Si torna in “assedio” per reclamare certezze, altissima l’attenzione su Casa Serena

Il primo incontro è servito per fare il punto della situazione, per tornare a discutere una problematica che si trascina ormai da un anno e che pare non promettere nulla di buono, soprattutto guardando al futuro prossimo. La vicenda Casa Serena ha riunito attorno a un tavolo l’assessore alle Politiche sociali Nino Mantineo, la segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco e i segretari delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, Clara Crocè, Calogero Emanuele, Pippo Calapai, e un gruppo di lavoratori. E’ stato il primo tavolo tecnico tra amministrazione e sindacati dopo le recenti denunce sui costi della struttura e l’annuncio della cooperativa di una riduzione del personale di 35 unità a partire da gennaio, quando cioè la coop Azione Sociale non sarà più nelle condizioni di rinnovare la cassa integrazione in deroga attivata parzialmente per tutti i lavoratori a gennaio, a seguito della riduzione del budget a disposizione per la gestione della casa di riposo di Montepiselli. Salvaguardare lavoratori e anziani è la priorità da entrambe le parti. L’assessore Mantineo ha però fatto presente la necessità di ridurre in qualche modo i costi, soprattutto fino a quando parte degli anziani sarà ospite di altre strutture in attesa degli interventi di messa a norma. I sindacati hanno fatto presente che il nulla di fatto di questi mesi non può essere pagato dagli operatori della struttura, da gennaio scorso si attendono i lavori per ottenere la certificazione dei Vigili del Fuoco per poter inserire Casa Serena nell’albo regionale, l’avviso per avviare gli interventi è stato però pubblicato solo pochi giorni fa e l’apertura delle buste con le offerte è stata fissata per il prossimo 7 novembre. Ciò che preoccupa maggiormente i lavoratori in questo momento è il fatto che, visti i tempi burocratici e tecnici per giungere alla fine di questo percorso, a gennaio potrebbero davvero scattare i primi licenziamenti. Una soluzione tampone potrebbe essere il trasferimento di parte degli operatori in altre cooperative che gestiscono i servizi sociali. Ma naturalmente è tutto da vedere e da discutere. Se ne riparlerà il prossimo 4 novembre, quando ci sarà il secondo tavolo tecnico a cui parteciperà anche il presidente della cooperativa Giovanni Ammendolia.

Intanto però il fronte dei servizi sociali inizia a farsi sempre più caldo. Oggi si torna a manifestare, a proclamare quello che è stato definito come “l’antipasto della protesta” la Fp Cgil. I lavoratori si sono dati appuntamento davanti Palazzo Zanca per chiedere che il Comune faccia chiarezza sul futuro di un settore dove negli ultimi anni la parola programmazione è completamente stata svuotata di senso. La decisione di avviare un presidio sotto la “casa comunale” è dipesa dall’ennesimo rinvio (il quarto per la precisione) dell’incontro tra i Sindacati e l’Assessore alle politiche sociali Nino Mantineo. Oggetto del confronto, per cui la Fp Cgil ritiene che l’Amministrazione abbia perso già troppo tempo, riguarda le somme da stanziare per i prossimi bandi sui servizi sociali nel bilancio di previsione.

«Ad oggi – ha affermato la segretaria generale della Funzione pubblica, Clara Crocé – non sappiamo quanto l’Amministrazione sia intenzionata ad investire sui bandi e la cosa ci preoccupa non poco. Il dialogo con le organizzazioni sindacali, che conoscono bene tutte le problematiche, le carenze e i bisogni di un settore in continuo affanno, sarebbe stata determinante». In occasione della mattinata di mobilitazione il sindacato chiederà con forza di conoscere le intenzioni della Giunta Accorinti, anche perché, con il passare del tempo, e in vista della scadenza dei bandi negli scorsi mesi affidati con mini gare, e già una volta prorogati, tra i lavoratori cresce la preoccupazione.

«I dipendenti dei CAG (Centri Aggregazione Giovanile) – afferma la Crocé – il cui servizio terminerà tra il 4 e il 5 dicembre, sono stati già raggiunti dai preavvisi di licenziamento. E sono molti altri i servizi che, alla stregua dei CAG, essendo stati affidati con mini gare ed essendo già stati prorogati una volta, non potranno essere mantenuti se non in regime di proroga tecnica. Con un particolare, però, da non sottovalutare: la proroga tecnica, infatti, può essere concessa solo qualora vengano messe in atto tutte le procedure per l’indizione delle nuove gare, nei tempi previsti dalla legge». Il tempo dunque incalza, le scadenze si infittiscono e ancora tanti rimangono i “nodi” da affrontare e sciogliere. A ciò, evidenzia la Fp Cgil, si aggiungono l’estrema lentezza con cui il Comune liquida le fatture alla cooperative e la legittima disperazione dei dipendenti, in particolare di Nuove Solidarietà, Nuova Presenza e Azione Sociale, che ancora adesso aspettano tanti, troppi stipendi arretrati.

Francesca Stornante