Nasce il Crocetta bis: il governo della rivoluzione senza neanche un messinese

Alla fine il Crocetta bis è nato, un parto lunghissimo e travagliato, con qualche padre diverso rispetto agli inizi di una storia d’amore che si fa sempre più tormentata. E il neonato governo causa ferite sia all’interno del Pd, perché di fatto mette all’angolo il neo segretario regionale Fausto Raciti, clamorosamente sconfessato e scavalcato nelle scelte dal leader renziano Davide Faraone, che nelle fila degli altri partiti. Gli scontenti sono molti. Ma a noi, come Messina, quel che interessa è che non c’è un assessore che rappresenti il nostro territorio.

L’ex assessore alle infrastrutture e ai trasporti Nino Bartolotta è stato impallinato dal suo stesso partito, ma con il silenzio complice di tutti gli altri e con l’avallo dello stesso governatore che, in fondo, vedeva nell’esponente genovesiano un problema in più proprio per quel “peccato originario”.

Ecco la nuova squadra: Salvatore Calleri, nato a Catania e residente a Firenze da molti anni, presidente nazionale della Fondazione Caponnetto – delega Energia Lucia Borsellino – assessore uscente confermato Linda Vancheri – assessore uscente confermato Nelli Scilabra – assessore uscente confermato – PD Giuseppe Bruno – avvocato – PD Mariarita Sgarlata – PD Roberto Agnello – avvocato, esperto di bilancio, ha lavorato presso il Ministero della Salute – PD Nico Torrisi – imprenditore del settore turistico di Catania – UDC Patrizia Valenti – assessore uscente confermato – UDC Antonio Fiumefreddo professore della Link University di Roma e giornalista – DRS Michela Stancheris – assessore uscente confermato – Megafono Paolo Ezechia Reale – avvocato di Siracusa – ART 4

“La mia – dichiara Crocetta – non è una decisione autoreferenziale, ma vuole essere in sintonia con la società, la politica e i partiti che spero non creino più ulteriori spettacoli perchè la Sicilia ha bisogno di decisioni e anche in tempi rapidi”.
Non possono non aprirsi a questo punto una serie di riflessioni e non per campanilismo.

La giunta Crocetta non ha un assessore messinese.

Vogliamo ricordare quello che Messina ha dato in termini di voti al presidente.

Regionali 2012: Crocetta diventa presidente della Regione con 671 mila preferenze, pari al 30,48%, una percentuale che il suo predecessore Lombardo aveva doppiato.

In provincia di Messina hanno votato Crocetta 93.995 elettori, pari al 33, 68%.

Di questi voti, gran parte provenivano dal Pd e dall’Udc, dal momento che la Lista Crocetta presidente ha registrato un 3,33%.

Probabilmente se quasi 100 mila messinesi hanno votato Crocetta vuol dire che credevano nel suo progetto di rivoluzione della Sicilia. Pochi mesi dopo, alle Politiche del febbraio 2013, quando il Megafono di Crocetta ha presentato la lista al Senato, Messina ha risposto con uguale entusiasmo.

La provincia di Messina infatti è quella che a febbraio 2013 ha portato più voti al governatore. In provincia infatti la percentuale registrata è stata del 10, 8% contro un dato regionale del 6,2%. E’ proprio il consenso del movimento di Crocetta che a Messina ha fatto lievitare la coalizione di centro-sinistra portandola a superare il centro-destra al Senato. I dati si ribaltano infatti alla Camera, dove non era presente la lista Il Megafono e il Pd si ferma dietro Pdl e Grillo, a riprova del fatto che i voti di “protesta” nei confronti del Pd sono stati drenati da Crocetta al Senato e confluiti su Grillo alla Camera.

“Il dato evidenzia che Il Megafono Lista Crocetta – dichiarava un anno fa Giuseppe La Face- rispetto alle elezioni Regionali ha guadagnato in totale 20.235 voti. In provincia di Messina, si e' passati da 10.518 voti delle regionali a 31.834 voti per il Senato. In pratica il risultato della provincia di Messina, da solo, ha fatto aumentare il dato elettorale complessivo del movimento regionale. Nella nostra provincia, in termini percentuali si e' passati dal 3.9% al quasi 11% con un incremento di quasi sette punti percentuali”.

Ma a quanto pare è acqua passata, la politica ha scarsa memoria, di solito si ferma al risultato delle urne. Il giorno dopo è già tutto nel cassetto.

L’assessore Bartolotta ha operato benissimo, concretamente, con serenità di giudizio e nell’interesse del territorio, ma è stato defenestrato. A differenza di Battiato o Zichichi non ci sono stati dissidi con il governatore o problemi di assenze e scarso impegno. Non si capisce perché, ad esempio l’impegno della Stancheris debba essere premiato e quello di Bartolotta che, non ce ne voglia l’assessore al Turismo, riteniamo sia di gran lunga superiore debba essere irrilevante. A prevalere è stato il manuale Cencelli condito con una salsa di rancore e vendette personali. L’appello che proprio ieri ha fatto il capogruppo regionale dei Drs Beppe Picciolo agli alleati ed a Crocetta per un assessore messinese è stato ignorato. Picciolo stasera porrà la questione in sede di riunione di gruppo.

Noi dovremmo porcela come messinesi.

Gli ultimi assessori messinesi nelle ultime due giunte regionali sono stati indicati da Francantonio Genovese, e sono Centorrino e Bartolotta. Se il Pd e il governatore adesso trovano “scomodo” Bartolotta perché genovesiano di ferro ma non inseriscono in giunta nessun altro messinese, questo equivale a far ritenere che non esiste a Messina un altro leader di spessore in grado di “mettere” un suo uomo, o una sua donna nell’amministrazione. D’Alia, che ha già incassato la presidenza dell’Ars con Ardizzone, evidentemente non ha pressato più di tanto, anche perché alle prese con il taglio di una poltrona. In giunta poi sono entrati un assessore che vive a Firenze da anni ed un altro che vive a Roma. Il governatore, che non è mai stato tenero con Genovese e Rinaldi non si è stracciato le vesti per chi, come Bartolotta, ha condiviso con lui ogni singolo euro portato in riva allo Stretto, portando il presidente ad ogni conferenza stampa a Messina, tante di quelle volte che ormai sembrava di casa. Crocetta avrebbe potuto usare la quota del Megafono per dare risposte ad una città che ha creduto in lui. Non l’ha fatto. Ha mantenuto la Stancheris ed ha inserito un siracusano. Avrebbe potuto e dovuto fare di più. Non entriamo nel merito dei singoli, ma dare risposte a chi ha contribuito in modo determinante alla rivoluzione sarebbe stato quantomeno un gesto di rispetto.

Se Messina ha premiato con quel 33,68% (quasi 4 punti di percentuale in più rispetto alla media regionale) Crocetta alle regionali, e con quel 10% (sempre 4 punti in più rispetto alla media regionale) il Megafono al Senato, portando, anzi, confermando Lumia in Parlamento, probabilmente adesso qualche riflessione dovrebbe farla. Siamo la terza città dell’isola eppure non veniamo considerati nel tavolo delle decisioni, non veniamo ascoltati e siamo sempre un passo indietro.

Adesso ci sono le Europee. Dovremmo ricordarcene quando andiamo a votare. Dobbiamo ricordarci che non siamo rappresentati nel governo della rivoluzione, né in quota Pd, né in quota Udc, né in quota Megafono, né in quota Art.4, né in quota Drs. Noi non ci siamo.

Rosaria Brancato