L’azienda risponde ai lavoratori: “Massima solidarietà, ma la decisione è obbligata”

E’ arrivata chiara e circostanziata la risposta dalla dirigenza ospedaliera del Policlinico in merito alla vertenza che sta riguardando i 74 dipendenti del servizio mensa a rischio posto di lavoro. Il dottor Giuseppe Pecoraro, in un incontro avuto con i sindacati, aveva già specificato che la decisione era stata imposta dai tagli nazionali.

“Negli ultimi mesi i vertici aziendali hanno incontrato in diverse occasioni i rappresentanti dei lavoratori per ascoltare ragioni e motivazioni che di certo meritano attenzione e rispetto. Tuttavia – proseguono i vertici del Policlinico – pur manifestando la massima solidarietà nei confronti dei dipendenti coinvolti, l’AOU “G. Martino” precisa che le azioni intraprese sono frutto di una analisi dettagliata e responsabile che trova come unica motivazione il decreto legge n. 95 del 2012”.

Il decreto legge “incriminato” riguarda le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica in ambito provinciale.
“Una azione, quella messa in atto – prosegue la nota del Policlinico – che va al di là del semplice concetto di spending review e valorizza prezzi di mercato fissati direttamente dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Quest’ultima pubblica sul proprio sito i prezzi di riferimento in ambito sanitario, classificando le diverse categorie di beni e servizi coinvolti, tra cui ristorazione, pulizia e lavanderia. Ed è l’art. 15 comma 13 b) del D.L. 95/2012. a prevedere di dover allineare i prezzi praticati dagli attuali fornitori di beni e servizi ai prezzi fissati dall’Autorità. Non ci possono essere differenze superiori al 20% rispetto al prezzo di riferimento: in caso di scostamento o mancato accordo le Aziende sanitarie hanno l’obbligo di recedere dal contratto senza alcun onere a carico delle stesse”.

Sulla base di questi parametri è stata calcolata la quota relativa alla giornata alimentare di ogni paziente, 13 euro anziché 15. E, come se non bastasse, questo è solo l’inizio. La “mazzata” più pesante arriva dall’assessorato regionale alla sanità che, spiega l’AOU “G. Martino”, ha ridotto i finanziamenti per l’anno 2012 di oltre 800 mila euro.

Come a dire che non è stato possibile agire diversamente. La dirigenza dell’ospedale specifica che nel bando l’affidamento del servizio è stato fissato a un anno, “un segnale di apertura anche rispetto a prospettive alternative che potrebbero definirsi in futuro”.

Eppure ieri dall’incontro con il capo del gabinetto della prefettura, si era profilata la possibilità di modificare il bando almeno nella parte che prevede la chiusura delle cucine interne. E mentre la dirigenza motiva le decisioni intraprese, i lavoratori continuano la protesta. Nella mattinata di oggi era previsto il sit-in di fronte al Rettorato in attesa dell’incontro di domani mattina con il prefetto.