Cronaca

Siderno (RC). Confermate in Cassazione le condanne per la cosca Commisso

La Cassazione rigettando tutti i ricorsi dei sei imputati dello stralcio abbreviato dell’inchiesta “Bene Comune-Recupero” del 2010 che ha visto alla sbarra boss e gregari della cosca Commisso,  ha confermato le sentenze del 13 maggio scorso dalla Corte d’Appello reggina presieduta da Massimo Gullino, stabilendo per Girolamo Belcastro, Roberto Stinà e Giuseppe Sgambelluri a cui furno inflitti 9 anni e 4 mesi di reclusione. 7 anni sono stati invece confermati per Giovanni Galea; 5 anni, 6 mesi, 20 giorni di carcere e 30 mila euro di multa sono stati comminati a Giuseppe Galluzzo mentre per Domenico Belcastro viene condannato ad 1 anno, 4 mesi e 2 mila euro di multa.

In Appello furono assolti da tutte le accuse Alfredo De Leo, Francesco Commisso e Antonio Commisso per cui il gup aveva inflitto 10 anni di carcere a De Leo e 16 anni ai due Commisso. Antonio Commisso, fratello di Peppe Commisso alias “ il mastro” recentemente condannato ad oltre 14 anni di carcere nella sentenza d’appello del processo “Crimine”, era indicato dagli inquirenti come un elemento di spicco dell’omonima famiglia mafiosa.

L’inchiesta “Bene Comune-Recupero” condotta da Polizia e Carabinieri, su coordinamento del pm antimafia Antonio De Bernardo e dell’aggiunto Nicola Gratteri, svelò le presunte dinamiche criminali della cosca Commisso e delle famiglie alleate tra le quali la triade Rumbo-Galea-Figliomeni impegnata per l’accusa nelle estorsioni, nel traffico di droga e nel riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Le cosche inoltre avrebbero ricostituito un importante ponte oltreoceano con gli altri affiliati presenti in Canda, terra storica in cui i Commisso hanno stanziato vari locali di ‘ndrangheta.