Chiusa la posta di Calvaruso. Poste Italiane chiamate a rivedere la decisione

Non potranno più riscuotere le loro pensioni. Gli anziani del villaggio Calvaruso che costituiscono il 90% della popolazione residente nella zona, hanno visto sbarrarsi le porte dello sportello postale del paese lo scorso dicembre e iniziano a sentirne le ripercussioni.

Dopo l’alluvione che aveva già martirizzato gli abitanti del luogo nel 2011, si aggiunge adesso il pragmatico piano di ottimizzazione dei costi partorito da Poste Italiane, che ha sancito la definitiva chiusura di 54 punti in tutta la Sicilia, 27 dei quali solo nel Messinese, tra i quali è stato ricompreso proprio quello del piccolo borgo, in totale accordo con i “Criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale pubblica” stilati con apposito decreto dal Ministero dello sviluppo economico nel 2008.

Solerte la confraternita Francescana che, particolarmente sensibile alle esigenze degli abitanti di Calvaruso, così irrimediabilmente frustrate, hanno consentito che il consiglio comunale si svolgesse ieri “a domicilio” presso il loro, tra l’altro, celebre Santuario “Ecce Homo”, così agevolando anche la partecipazione di alcuni cittadini.

Alla seduta, alla quale hanno preso parte i consiglieri del comune di Villafranca Tirrena, assieme al loro presidente, Alberto D’Angelo e al segretario generale, Angiola Cutrona, così come il sindaco di Villafranca, Matteo De Marco, il segretario generale della CISL, settore poste, Gisella Schillaci, il rappresentante della CGIL, Giuseppe Di Guardo ma anche altre forze sociali e alcuni rappresentanti della stessa comunità religiosa che ha ospitato il consesso, si avuto modo di mettere a fuoco l’entità delle penalizzazioni inflitte ai residenti con l’improvvido provvedimento si è effettuata anche un’attenta riflessione sul pericolo di disgregazione di una comunità che da sempre rappresenta un notevole caposaldo storico e turistico della nostra città e che ad oggi si ritrova a lamentare l’incuria della mancata manutenzione della facciata dello stesso santuario, sulla via del crollo, nonché della strada di collegamento al capoluogo, tuttora transennata.

La comunità religiosa ha offerto il proprio sostegno agli abitanti e altrettanto ha dimostrato di voler fare il Comune, dichiarando di prestarsi a concedere in comodato d’uso i locali alle Poste Italiane in modo da minimizzarne le spese incentivando la riapertura dello sportello, peraltro già sottoposto a varie restrizioni degli orari di apertura. Un problema sociale che ha portato il consiglio a un nuovo sollecito nei confronti dell’ente a rivedere il suo Piano di Interventi varato nel 2012, improntato a una spending review che ancora una volta dà prova di danneggiare o apportare comunque notevoli disagi ai cittadini.