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“Siamo la fanteria del turismo. Infatti moriamo sul campo”: la non ripartenza delle guide turistiche

“Il lavoro delle guide turistiche è, da sempre, sottostimato, siamo liberi professionisti, superiamo concorsi regionali tra i più difficili in assoluto, con programmi che fanno paura, ma non veniamo valorizzati. Il Covid ci ha solo dato il colpo di grazia”.

Una non ripartenza per le guide

Giovanna Fasano ci parla della ripartenza del turismo dal punto di vista di chi ci lavora con l’impegno di mostrare al cliente la bellezza dei territori scoperti e la sua storia. “Faccio parte dell’Associazione Regionale Guide Sicilia, l’associazione ha un’ottima visibilità, come professionisti siamo appagati. Dopo l’emergenza, stiamo cercando di organizzare eventi, stiamo facendo il nostro lavoro, ma è diverso dal dire che stiamo lavorando. Con 3 walking tour nella città di Messina ho solo colmato le spese che ho affrontato. Non mi sento di poter parlare di ripartenza”.

Per chi svolge contemporaneamente altre attività, come quella di insegnante, la situazione è più affrontabile, ma per molte guide turistiche quello che si sta vivendo è un vero dramma, “finiscono i fondi accumulati da una vita, non riusciamo a pagare l’affitto”.

I fanti del turismo

“Siamo la fanteria del turismo e, infatti, da bravi fanti moriamo sul campo” afferma emblematicamente Fasano.

Gli aiuti dati dalla Regione e dal Comune sembrano non coinvolgere le guide turiste, non puntare sui loro interessi. “Siamo pronti a dare un contributo alla città con nuove offerte, la situazione delle agenzie è tenuta in conto, così quella degli albergatori, sebbene abbiano un volume d’affari molto più forte. Noi non veniamo interpellati, ma siamo a disposizione, se puntassero su di noi potremmo contribuire moltissimo” spiega.

Le misure di sicurezza non costituiscono un problema. “Mascherina, guanti o disinfettante che sia, non ci tange, possiamo usare un microfono attaccato alle cuffiette; la distanza sociale di un metro e la separazione dei gruppi sono, poi, attenzioni che avevamo già. Il numero ci limita a livello di pagamento, ma non è impossibile trovare un equilibrio, la Regione Sicilia ha una normativa ben dettagliata e le nostre tariffe sono tra le più alte in Italia e ce lo meritiamo. Le guide siciliane sono preparatissime, abbiamo un gran quantitativo di reperti da conoscere, mostre, curiosità di vario tipo, il nostro bagaglio di conoscenze è sempre in formazione. E non solo dal punto di vista culturale, conosciamo la geologia e la geografia, ma anche la legislazione e le norme di pronto soccorso per intervenire in caso di necessità. Il cuore della questione risiede proprio qui: siamo professionisti e sappiamo cosa facciamo, lasciatecelo fare”.

“Lasciateci il nostro lavoro”

Una tendenza, già, molto comune prima dell’emergenza, è stata accentuata al termine del lock down e costituisce il vero impedimento per le guide turiste: l’assenza di valore dato al loro lavoro, facilmente sostituito da quello di un accompagnatore che fa da guida, dai ragazzi, o da qualche esperto.

“Preferiscono a noi chiunque e, troppo spesso, illegalmente. Dal ragazzo sfruttato, che prende ingiustamente solo 20 euro, abbassando così le tariffe per tutti, all’esperto che, invece, dovrebbe guidare conferenze, incontri, non visite turistiche. Mi sono confrontata, quindi mi sento di poter essere portavoce di un pensiero comune: facciamo in modo che ognuno possa svolgere il proprio lavoro. Fateci collaborare, passiamo tutta la bassa stagione sui libri per conoscere e spiegare il nostro territorio, sappiamo plasmarci in base all’offerta, un conto è parlare con una scolaresca, un conto con ospiti stranieri. Riconoscete la nostra fatica e la nostra professionalità, non è sostituibile!”

Un appello chiaro affinché la ripartenza possa essere effettiva, e per tutti.