Fassina: “Il voto in Sicilia test decisivo: da qui riparte lo sviluppo per l’intero paese”

Investire nella ricerca, difendere e valorizzare ambiente e territorio riportando l’individuo al centro del sistema economico; non ha dubbi il Partito Democratico circa la strada che è necessario intraprendere per spingere speditamente l’economia siciliana verso un cammino di crescita reale e competitiva.

La Sicilia nella crisi: questo il tema dell’incontro organizzato, ieri pomeriggio a Palazzo dei Leoni, da Piero David presidente del circolo Vittorio Foa.

Ad interrogarsi sulle profonde ragioni di una crisi, frutto del palese fallimento dell’attuale sistema economico, Stefano Fassina, Responsabile nazionale economia e lavoro del Partito Democratico, Lillo Oceano, Segretario provinciale Cgil, Filippo Panarello, deputato Ars e candidato alle regionali, Antonio Saitta, docente di diritto costituzionale all’Università di Messina e Gaetano Giunta, segretario di Comunità di Messina.

Ed è severo il giudizio del segretario Cgil Oceano per il quale assenza di politiche energetiche ed industriali al passo con i tempi sono causa di quella condizione di arretratezza e desertificazione produttiva che sta caratterizzando il meridione: “L’assenza di sviluppo in Sicilia – spiega – è ulteriormente aggravata dall’assenza di infrastrutture adeguate, in grado di favorire i collegamenti nell’isola e dall’isola”.

“Alla stazione marittima, ad esempio, l’impossibilità di poter usufruire di una passerella mobile, mai entrata in funzione e da anni in manutenzione, rappresenterebbe un piccolo investimento, in termini di spesa, sul quale puntare a fronte dei costi spropositati di un opera faraonica come il Ponte sullo Stretto”.

Uno sviluppo che per il segretario Cgil non può attuarsi calpestando uguaglianza e giustizia sociale: “Penso alla condizione nella quale versano i servizi sociali, la Pubblica Amministrazione, le società partecipate – spiega Oceano – alle centinaia di lavoratori in cassa integrazione, agli ammortizzatori sociali, che devono essere prontamente rinnovati, ed a quanti pensano di affamare ancora questo territorio eliminando posti di lavoro”.
Il leader della Cgil individua poi precise responsabilità e punta il dito contro la locale classe dirigente: “Coloro che in questi anni sono stati chiamati a governare i nostri territori non sono stati all’altezza dell’importante ruolo del quale sono stati investiti.

E’ mancata una progettualità vera, capace di impiegare nel modo corretto e proficuo i fondi provenienti dall’Unione Europea – apostrofa – colpe equamente condivise con il governo nazionale, autore di tagli alla sanità ed al welfare: scelte che hanno trascinato il meridione ad una condizione antecedente alla Cassa del Mezzogiorno”.
Pieno il sostegno della La Cgil al candidato governatore Rosario Crocetta: “Siamo dalla parte di coloro che sostengono lavoro e legalità, condizione senza la quale non può attuarsi alcuna forma di sviluppo”.

L’importanza del momento che la Sicilia sta vivendo è stata evidenziata nell’intervento di Stefano Fassina: “Siamo testimoni e protagonisti della fine di un’era caratterizzata dal clientelismo di Cuffaro e Lombardo – esordisce – la candidatura di Crocetta rappresenta l’alternativa per quest’isola perché aspira a rendere la Sicilia protagonista nella ricostruzione del paese”.

Fassina, rivolgendosi poi a quelle forze di sinistra che hanno deciso di non sostenere la candidatura di Crocetta, ammonisce: “Attenzione alla dispersione del voto; scelte che non potranno mai dare futuro a quest’isola”.
“Crocetta impersona una classe dirigente nuova ed autorevole – ricorda -attraverso la quale è possibile costituire un patto per lo sviluppo del paese”.

E sul significato del voto siciliano altrettanto chiara è la posizione di Fassina: “Il voto in Sicilia non è scevro di significato politico, tutt’altro: il responso delle urne rappresenta un test decisivo e di indirizzo per le scelte che la politica sarà chiamata a compiere anche sul piano nazionale”.

(Emma De Maria)