Panarello: “Nel Pd solo la Russo coerente. Gli alfieri del nuovo hanno agito da vecchi marpioni”

La vicenda della sfiducia ha visto emergere tutte le contraddizioni di un Pd rimasto sott’acqua per 4 anni e ancora lontano dal venire a galla. La gestione commissariale Carbone si è rivelata “light” e lungi dal risolvere i problemi non li ha neanche affrontati. Per quanto riguarda la sfiducia i vertici del Pd si erano dichiarati, nel corso delle riunioni, a favore della sfiducia (così infatti Carbone, Antoci, Panarello, Laccoto) ma soltanto la capogruppo Antonella Russo ha agito di conseguenza. I tre “dissidenti” Iannello, Gennaro e Cardile hanno sconfessato apertamente dirigenti, deputati e capogruppo in un colpo solo.

Lo si comprende anche dal comunicato del deputato regionale Filippo Panarello che vede in quanto accaduto anche la diretta conseguenza delle falle della gestione commissariale.

La vicenda della sfiducia rischia di infliggere un colpo micidiale alla credibilità del PD e costituisce l’epilogo inglorioso del commissariamento“romano”- scrive Panarello-

La cruda realtà dice questo e bisogna ammetterlo senza infingimenti, se si vuole provar a risalire la china nella quale è precipitato il PD cittadino. L’infausta gestione commissariale, refrattaria a qualunque confronto con gli iscritti e le rappresentanze istituzionali (a partire dai deputati regionali), incapace di definire proposte e promuovere iniziative sui problemi della città, ondivaga sul rapporto con la giunta Accorinti, ha creato i presupposti per una scelta politicamente disastrosa”.

Fin qui il deputato regionale ripercorre le tappe della gestione affidata da Renzi a Carbone, nell’ottobre del 2015, caratterizzata da atteggiamenti di chiusura nei confronti di quanti, sia dalla base che da ex dirigenti di partito hanno tentato via via di portare avanti un dibattito sul come ricostruire. L’annunciata riduzione dei circoli, il cambio di rotta, le tavole rotonde tematiche, sono rimaste sulla carta e si sono tenute sporadiche riunioni ed un pre-tesseramento nel dicembre 2015 che ha avuto il solo effetto di comportare liste di proscrizione e molta confusione.

Dopo queste premesse Panarello affonda il colpo nei confronti di quei consiglieri comunali Pd (nonché presidenti di circoscrizione) che si sono ritrovati nelle stesse posizioni dei genovesiani.

“Tutto questo, però, solo in parte, giustifica le scelte compiute dai singoli- prosegue Panarello- E’ sconcertante che, dopo lunghe ed impegnative discussioni, l’unico voto, coerente con il ruolo di opposizione, sia stato quello della capogruppo. E’ sconfortante come alcuni giovani, che si sono presentati come alfieri del nuovo, abbiano attivamente sostenuto, con tatticismi e furbizie degni dei peggiori marpioni della vecchia politica, scelte che hanno posizionato il PD sulla stessa linea del gruppo genovesiano. Ritengo necessario che su quanto è avvenuto si sviluppi una riflessione approfondita, non per individuare capri espiatori, ma per rispondere positivamente alle preoccupazioni che questa vicenda ha determinato tra i nostri iscritti, i nostri elettori e nell’opinione pubblica”.

Il deputato regionale, che è tra i fondatori del Pd, provenendo dall’anima Ds, auspica quindi che il Congresso si svolga al più presto e che sia occasione di un confronto vero sul futuro del PD, svincolato dalle appartenenze nazionali, consapevole dei problemi politici ed organizzativi in una città nella quale il partito ha perso il rapporto con la sua gente.

Se da una parte c’è chi sostiene che sia la capogruppo Russo a dover fare un passo indietro dall’altra c’è chi evidenzia come la Russo sia stata l’unica che ha seguito la posizione indicata dal partito. L’assenza di una struttura ha portato queste conseguenze ma è altrettanto evidente che se 3 consiglieri non tengono in considerazione neanche i 2 deputati di riferimento (che non sono imposti dall’alto ma sono stati eletti a Messina), significa che qualche problema il partito ce l’ha.

D’Alia in conferenza stampa non ha attaccato il Pd, sottolineando come appunto nel corso delle riunioni del centro-sinistra i partecipanti abbiano espresso una posizione favorevole alla sfiducia. L’ex ministro ha però evidenziato come a salvare Accorinti siano stati 2 partiti: Forza Italia e il partito del gettone di presenza.

A fine febbraio Carbone non sarà più commissario ed a marzo si terrà il Congresso. Nei prossimi giorni quindi inizierà il tesseramento in base al quale si decideranno i nuovi vertici del Pd dopo 4 anni dall’ultima segreteria cittadina (l’ultimo segretario è stato Giuseppe Grioli).

Le grandi manovre sono già iniziate ma in questo contesto a mancare saranno i tesserati.

Rosaria Brancato