Un 2016 a suon di proroghe: l’appello della Consulta, l’attacco a muso duro di CittadinanzAttiva

L’anno dei servizi sociali messinesi era iniziato con una proroga. Un mese di continuità per scongiurare lo stop dei servizi e i danni che tutto ciò avrebbe causato ad anziani, bambini, studenti, disabili, famiglie disagiate. Una proroga tecnica che si era resa necessaria per la mancata approvazione del bilancio di previsione 2015. Quindi in barba ai progetti dell’assessore Nina Santisi, la condizione economica di Palazzo Zanca aveva costretto il delicatissimo settore sociale e sopravvivere per un altro mese. Nel frattempo però gennaio è passato e del bilancio neanche l’ombra. Così è scattata la seconda proroga, nel segno di un 2016 che avrebbe dovuto portare grandi novità nel settore e che invece si è ritrovato in condizioni addirittura peggiori del passato. L’assessore Santisi, sul finire del 2015, aveva tracciato un atto di indirizzo che dettava le linee da seguire per procedere alla riorganizzazione e ad una migliore gestione delle risorse disponibili, anche sotto il profilo del personale impiegato e necessario. Per questi progetti servirebbe addirittura il previsionale 2016, ma considerato che manca ancora il 2015 tutto sembra appeso a un filo.

Proprio sull’impossibilità di continuare in queste condizioni è intervenuta la Consulta comunale delle organizzazioni che operano nel settore delle attività sociali in favore della persona, della famiglia e della comunità, presieduta da Maria Lucia Serio. Secondo la consulta il procrastinarsi della mancata approvazione del bilancio previsionale 2015 ha determinato e continua a determinare un grave danno per tutta la comunità messinese e, in particolare, per le persone più fragili. “Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: appalti di servizi in scadenza, che vengono prorogati di mese in mese, nuovi servizi che non possono essere avviati. Tutto questo impedisce una puntuale programmazione e crea un forte disagio sia ai cittadini che ne usufruiscono che agli operatori sociali che sperimentano una quotidiana precarietà lavorativa”.

La Consulta chiede che si ponga fine a questa situazione di stallo e che vengano prontamente esitati tutti i provvedimenti di programmazione, gettando le basi per elaborare, in tempi celeri, il previsionale 2016, in modo che la città non si trovi a vivere più una tale condizione di incertezza e di malessere sociale.

C’è però chi contesta a muso duro l’operato di questa stessa consulta, ritenendola incapace di incidere realmente in quelle che sono le politiche sociali cittadine. A sferrare l’attacco è CittadinanzAttiva che punta il dito sia contro l’operato dell’assessore Santisi che contro l’atteggiamento della consulta. Secondo Angela Rizzo, Coordinatore dell’assemblea territoriale Messina Sud di CittadinanzAttiva e Coordinatore Provinciale del TdM, la Consulta delle organizzazioni deve prendere immediata posizione a seguito dell’atto di indirizzo dell’Assessore Santisi approvato nello scorso mese di dicembre (VEDI QUI). “Ricordo che lo stesso problema, peraltro con le stesse modalità, si era posto con il precedente assessore Mantineo e, sempre la stessa presidente, aveva ignorato la questione. Non è la prima volta che l’assessore alle politiche sociali bypassa la Consulta, ma con l’appoggio della presidente si cercano rimedi postumi. Ad un mese dall’approvazione dell’atto di indirizzo, l’assessore ha incontrato il presidente della consulta, il vice presidente e i rappresentanti delle aree tematiche, rendendo noto attraverso un comunicato stampa che si era discusso sulle linee programmatiche contenute nell'atto di indirizzo, sui servizi alla persona e sul loro sistema di monitoraggio”.

Per Angela Rizzo però questo non basta, anzi rischia di provocare danni: “Ritengo che la Consulta così utilizzata sia inutile, dannosa e asservita e non svolga il ruolo che è di sua competenza, ma venga declassata da organo consultivo obbligatorio a mero momento di ratifica a posteriori dai vari assessori che si sono susseguiti, grazie all’immobilità e all’accondiscendenza della Presidente. Ribadisco che non condivido nemmeno una virgola di quell’atto di indirizzo e mi auguro che la Consulta, questa volta, svolga il suo ruolo e si tuteli da questa subordinazione all’assessore che può celare disfunzioni per il migliore espletamento dei servizi e minori tutele per l’utenza più disagiata”.

Francesca Stornante