Autoparco occupato, servizi fermi, emergenza rifiuti dietro l’angolo: è esplosa la bomba Messinambiente. FOTO

AGGIORNAMENTO ORE 16.30: Tutto fermo. Lo hanno deciso i lavoratori di Messinambiente alla fine di una mattinata tesissima. Si sono barricati in autoparco, hanno chiuso i cancelli e nessun mezzo oggi uscirà per effettuare la raccolta. Il primo turno che è saltato è stato quello che riguarda la pulizia dei mercati. Il peggio arriverà da stasera alle 20, quando gli operatori non partiranno per i consueti turni di raccolta su strada. La spazzatura resterà nei cassonetti, già da domani mattina la città potrebbe toccare con mano i primi segni di una nuova emergenza rifiuti. Sono esasperati, c’è chi racconta di non poter più mettere a tavola pranzo e cena per la famiglia: “Di questo passo ci costringeranno ad andare a mangiare alle mense dei poveri” racconta amareggiato uno dei tanti operatori di Messinambiente che oggi ha protestato per avere lo stipendio di dicembre.

L’assessore Daniele Ialacqua ha di fatto scaricato ogni responsabilità sull’area finanziaria, e dunque sul collega Guido Signorino. La segretaria della Fp Cgil Clara Crocè ha provato per l’intera mattinata ad avere notizie certe dal vicesindaco, perché il problema non è rappresentato solo da quel bilancio non approvato e che blocca tutto, ma anche dalla mancata attivazione del nuovo sistema informatico per il pagamento delle fatture. Un paradosso nel paradosso che sta mettendo in crisi centinaia di famiglie e rischia di gettare la città in emergenza rifiuti. “Aspettiamo notizie ma i lavoratori si sono sentiti presi in giro troppe volte. Intendiamo andare a fondo per capire di chi siano state le responsabilità del problema legato al sistema informatico, se è vero che la fattura è pronta per essere saldata a Messsinambiente, come ci hanno detto da Palazzo Zanca” dichiara la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè. Per la sindacalista chi ha sbagliato dovrà pagare: “Se la colpa è di un dirigente dovrà essere mandato a casa in 12 ore, altro che 48 ore come sostiene Renzi. Lo stesso vale per chi dovrebbe coordinare i dirigenti, quindi il direttore generale Antonio Le Donne”.

Restano circa quattro ore per scongiurare lo stop totale dei servizi.

La settimana appena iniziata rischia di diventare incandescente per Palazzo Zanca. I lavoratori di Messinambiente sono sul piede di guerra e questa mattina hanno invaso il Comune per urlare ancora una volta all’amministrazione Accorinti che in queste condizioni non si può più andare avanti. Venerdì sera la protesta era esplosa nell’autoparco di via Salandra, dove una cinquantina di operatori pronti per la raccolta serale avevano saputo che per avere i loro stipendi dovranno aspettare almeno fino al 7 febbraio e avevano deciso di rimanere fermi per dire basta ad uno stato di precarietà che si trascina da sempre. Devono ricevere lo stipendio di dicembre, ma la mancata approvazione del bilancio di previsione 2015 sta facendo saltare tutti i servizi resi dal Comune e dunque anche gli stipendi. Loro però non ce la fanno più, sono padri e madri di famiglia stanchi di dover elemosinare ogni mese ciò che spetta loro di diritto. Venerdì sera alla fine avevano deciso di tornare in servizio e di rinviare tutto a lunedì. Così oggi torneranno a Palazzo Zanca e adesso non si esclude uno stop al servizio che farebbe ripiombare la città in una nuova emergenza rifiuti da scongiurare ad ogni costo. I lavoratori si sono spostati all'auto parco di via Salandra e hanno deciso di chiudere i cancelli per non fate uscire più i mezzi.

Insieme a loro ci saranno anche i sindacati e dalla Fit Cisl arriva un appello all’amministrazione comunale: “Siamo stanchi di lottare contro i muri di gomma” dichiarano il segretario generale e provinciale, Manuela Mistretta e Rosaria Perrone e continuano “siamo pronti a lottare per far valere i diritti dei lavoratori ormai martoriati da questa situazione che li frustra da troppo tempo. Siamo aperti al dialogo, ma vogliamo mettere un punto definitivo e chiudere il cerchio”.

Un duro affondo arriva anche dal consigliere comunale Nicola Cucinotta che vede la casa comunale trasformata nela "casa della protesta" di ogni grado e categoria. “Quanto la giunta Accorinti sia riuscita a fare nel settore dei rifiuti è tristemente noto a tutti i cittadini che, quotidianamente, vivono sulla propria pelle i disagi di una gestione dei servizi inadeguata, insufficiente, eseguita con mezzi che, nel migliore dei casi, dovrebbero ricevere una corretta manutenzione se non essere dismessi. Tutto ciò a discapito dell’incolumità dei dipendenti, con conseguenti ed inevitabili effetti negativi sotto il profilo dei relativi servizi. Messinambiente, gestita dal Commissario liquidatore Calabrò – subentrante al fallimentare duo Ciacci/Rossi da Capannori – non paga da due mesi gli stipendi ai suoi dipendenti. Tali ritardi sono da imputabili alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2015 derivante dall’inadeguatezza dell’Amministrazione”.

Cucinotta elenca le tante conseguenze ormai sono sotto gli occhi di tutti: le scuole restano fredde, gli stipendi non vengono pagati, le famiglie di Giampilieri non vengono risarcite dei danni subiti dall’alluvione del 2009 (costrette a vivere, a distanza di quasi sei anni, in una situazione precaria con un forte disagio sociale), solo perchè i dipartimenti e la ragioneria generale sono impossibilitati nel poter affrontare impegni di spesa di qualsiasi tipo.

Per il consigliere molti sono i dubbi e le incertezze legate alla gestione del settore rifiuti e nessuna soluzione viene prospettata nonostante l’assessore Ialacqua, “in totale stato confusionale, disorientato nel tempo e nello spazio”, abbia da subito indicato il comparto dei rifiuti come il settore a cui avrebbe dovuto dedicare anima e corpo. Invece, la città continua a restare in attesa del porta a porta, dell’incremento della differenziata e, quindi, della conseguente riduzione del tributo.

“L'auspicio è che si propenda verso la continuità del servizio raccolta effettuando in primis il pagamento immediato degli emolumenti dovuti ai dipendenti. Successivamente, ritengo necessario che si faccia subito chiarezza sul futuro della Società, dei suoi lavoratori e di quelli dell’ATO3, perché siamo di fronte ad una bomba ad orologeria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. La misura è colma per la stragrande maggioranza dei lavoratori che da troppo tempo tirano la carretta senza ricevere lo stipendio e, oltre allo sconforto, devono subire l’umiliazione di dover soccombere sotto i colpi delle scadenze (mutui, bollette, canoni, ecc…,). Con i conti corrente "a secco", molti lavoratori monoreddito saranno impossibilitati perfino a raggiungere il posto di lavoro”.

Provocatoriamente Cucinotta invita il sindaco a "scendere dal pilone di Torre Faro" e a occuparsi dei problemi reali della gente. “Non si può più aspettare: Messina sta morendo, lentamente”.

Francesca Stornante