“Non un passo indietro ma mille in avanti”, il Consiglio si difende ma cade sul numero legale. LE FOTO

L’aver cambiato idea per loro non è stato un passo indietro ma mille in avanti. Alla fine i consiglieri comunali che oggi sono tornati in aula per votare l’ordine del giorno “salva servizi sociali” hanno difeso così la scelta di rivedere totalmente la destinazione di parte del gettito Tasi a servizi come la manutenzione stradale, la pulizia dei tombini o gli interventi sulle radici degli alberi della circonvallazione. Si sono appellati al senso di responsabilità, alla coscienza di dover dare risposte ad un settore caldissimo e difficile, alla necessità di non abbandonare in mezzo alla strada fasce deboli come gli utenti dei servizi sociali. Tutti, o quasi, pronti a virare per aiutare l’amministrazione comunale ad avere i soldi necessari per non sospendere i servizi dal prossimo 30 novembre, amministrazione che anche stavolta si è trovata in aula con un appoggio trasversale pronto a lanciare un salvagente fondamentale. Guai però a parlare di patti, accordi, ripensamenti o approssimazione, tutto è stato fatto per senso di responsabilità. O almeno questo è il messaggio che hanno cercato di far uscire dalla lunga seduta di oggi, controllata dall’alto dai lavoratori dei servizi sociali che sono rimasti per tutto il giorno a seguire i lavori di un Consiglio che si è riunito in seduta straordinaria per votare un ordine del giorno, non una delibera, che dà indirizzo all’amministrazione di approntare una nuova delibera di rimodulazione dei fondi Tasi che poi comunque dovrà fare la sua tappa in aula.

Peccato però che proprio quell’alto senso di responsabilità si sia infranto sullo scoglio del numero legale. Perché, al momento del voto del primo dei tre emendamenti presentati all’ordine del giorno, i presenti in aula erano venti. Nulla di fatto per un solo voto mancante. Una seduta anche stavolta infinita, fissata alle 12, iniziata un’ora dopo, sospesa per un’altra ora per una riunione dei capigruppo con il vicesindaco Guido Signorino, scandita da numerosi interventi e alla fine inconcludente perché in aula erano rimasti solo in venti (Abbate, Adamo, Amata, Barrile, Cantali, Cardile, Paolo David, De Leo, Fenech, Gioveni, Interdonato, La Paglia, Mondello, Pagano, Parisi, Rizzo, Russo, Scuderi, Sindoni, Trischitta). Seduta rinviata di un’ora e, com’era prevedibile, al ritorno in aula i presenti erano ancora di meno. Solo in 15 hanno risposto presente all’appello del Segretario generale Antonio Le Donne (Abbate, Barrile, Cantali, Cardile, Cucinotta, Paolo David, De Leo, Fenech, Gioveni, Pagano, Russo, Sindoni, La Paglia, Trischitta, Zuccarello), dunque tutto rinviato alle 12 di domani. Inevitabile la reazione di chi è rimasto a vigilare dall’alto per tutta la seduta: in tanti hanno urlato “vergogna” a chi però, nonostante tutto, era in aula e fino alla fine ha provato a chiudere la partita oggi stesso.

L’ordine del giorno, che ha visto come primo firmatario il consigliere Udc Franco Mondello e la sottoscrizione di una ventina di colleghi, in pratica dice all’amministrazione di preparare una nuova delibera che modifica quella che l’aula ha votato lo scorso 8 settembre e in cui toglieva 2 milioni dalla voce “servizi sociali” per destinarli ad altri servizi, nell’assoluta convinzione che i servizi sociali non fossero servizi “indivisibili” come invece prevede la normativa per l’utilizzazione del gettito Tasi. Polemiche su polemiche, manifesti di alcuni consiglieri, chiarimenti, precisazioni, tutto buttato alle spalle. E chi ha deciso di farlo, oggi ha difeso con le unghie questa decisione. Il “patto” con l’amministrazione è che i soldi che si toglieranno adesso verranno poi rimessi a posto su manutenzione strade, tombini, verde, radici, nel bilancio di previsione, stornandoli dagli introiti Ecopass. Bisognerà però poi vedere quali interventi effettivamente potranno essere finanziati dall’Ecopass che, non bisogna dimenticare, è una "tassa di scopo" che deve avere una finalità ben precisa e in quanto tale può coprire i costi di interventi che riguardano in particolare manutenzione e sicurezza stradale.

Tre gli emendamenti presentati all’ordine del giorno: Nina Lo Presti ha chiesto una relazione analitica su quelli che vengono a questo punto considerati servizi indivisibili da coprire con la Tasi, viste le polemiche degli ultimi mesi; con gli altri due emendamenti Elvira Amata e altri colleghi hanno invece deciso di lasciare “carta bianca” all’amministrazione rispetto al milione e quattro che inizialmente l’ordine del giorno spostava sui servizi sociali ma mettendo nero su bianco la richiesta di coprire questo “ammanco” dai settori delle manutenzioni direttamente nel bilancio di previsione con i fondi Ecopass.

Proprio su questo punto ha chiesto chiarimenti il consigliere Udc Libero Gioveni che ha ricordato che quei fondi dovrebbero anche essere impiegati per far tornare a lavoro i 32 vigili vincitori del famoso concorso. Duro invece l’intervento di Antonella Russo, capogruppo del Gruppo misto, che ha definito l’atto giunto in aula come un “palese tentativo di riparare ad una politica disastrosa dei servizi sociali, un atto ermafrodita, impossibile da votare o emendare”.

Un pesante attacco all’amministrazione è arrivato invece dalla consigliera Pd Donatella Sindoni, la prima ad aver puntualizzato come con questo ordine del giorno il Consiglio comunale non ha fatto un passo indietro ma mille in avanti, mettendo una pezza all’incapacità dell’esecutivo di dare le giuste risposte ad un problema così pesante. “Questo però riguarda il 2014. E il prossimo anno che succederà? Del 2015 noi non sappiamo niente, solo che serviranno 20,5 milioni per coprire i costi del personale, compreso quello fuoriuscito da Casa Serena. Nessuno ha parlato di nuovi servizi, ma le ruote dovrebbero servire per far camminare la macchina non viceversa”.

L’intervento della Sindoni però è stato più lungo degli altri perché la consigliera Pd ha voluto parlare in aula di una triste vicenda che ultimamente, proprio per il suo ruolo da presidente della Commissione Servizi sociali, l’ha toccata direttamente. “In questi giorni sono stata oggetto degli strali di un sindacato e delle contumelie di alcuni lavoratori. Accetto le critiche politiche ma non posso accettare quando un attacco politico si consuma su un terreno diverso, rispolverando una pagina dolorosa del mio privato e della mia professione, ormai archiviata da tempo. Il 22 febbraio del 1992 rimasi agli arresti domiciliari per tre mesi perché accusata insieme ad altre persone di presunta truffa ai danni dell'Asl. Dopo dieci anni sono stata riconosciuta totalmente innocente, tanto che lo Stato mi ha indennizzato come vittima della giustizia. Chi oggi riporta alla luce quella vicenda, omettendo di dire come si è conclusa, prova a gettare discredito sulla mia persona ma sappia che non mi farò intimorire da questi comportamenti”. In questo modo la consigliera ha voluto lanciare un messaggio a chi, in questi giorni, l’ha presa di mira soprattutto sui social network. “Facciamo passi indietro ce lo impone la nostra coscienza, l'obbligo di evitare le conflittualità che si sono create in questi ultimi tempi. È un discorso di buon senso, dobbiamo essere capaci di dare un segnale di maturità” ha poi ribadito Franco Mondello.

Nessuna debolezza neanche per il capogruppo Pd Paolo David che però ha stigmatizzato la mancanza di progettualità dell’amministrazione che costringe il Consiglio ad operare sempre in preda alla fretta e all’emergenza dell’ultimo minuto.

Intervento colorito da parte del capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta che non ha avuto remore a dire “se cambiare idea per salvare posti di lavoro e famiglie significa buttarsi la merda in faccia lo faccio eccome. A differenza di altri colleghi (il riferimento soprattutto a Lucy Fenech e Antonella Russo) che si sono attaccati a cavilli ed egocentrismo politico, siamo qua per dare risposte concrete, con la certezza che quelle voci dei famosi manifesti non verranno toccate perché ci saranno i fondi Ecopass a finanziare quei lavori.

A difendere la scelta di responsabilità anche Elvira Amata per i Dr e Claudio Cardile del gruppo Felice per Messina, anche loro però hanno chiesto contezza di quanto accadrà nel 2015. Bagno di umiltà invece da parte di Piero Adamo che fino ad oggi aveva sempre difeso a spada tratta quella ripartizione dei fondi Tasi e che oggi si è trovato a dover dire: “Non mi offendo con chi dice che c'è stato un ripensamento. Voterò con rabbia perché questa vicenda è stata gestita malissimo e la città deve sapere che si naviga a vista. Voto per fare fronte a una emergenza che mi fa tornare sui miei passi ma ancora oggi non ho sentito nessuno parlare di una riforma profonda di questo sistema. Questa amministrazione doveva partire dagli ultimi e iniziare a smantellare il collassato sistema delle cooperative, ma non mi pare che sia stato fatto nulla in quest’ottica”.

Insomma, tante buone intenzioni che però alla fine non hanno portato a niente. Ripensamento o meno, l’aula ha dimostrato con i numeri di non esserci. Nell’assoluto silenzio degli assessori Guido Signorino e Nino Mantieno che durante tutta la seduta hanno scelto di non proferire parola. Votazione quindi rinviata di 24 ore . Con una doppia riunione di Consiglio perché alle 12 si riaggiorna la seduta di oggi e poi nel pomeriggio seduta ordinaria.

Francesca Stornante