L’Ugl proclama lo stato di agitazione del personale Atm

L’elenco di criticità è lungo ed all’orizzonte non si intravede alcuna soluzione. Per questo, l’Ugl ha deciso di proclamare lo stato di agitazione del personale Atm e di attivare le procedure di “raffreddamento” (propedeutiche allo sciopero), mentre si auspica il dialogo col commissario dell’azienda trasporti, Enrico Spicuzza, anche se – scrive il sindacato – “finora, nonostante le innumerevoli richieste di incontro, il commissario non ha inteso convocarci né presenziare ai rari incontri avuti con la Direzione Generale”.

Ma la disapprovazione non è limitata al solo commissario. L’Ugl se la prende anche col Consiglio Comunale che “nel maldestro ed inutile tentativo di non assumersi le proprie responsabilità, ha semplicemente deciso di non decidere”. Ed ancora, contro l’intera dirigenza dell’Atm, la cui posizione è definita “arrogante e volta ad esitare atti e delibere relative alla gestione del personale ed alla attribuzione di parametri superiori che poco o nulla hanno a che spartire con i criteri di trasparenza e merito, tentando di giustificarli come “emergenziali” avallando e spesso supportando il proliferare di nuovi contenziosi”. Infine, “la Regione Siciliana non eroga a favore di Atm alcun contributo chilometrico (Gomma – Ferro) da oltre un biennio nonostante lo stesso sia dovuto per legge”.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ma l’Ugl preferisce menzionarle per lamentare il basso livello nel quale si ritrova il servizio di trasporto pubblico locale.

“L’Atm – scrive il sindacato – riesce giornalmente a mettere in linea appena 18/20 bus e 5/6 tram assolutamente insufficienti a garantire il diritto alla mobilità cittadina, rasentando di fatto il reato di interruzione di servizio pubblico continuato e doloso in concorso con lo stesso Comune di Messina nella veste di ente proprietario. A causa della mancanza di liquidità ed al perenne stato di insolvenza, che la caratterizza da più di un lustro, non riesce a reperire i ricambi necessari alla riparazione della flotta aziendale. Non riesce neppure a garantire il materiale di consumo (olio lubrificante, filtri, pastiglie freno, pneumatici ecc. ecc.) necessario alla normale manutenzione ordinaria dei mezzi, mettendo a serio rischio l’incolumità dei passeggeri e dei lavoratori. Non si è ancora colpevolmente provveduto a chiarire i rapporti economico – finanziari tra Atm e Comune di Messina sia pregressi che futuri (mancato riconoscimento, come per legge, delle perdite di esercizio, mancata stipula del Contratto di Servizio, mancata approvazione dei bilanci, mancata iscrizione del bilancio della propria partecipata Atm nel documento contabile annuale del Comune di Messina”.

C’è poi il problema degli stipendi. “I dipendenti – spiega l’Ugl – sono da anni in perenne arretrato sulle retribuzioni. Relativamente alla retribuzione di febbraio 2013 sono stati erogati 2 acconti (il primo pari al 50% della retribuzione, il secondo pari al 60% della parte restante). Del resto, non si ha notizia alcuna, come delle retribuzioni di marzo ed aprile 2013 e stessa sorte toccherà di certo al maturando mese di maggio”.

Dunque, nessuna luce in fondo al tunnel. “La delibera del Consiglio Comunale – conclude l’Ugl – esitata in data 14 febbraio 2011 individuava il nuovo soggetto Giuridico deputato alla Mobilità cittadina, ma resta ancora una semplice dichiarazione di volontà in quanto nessun atto consequenziale è stato posto in essere ed ha solo creato le condizioni affinché i creditori Atm reclamassero, attraverso ingiunzioni di pagamento e pignoramenti alla fonte, i propri crediti”.

Motivi sufficienti per proclamare lo stato di agitazione. Se dai tavoli di confronto non si arriverà ad un accordo, sarà sciopero. L’ennesimo in una città in cui la normalità del trasporto pubblico sembra sempre più un miraggio.