"E' assurdo che il Comune di Messina possa perdere una simile opportunità". In seguito alla notizia, data dal nostro giornale, sulla perdita dei fondi Pac del Piano d’azione e coesione, l'Orsa, tramite Francesca Fusco fa sapere che chiederà un incontro con gli assessori Signorino e Mantineo, il segretario e direttore generale Le Donne e il dirigente Bruno. La questione non è andata già neanche alle Federazioni dei Pensionati di Cgil, Cisl e Uil: “L’unica e immediata azione che dovrebbe compiere il Sindaco sarebbe quella di dimettersi o, quantomeno, di sostituire l’Assessore alle Politiche Sociali, Mantineo, ed il Dirigente del Dipartimento, Bruno. La vicenda è paradossale, ma, purtroppo, emblematica dello stato di degrado istituzionale, sociale e politico che soffoca la nostra sfortunata città ed i suoi incolpevoli abitanti – proseguono i rappresentanti sindacali che adesso chiedono un incontro al sindaco -. La gestione ed il funzionamento dell’ apparato amministrativo del Comune di Messina, lascia veramente sconcertati. Dopo un anno e mezzo di lavoro, di confronti e di scontri, dopo essere riusciti in qualche modo ad inviare nei termini temporali stabiliti i progetti per l’infanzia e per gli anziani, dopo aver risposto ai quesiti posti dal Ministero ed avere, infine, ricevuta la buona notizia della loro approvazione definitiva, si è pensato che sarebbe stato meglio non fare nulla e, quindi, si blocca tutto”.
Cgil, Cisl e Uil accusano palazzo Zanca, con una serie di domande retoriche. “Il Dirigente del Dipartimento, che si permette di suggerire all’amministrazione di non avviare nel futuro, nuove e similari procedure, non era al corrente della normativa per l’accesso ai finanziamenti? E l’Assessore alle Politiche Sociali non ne sapeva nulla? Ed il Sindaco non ne sapeva nulla? Ma ci si rende conto che somme così rilevanti per l’assistenza agli anziani non autosufficienti e per i servizi alla prima infanzia (si tratta di cifre superiori ai 10 milioni di euro), non si possa nemmeno pensare di perderle, quando una città in ginocchio, specie nelle sue componenti più deboli grida aiuto?”.
La mancanza di personale era già stata anticipata dal consigliere comunale Libero Gioveni, che ora giudica “superficiale” la gestione di questa opportunità da parte dell’amministrazione. L'esponente Udc ricorda la necessità di aumentare i posti nell'asilo nido di Camaro (che attraverso questi fondi da 21 passerebbero a 30 realizzando il locale cucina) e in quello di San Licandro (che dagli attuali 48 raggiungerebbero quota 60), per non dimenticare anche il vecchio progetto di un nuovo asilo nido in via La Farina di 60 posti che giace ancora nei cassetti di Palazzo Zanca.
Il consigliere rincara poi la dose facendo un paragone col passato e chiedendosi: "Se queste risorse dovessero andare in fumo, cosa ci sarebbe di diverso con le gestioni precedenti visto che ai tempi di Buzzanca e Croce 15 dei 41 milioni di euro per la Sicilia messi a disposizione dalla Comunità Europea e 26 dei 400 stanziati per il Mezzogiorno dal Governo nell'ambito del vecchio "Piano di Azione e Coesione" si erano anch'esse "volatilizzate" perché Palazzo Zanca non rispose alle comunicazioni dell'assessorato regionale alla famiglia notificategli sia nel dicembre 2012 che, con nota di sollecito, nell'aprile 2013?"
Gioveni chiederà di avviare un'indagine amministrativa nella competente commissione consiliare servizi sociali al fine di accertare eventuali responsabilità, e auspica, intanto, che l'allarme lanciato dal Dirigente possa essere colto immediatamente dall'assessore ai servizi sociali Mantineo.
Sulla stessa linea, anche la consigliera Daniela Faranda. “Stante la grave crisi economica che palazzo Zanca attraversa – afferma -, il rischio di perdere ancora una volta fondi indispensabili destinati ad anziani non autosufficienti e all’infanzia, penalizzando i già carenti servizi sociali, non è accettabile. Ho già più volte segnalato che non vengono affrontati argomenti di grande interesse per la città, tra questi proprio la carenza di servizi sociali”. La Faranda invita il sindaco e l’amministrazione comunale “a concentrare l’attenzione anche sulla risoluzione di questi temi cittadini, tralasciando quelli di più grande rilevanza mediatica”.
Preoccupazione espressa anche dalla Consulta delle Organizzazioni che operano nel settore delle attività sociali. "La fase di programmazione e progettazione di tali servizi ha visto il coinvolgimento di tutto il Distretto Socio-sanitario D26, degli attori sociali pubblici e privati e delle Amministrazioni distrettuali che si sono impegnati per garantire una maggiore offerta dei servizi socio-assistenziali. La rinuncia al finanziamento comporterebbe un’ulteriore perdita delle risorse comunitarie anche per le successive annualità con un danno per tutta la comunità in termini di servizi ed occupazione".