Il destino del Comune appeso a un filo: a rischio stipendi, servizi e l’intera economia del territorio

Per il Comune di Messina è uno dei momenti più difficili della sua storia. L’attesa del responso da parte della Corte dei conti, che potrebbe emettere una condanna definitiva al dissesto, ed i continui intoppi che si registrano nell’iter amministrativo relativo al bilancio di previsione 2015 – di cui ancora, alle soglie di maggio 2016, Palazzo Zanca è sprovvisto – hanno creato un clima di grande preoccupazione dentro e fuori la casa comunale.

A rischio ci sono stipendi e servizi essenziali, il pagamento dei fornitori, c’è l’intera economia di un territorio già in affanno. Le casse sono vuote, e non è solo un modo di dire. A causa della mancanza di risorse sono già saltate le mense (che ripartiranno solo per pochi giorni), con una danno enorme per i lavoratori rimasti senza occupazione e senza retribuzione e per le tante famiglie disagiate che il solo pasto caldo che potevano garantire ai propri figli era proprio quello servito a scuola.

Una situazione drammatica della quale si sta facendo totalmente carico il neo assessore al bilancio Luca Eller Vainicher, chiamato a metterci la faccia e a rispondere di colpe non certo sue. Nella sola giornata di ieri ha incontrato i lavoratori delle mense, i rappresentanti sindacali aziendali di Palazzo Zanca, i dirigenti per parlare di Cosap, i vertici di Messinambiente per sanare le discrasie contabili che non consentono di chiudere il bilancio di previsione 2015 (vedi articolo a parte),i consiglieri comunali in commissione bilancio e i rappresentanti della IV circoscrzione.

Un tour de force, una sequenza di riunioni operative, una quantità enorme di problemi e criticità che è finita tutta sulle spalle dell’ex esperto/badante. L’assessore originario di Sesto Fiorentino – pur non nascondendo la drammaticità del momento, tanto da dichiarare che il rischio dissesto è al 50% (vedi qui) – ha provato però ad infondere anche un po’ di fiducia, prima ai lavoratori delle mense e poi anche ai rappresentanti sindacali di Palazzo Zanca: «Finanziariamente il Comune è messo male, però ce la può fare. Non c’è un problema di insolvenza ma di liquidità » ha spiegato ai suoi interlocutori.

Il problema di liquidità di cui parla Eller potrà essere risolto solo con l’approvazione del bilancio di previsione 2015, che consentirà di sbloccare i circa 70 milioni di euro dei trasferimenti statali, attualmente fermi al Ministero dell’Interno a causa dell’inadempienza del Comune di Messina.

Senza quei fondi, la paralisi totale è vicina. E’ ormai certo che gli stipendi dei comunali saranno pagati in ritardo e si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di tamponare l’emergenza con l’erogazione di un acconto, in attesa della retribuzione integrale. Una soluzione tampone che tuttavia non placa il malcontento dei dipendenti di Palazzo Zanca, già sul piede di guerra.

Sui tempi previsti per mettere un punto sul bilancio di previsione 2015, che – prima di arrivare in Consiglio Comunale – dovrà essere rimodulato dalla giunta Accorinti tramite emendamento, vige un’assoluta incertezza. Amministrazione e Collegio dei revisori dei conti stanno facendo una vera e propria corsa contro il tempo per far quadrare in conti e sanare le criticità riscontrate da Zaccone e colleghi nei giorni scorsi (vedi qui). Ma il tempo a disposizione è pochissimo. Ogni giorno che passa la crisi si aggrava ed il termine irreversibile utilizzato dalla Corte dei conti (vedi qui) diventa sempre più calzante.

A proposito di quanto rilevato dalla magistratura contabile e dell’adunanza del 13 aprile scorso, secondo indiscrezioni, la Sezione di controllo avrebbe assunto una posizione piuttosto rigida in merito ai troppi debiti fuori bilancio. La quantità enorme di passività in capo al Comune di Messina farebbe propendere la Corte dei conti verso la conferma della tesi della irreversibilità della crisi. Il quadro potrà essere, però, chiaro e definitivo solo quando verrà resa nota la decisione presa dalla Sezione di controllo con apposita deliberazione.

Per il momento, il destino del Comune resta appeso a un filo sottilissimo.

Danila La Torre