Dal Piano di Zona agli Stati generali, un copione già andato in scena. Prime stangate per Mantineo

Prime stangate per l’assessore Nino Mantineo e per la sua idea di rivoluzione dei servizi sociali messinesi. Tre giorni fa l’esponente della giunta Accorinti ha presentato con grandi entusiasmi gli Stati generali dei servizi sociali, appuntamento che nelle intenzioni dell’assessore e dei “suoi” esperti porterà a quello che sarà il futuro modello di gestione di un settore in cui ancora oggi si continuano a perpetrare logiche e meccanismi incancreniti nel tempo, che tengono in ostaggio centinaia di lavoratori e che non garantiscono efficienza e qualità dei servizi. Stati generali che arriveranno ad aprile dopo un percorso di dialogo e confronto con tutti gli attori che operano nel campo del sociale, almeno questo il presupposto illustrato da Mantineo.

Il copione però sembra già andato in scena perché quanto annunciato ricalca esattamente ciò che è già accaduto un anno fa per la redazione dei progetti del Piano di Zona 2013-2015. Riunioni, incontri, gruppo allargato e gruppo ristretto per decidere quali progetti inserire tra le proposte da inviare alla Regione per ottenere finanziamenti, definizione di un modello gestionale, principi da seguire e obiettivi da raggiungere che hanno determinato i criteri applicati per individuare quali fossero i progetti meritori nell’ottica di una gestione del settore socio-assistenziale.

A fugare ogni dubbio ci pensa la prima parte della relazione del Piano di Zona 2013-2015, un’introduzione che porta in calce la firma dell’assessore Mantineo e che spiega quali saranno le iniziative da intraprendere con quello strumento. Prendiamo in prestito qualche stralcio di quella relazione datata 11 marzo 2014, quindi poco meno di un anno fa e che prevede:

Costituzione, come previsto dalla legge regionale n. 22/66, dell’Ufficio del Servizio Sociale e del Segretariato Sociale come risposta istituzionale ai bisogni dei cittadini e la cui assenza, fino ad oggi, ha determinato più di una criticità sull’intero sistema. In questo livello ricadono anche due iniziative che ci proponiamo di intraprendere: l’elaborazione e/o l'aggiornamento di regolamenti inerenti l’erogazione di servizi sociali comunali offerti ai cittadini, e la predisposizione di un registro dei soggetti privati profit e non profit che offrono servizi sociali (infanzia, adolescenza, anziani e disabili)”. Ma non finisce qui, anzi si passa poi ad un livello definito “di sistema” che prevede: “Avvio di una indagine sui bisogni sociali della popolazione; costituzione di un gruppo di esperti per la valutazione della qualità dei servizi; emanazione di una “carta dei servizi sociali e sociosanitari”; istituzione di un tavolo Tecnico interistituzionale con la presenza di tutti i dipartimenti per condividere e promuovere interventi globali e multidimensionali; attivazione del “punto unico di accesso” ai servizi socio-sanitari, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, per favorire l’integrazione tra servizi sociali e sanitari e la messa a sistema di tutti gli interventi”. Iniziative che dunque erano già state individuate un anno fa e che oggi sono tornate d’attualità come priorità di quello che sarà il percorso da avviare per i servizi sociali comunali. Lecite dunque le perplessità di chi oggi teme che si sprechi altro tempo in barba alle reali esigenze di un settore sempre in ebollizione. Nel frattempo proprio sul Piano di Zona si attende ancora di capire se si riusciranno a superare le criticità evidenziate dalla Regione su quattro dei dieci progetti presentati. Mantineo e la sua squadra però non hanno dubbi e puntano fortemente su questo tipo di lavoro. Del resto è inevitabile l’unità d’intenti tra l’assessore e i suoi esperti: Rosario Ceraolo, Antonino Anastasi e Salvatore Rizzo hanno collaborato tutti a vario titolo con il Cesv, di cui Mantineo era presidente prima di trasferirsi a Palazzo Zanca, idem per Maria Lucia Serio, presidente della Consulta delle associazioni. Più difficile credere che professionisti del terzo settore come loro dopo un anno e mezzo non abbiano ancora chiara la forma da dare ai servizi sociali messinesi.

C’è infatti chi già storce il naso, ritendendo questa iniziativa un altro modo per prendere (o perdere) tempo in barba alle necessità di un settore che sotto molti aspetti invoca una netta inversione di rotta.

Durissimo il giudizio che arriva dalla segretaria della Fp Cgil Clara Crocè (nella foto a lato), convinta del fatto che gli Stati generali non porteranno a nessuna soluzione concreta, soprattutto perché i problemi dei servizi sociali erano ben noti già 18 mesi fa e dunque è lecito chiedersi perché in questo arco di tempo l’Amministrazione sia rimasta ad osservare inerme un disastro ampiamente annunciato.

“In un momento in cui i lavoratori appartenenti al settore dei servizi sociali sono allo stremo delle forze, chi perché in arretrato con gli stipendi, chi perché rimasto senza lavoro a causa del mancato riassorbimento del personale da parte delle cooperative che si sono aggiudicate i servizi, l’annuncio in pompa magna, da parte dell’assessore Nino Mantineo, della convocazione degli “Stati generali” del terzo settore, assume tanto il sapore dell’ennesima bufala” dice senza mezzi termini Clara Crocè. Per il sindacato, gli appuntamenti fissati per il prossimo 10 e 11 aprile rischiano di essere l’ennesima occasione di dare fiato alla bocca senza alla fine riuscire a produrre nessun fatto concreto. “Ci chiediamo quali debbano e possano essere le basi del confronto auspicato da Mantineo, se non si conosce il punto di partenza, ovvero quante sono le somme che l’Amministrazione Accorinti intende investire nel sociale. Un settore in cui questa Giunta, diversamente da quanto auspicato in campagna elettorale, non è riuscita a fare nulla”.

La Fp Cgil non mette in discussione l’importanza e la necessità del dialogo e del confronto, ma ricorda che in questi 18 mesi sono stati innumerevoli gli incontri e le proposte presentate anche da parte dei lavoratori, alle quali l’assessore ha fatto orecchio da mercante. “L’indizione di questi famigerati Stati generali rischia di trasformarsi solo nell’ennesima occasione per produrre fumo, la sensazione è che dietro l’etichetta “Stati generali” si nasconda solo l’ennesima operazione mediatica di questa Amministrazione, di cui peraltro bisognerà capire l’esito, che purtroppo non porterà a nulla di operativo”. Un’iniziativa dunque ritenuta inutile, anche perché le cose da fare erano chiare 18 mesi fa, eppure in questo lasso di tempo nulla è stato migliorato. Il sindacato chiede chiarezza sulle risorse che si intendono destinare ai servizi sociali, la mappatura e le esigenze degli utenti, il recupero delle rette degli utenti morosi, ma soprattutto si chiede trasparenza su quale modello gestionale adottare, visto che l’affidamento in appalto si è rivelato un vero disastro. “L’Assessore Mantineo scenda dalla luna, rimanga con i piedi per terra e provi a risolvere almeno un problema, quello dei lavoratori licenziati. Provi a recuperare un po’ di credibilità”.

Non va meglio dal fronte dell’associazionismo. I primi a rompere il silenzio sono i membri di Cittadinanzattiva, fortemente critici sulla reale esigenza di un percorso di questo tipo.

“Non è questione di Stati Generali, non ci vogliono tre mesi, non ci vogliono nè esperti, nè professionisti del settore, per programmare ed avere servizi sociali idonei per una Città come Messina. Ci vuole solo "amore" e cuore verso i minori, verso gli anziani, i disabili, i Cittadini più emarginati e più bisognosi. Se manca questo, manca tutto”. Cittadinanzattiva cheide per esempio all’assessoreperchè non ha voluto e non vuole introdurre il voucher sociale, che consente agli utenti di scegliere la cooperativa più idonea e più efficiente, alle proprie esigenze. “Perchè deve essere il Comune ad imporre, nei Capitolati di appalto, la quantità e la qualità degli operatori, quando ci sono degli standard legali da rispettare? Perché gli anziani di Casa Serena devono abbandonare la Casa di Riposo Comunale solo perchè non è a norma mentre in città tutte le Scuole e gli Edifici pubblici sono nella stessa condizione. “Non ci siamo, caro Assessore, quanto illustrato, programmato e sbandierato, per i cittadini, è pura e semplice demagogia”.

Francesca Stornante