie) hanno avuto un compagno di classe che, ad ogni guaio occorso in aula, sbottava con la frase "Non sono stato io, la colpa è dei miei compagni? Ecco, la giunta comunale di Messina ricorda quell'alunno, tanti di quegli alunni che hanno uno scarso rendimento scolastico, zero in condotta, sanno che la bocciatura è vicina, ma, sostengono, la responsabilità non è loro, è sempre degli altri. Senza soffermarmi su quanto già ampiamente noto, relativo alla paralisi sopravvenuta a un bilancio ad oggi mai approvato, ricordo che nel triennio di frequentazione dell'aula di palazzo Zanca – per continuare la metafora politico-scolastica – i nostri 'alunni' non hanno brillato. Vuoi per propri limiti specifici, vuoi perché il 'corso di studi', era particolarmente difficile e occorreva una preparazione di base che non possedevano, appare evidente che hanno fallito e vanno bocciati. Non dicano di avere esaminatori severi ed esigenti (la Corte dei Conti); né che quelli della 'classe accanto' (il consiglio comunale) fa troppo rumore e li disturba. Sono incapaci, vanno bocciati – sentenzia in conclusione Coltraro – raccolgano libri, quaderni e penna e lascino ad altri più meritevoli e capaci il posto in aula".

Il Pdci Messina scrive in un comunicato: “La grave crisi politica, economica e sociale che attanaglia la città di Messina, rischia di diventare irreversibile, ma le responsabilità politiche non sono soltanto del Sindaco e della sua Giunta, corresponsabili politici sono i Consiglieri Comunali che hanno condiviso le azioni amministrative e non hanno determinato una vera e seria opposizione, sono corresponsabili i Consiglieri Comunali che scientemente riducevano il Consiglio Comunale da 40 a 21 membri, sono corresponsabili i Consiglieri Comunali che sono la “Maggioranza” che ha sostenuto la Giunta e il Sindaco e non ha avuto il coraggio e la capacità di far cambiare rotta o staccare la spina al Sindaco”.

“I partiti presenti nel Consiglio Comunale, quelli presenti nei sottogoverni locali, I Deputati (nazionali e regionali) ed i Senatori di questi Partititi che nulla hanno fatto per salvare questa Citta dal baratro, anche costoro sono corresponsabili! “Un muro di gomma” che non ascolta il grido disperato dei cittadini, schiacciati, umiliati quotidianamente da irragionevoli politiche che hanno distrutto ogni forma di rispetto sociale e civico. Fallisce non “un solo Uomo al Comando”, ma un intera classe dirigente. Questa città vuole e deve risorgere, mettetevi da parte per la dignità e il rispetto per che la Città e i Cittadini meritano”.

Danila La Torre