La stucchevole saga degli scontrini e la farsa della sfiducia. Palazzo Zanca-show

Tra la saga degli scontrini e la tarantella della sfiducia Palazzo Zanca si è trasformato in un teatro. E lo spettacolo in scena non è dei migliori.

Non si capisce se è una farsa, una commedia o una tragedia.

Trovo ridicolo farsi rimborsare l’euro per le caramelle Golia o il Maxi Kinder, soprattutto se sei il sindaco e hai un’indennità di oltre 7 mila euro. Questione di stile, eleganza ed opportunità vorrebbero che quegli scontrini non venissero messi a carico del Comune. Allo stesso tempo però, da elettrice e da messinese, non sono queste le cose che m’interessano. Trovo stucchevole e fuorviante la battaglia che il capogruppo di Forza Italia sta portando avanti facendo le pulci agli spiccioli che il sindaco si fa rimborsare.

Ritengo peraltro che il vero nocciolo, siano le missioni. E’ quello l’eventuale tema da affrontare, più che l’entità del rimborso. Trischitta ha trasmesso una serie di carte alla Corte dei Conti e spetterà ai magistrati contabili verificare se alcune missioni siano state istituzionali o meno (e se ci siano eventualmente anche altri risvolti di tipo giudiziario). Personalmente ho alcuni dubbi su alcune trasferte, come quella per partecipare al comizio elettorale di una candidata di Capannoli, ma anche per il compleanno di Dario Fo. Il tema non è se Accorinti sia tirchio o meno o se si faccia rimborsare le caramelle e la cioccolata (questo semmai è un fatto da sottoporre all’attenzione di un dietologo) ma se la missione nel complesso sia da rimborsare o meno. Detto questo un’opposizione seria non può fare l’elenco della lista della spesa, sono ben altri e ben più gravi i problemi di Messina oggi.

Un’opposizione seria si fa sui contenuti, sui dati, sulle emergenze, sulle falle, sulle incompetenze, sugli errori. Non sui Kinder fetta al latte o l’arancino col ragù.

La verità è proprio questa: la saga sugli scontrini è un modo per far finta di fare opposizione.

E’ una strategia di distrazione. Il dito indica il trancio pistacchioso per distrarre da quello che davvero potrebbe e dovrebbe fare un’opposizione. Il dito indica le caramelle Golia per distrarre dalla farsa della sfiducia.

Se davvero questo Consiglio comunale volesse fare opposizione all’amministrazione ci sarebbero mille altre strade e modalità, compresa la mozione di sfiducia.

Ma quest’Aula è riuscita a rendere stucchevole e ridicola anche la vicenda sfiducia.

Non si sa più quante conferenze stampa, documenti, note, commenti e dichiarazioni sono state fatte negli ultimi due anni. C’è la sfiducia a coppie, a gruppi, single. C’è persino lo scambio di coppie sulla sfiducia. Andando a ripercorrere le tappe della saga della sfiducia possiamo vedere un giorno insieme Sicilia Futura con Udc e Pd e un mese dopo Udc e Ncd e dall’altra parte Pd e Sicilia Futura. Un giorno Forza Italia annuncia sfiducia, il giorno dopo resta il solo Trischitta a mettere la firma sul documento. Un giorno i Sicilia Futura insieme al Pd prova a “stanare” il gruppo D’Alia, un mese dopo gli ex Udc firmano con Ncd e attendono sulla riva del fiume Pd e gruppo Picciolo.

Un caos fatto ad arte per non fare nulla.

Resto dell’idea che questa amministrazione debba restare in carica fino a fine mandato e che spetti ai messinesi con il voto esprimersi.

Resto dell’idea che l’amministrazione meriti un’opposizione all’altezza e non una finta. Se proprio si vuol sfiduciare questo sindaco ed i suoi assessori le motivazioni sono nel territorio e non in una rosticceria, pasticceria, autogrill o rivendita di tabacchi. Non è su questo piano che si porta avanti una mozione.

L’amministrazione presta il fianco su ben altri argomenti, di gran lunga più preoccupanti e più seri che un pacchetto di caramelle. Tema che può essere rilevante sotto il profilo morale così come i rimborsi per un due biglietti del treno timbrati alla stessa ora e per lo stesso viaggio, ma che non rappresentano l’essenza dell’opposizione.

Il nodo è il saper o meno amministrare. Saper o meno dare risposte alla città.

Degli altri fatti se ne occuperà la Corte dei Conti o la Procura.

Compito di un’opposizione non è ballare il tango della sfiducia. Quanto al sindaco, se non indossi giacca e cravatta nelle sedi istituzionali ma poi ti fai rimborsare “scontrini istituzionali”, è un comportamento poco elegante e per nulla opportuno. Fare lezioni sui comportamenti degli altri e soprassedere sui propri denota mancanza di stile.

La verità è che a Messina in questo momento c’è un classico caso di “pane duro e coltello che non taglia”.

Rosaria Brancato