Potere e follia: strepitoso “Re Lear” al Globe Theatre di Villa Borghese

Il Silvano Toti Globe Theatre a Villa Borghese, sotto la direzione artistica di Gigi Proietti, è stato ideato nel 2003 per celebrare i 100 anni di Villa Borghese, durante la gestione Veltroniana, sul modello del seicentesco teatro inglese. Ottimi spettacoli, a prezzi stracciati, grazie ai finanziamenti comunali … ma con l’aria che tira si rischia di non continuare.
Fortunatamente, anche la stagione 2015, dal 2 luglio al 27 settembre (con brevi interruzioni, ad inframmezzare le cinque opere ed i sonetti d’amore) ci ha riservato ottima drammaturgia e commedia e sublimi composizioni poetiche.
“Re Lear”, con la regia di Daniele Salvo e traduzione di Emilio Tadini, ha potuto contare su una macchina scenica perfetta, con la resa di un prodotto composto, bello e raffinato, sapientemente condotto … Spettatori attenti e partecipi, nonostante la calura infernale.
E così il più leggendario sovrano mai generato dalla mente Shakesperiana, Lear, scientemente decide di mantenere l’autorità regale, pur dividendo il suo regno di Britannia fra le tre figlie Goneril, Regan e Cordelia e i loro tre mariti, ma non distingue fra l’adulazione delle prime due discendenti e l’asciutta devozione della minore – che, invece, lo ama sinceramente – e affiderà il potere nelle mani sbagliate, con effetti distruttivi. Tragedia dell’ingratitudine, questa, della cecità del potere e dei suoi effetti sulla psiche umana. Le trovate registiche sono davvero minimaliste, per raggiungere il nitore interpretativo e l’essenzialità del testo, basato sull’interiorità dei personaggi … e così, con la scenografia ridotta all’osso e la fortissima emotività, pura, delle figure, principali e secondarie, (ma mai marginali), l’azione è spostata su momenti privatissimi.
Gli elementi atmosferici sono anch’essi riuscite metafore dei tormenti e delle condizioni psichiche dei personaggi.
Gli elementi performativi o di ricerca visiva non oscurano mai il mistero di questo testo glorioso, che è stato rappresentato magnificamente da un cast affiatatissimo, con scene e costumi di Silvia Aymonino, efficaci musiche originali, (suggestive) belle immagini video delle battaglie di Indyca, ottimo service luci-audio.
Un eccellente re, quello di Graziano Piazza, senza alcuna sbavatura, che passa dall’autorità più assoluta alla fragilità del dominato, che tenta di difendersi attraverso la resa di verità assolute, agli occhi del mondo, discutibili, che lo rendono quasi “folle”.
Selene Gandini è un buffone poetico e stupendo, con le sue verità motteggiate e sempre conducenti, la Goneril di Marcella Favilla, perfetta nella sua sordida perversione, la Regan di Silvia Pietta, regale nella sua cattiveria più raffinata, e la Cordelia di Mimosa Campironi, discreta e mai sopra le righe. Il perfido Edmund, alias Ivan Aloisio, è grandioso, così come il buon Edgar, reso da Pasquale Di Filippo. Anche i duchi di Albany, di Cornovaglia (perfido e stupido), di Borgogna (che riesce a redimersi, ribellandosi alla consorte), il fedele conte di Kent e il fine e profondo Re di Francia, (che ad una Cordelia in lacrime dice “Oggi, qui, hai perso….trionferai altrove”) sono impeccabili nei rispettivi ruoli, così come Gloucester, superbo nell’interpretazione di uomo “giusto”.
Un prodotto artistico d’eccellenza … in conclusione.

Tosi Siragusa