Il nuovo slogan di Forza Italia: “E adesso tutti ai servizi sociali…”

Lo slogan sarà: adesso tutti ai servizi sociali. Quindi sveglia presto, camice o divisa pulita, sorriso smagliante, cuore grande come una casa e soprattutto: avvisate la stampa prima di varcare la soglia di qualsiasi centro abbiate scelto, sia esso un ospizio, un centro di recupero, una casa famiglia, un rifugio per barboni.

“I candidati di Forza Italia ritaglino qualche ora della loro campagna da dedicare a chi ne ha bisogno, come gesto di solidarietà a Berlusconi e come segnale di vicinanza alla gente comune. Da un male può nascere un bene”.

Questa non è una battuta di Zelig, né di Crozza, ma è una dichiarazione rilasciata a Repubblica da Giovanni Toti, neo delfino di Berlusconi e capolista alle Europee nel Nord-ovest. Il fatto che abbia detto queste cose seriamente, sia pure nella giornata di Pasquetta quindi forse dopo un piccolo brindisi, fa capire in quale baratro è precipitato il Paese. Nel leggerle sono rimasta senza parole. Concludere dicendo: “da un male può nascere il bene” indicando quale “bene” un’armata di candidati alle Europee che invadono case di cura, centri di recupero, facendo finta di essere crocerossine dotate di compassione verso il prossimo, appare una minaccia, è come aprire le porte dell’inferno. Già immagino Elisabetta Gardini piuttosto che Iva Zanicchi rilasciare autografi prima di varcare la soglia della “Casa dell’anziano sorriso” e abbracciare i vecchietti sulla sedia a rotelle davanti ai flash salvo poi abbandonarli al loro destino non appena i cronisti girano l’angolo. Già mi vedo Clemente Mastella aiutare anziani ad attraversare la strada e poi farli finire sotto un tir perché si distrae per rilasciare un’intervista, o Raffaele Fitto che spiega le gioie del lifting mentre fa compagnia ai ricoverati in un reparto per lungodegenti. Solo in un Paese ridicolo come l’Italia può accadere che una condanna venga scambiata per un’occasione per fare campagna elettorale, solo in un Paese ridicolo come il nostro una cosa seria come l’affidamento ai servizi sociali può essere scambiato per un circo, uno show. E la colpa è nostra, perché solo in un Paese come il nostro può definirsi “pena” quella che Berlusconi dovrà scontare in una casa di riposo. Infatti nessuno la considera tale, compreso Toti che l’ha vista come un’idea fantastica che neanche il più raffinato spin doctor avrebbe potuto partorire in vista delle Europee. Vuoi mettere l’audience dell’(ex) Cavaliere che suona la chitarra cantando Apicella a stuoli di anziani ed infermiere (vere) battendo il tempo con i tacchi? Vuoi mettere, pensa Toti, come salgono alle stelle le percentuali se faccio cucinare alla mensa dei poveri l’onorevole belloccio, se faccio pulire i bagni di un centro di recupero all’ex velina, se metto un ex senatore a fare compagnia ai malati in ospedale? Ecco la tesi di Toti: i candidati di Forza Italia dedichino qualche ora della campagna elettorale a chi ha bisogno,per solidarietà a Berlusconi, ingiustamente condannato e come segnale di vicinanza alla gente.

Per Toti quindi il dedicarsi agli altri è un fatto di solidarietà nei confronti di Berlusconi. Il destinatario della solidarietà è Silvio, non chi sta male. Il gesto di solidarietà è fatto nei confronti di un ex Presidente del Consiglio, imprenditore, stramiliardario baciato dal fato ma “perseguitato” da toghe rosse che lo hanno condannato alla peggiore delle pene: 4 ore a settimana per 12 mesi (riducibili a 10) ai servizi sociali. In totale, se alla fine se le dovesse fare tutte, una pena complessiva di meno di 8 giorni, per una condanna a 4 anni (tre indultati) per frode fiscale. Un supplizio insomma, roba da gestapo. Il gesto di solidarietà richiesto da Toti non è verso chi soffre o è svantaggiato, quello viene in secondo piano, perché se non avessero condannato Berlusconi ai servizi sociali chi se ne fregava degli anziani,dei disabili, dei poveri. E del resto, finita la campagna elettorale, addio solidarietà, che vecchi, poveri e malati se la cavino da soli. Già, perché questo straordinario gesto è solo ed esclusivamente un momento della campagna elettorale, come i cocktail, i comizi, le comparsate televisive. Il dolore, la malattia, la disabilità, sono diventate uno strumento. Infatti poi conclude dicendo: dal male (ovvero il fastidio di dover fare servizi sociali) viene sempre il bene (il voto degli italiani). Insomma questa pena ridicola che a nessun comune mortale sarebbe mai stata comminata è diventata per Forza Italia una manna dal cielo, un super spot gratis.

La “pena”, definiamola così, durerà al massimo 8 giorni (per le precisione 7 giorni e qualche ora), fatto questo che fa comprendere come sia vanificato, ammesso che sia stato questo lo spirito, qualsiasi anelito di riedificazione che sta dietro la norma. Quattro ore a settimana non sono neanche un turno di lavoro. Certo, è più di quanto ogni settimana gli anziani vedano i loro parenti, ma magari sarà più divertente. Se tutto fila liscio la terribile pena potrebbe cessare prima dei 12 mesi e quindi Berlusconi dovrà andare alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone meno delle 46 volte previste. Per il resto, dovrà tornare a casa alle 23 e non uscire prima delle 6 del mattino e potrà stare a Roma da martedì a giovedì. Insomma normali ritmi quotidiani per un normale uomo della sua età. Solo la Santanchè poteva commentare con questa frase: “gli elettori non dimenticheranno 20 anni di persecuzioni”. Un condannato per frode fiscale è costretto a stare 4 ore a settimana insieme ai suoi coetanei a raccontare barzellette e lei la chiama persecuzione, per giunta ventennale. Probabilmente penseranno ad una “persecuzione” solo gli ospiti della casa di riposo, che a quanto pare sono pure in maggioranza interisti….

Un po’ di pudore non guasterebbe. Di fronte a questo, Cuffaro che si fa realmente 7 anni di carcere per mafia e nessuno grida alla persecuzione, nessuno per solidarietà si auto consegna un paio d’ore in cella, è un gigante.

Ridurre un fatto così serio come l’affidamento ai servizi sociali ad un’occasione per fare audience e raccogliere consensi, ridurre un servizio reso agli altri a un mero fatto di campagna elettorale che inizia e finisce nell’arco di un mese, è la cosa più angosciante che io abbia sentito. Ma sì, che i candidati forzisti facciano servizi sociali per solidarizzare con un solo uomo vittima delle ingiustizie. Poi, chiuse le urne, ognuno se ne tornerà nella propria villa. Dimenticando il vero valore della solidarietà, il vero significato dello stare accanto a chi soffre o ha bisogno di compagnia, affetto, cure, sostegno, dimenticando il vero valore del ruolo rieducativo della pena. Che tristezza un Paese in cui si definisce pena trascorrere un pomeriggio con i vecchi nonni e si utilizza questa stessa pena e le rughe di chi ha sofferto per farne un manifesto elettorale.

Rosaria Brancato