Il potere creativo dell’annuncio. Come il confetto lassativo Falqui: “Basta la parola”

“In principio era il Verbo”. Tra i molteplici significati attribuiti nella Bibbia alla frase, c’è anche quello del potere creativo della Parola. Millenni dopo la creazione del mondo, delle cose, degli esseri viventi, questo “potere” stiamo iniziando ad attribuirlo alle persone. Credo nel pensiero positivo che fa cambiare e accadere le cose, ma da qui a creare dal nulla ne passa, figuriamoci a dare per scontato che basti dire: “Abbiamo finito lo svincolo” o proclamare “Abbiamo eliminato gli sprechi” perché ciò accada. Ormai pensiamo che basti pronunciare una frase per renderla vera. Il capostipite dei creativi (escludendo per ovvi motivi Dio), anzi dei “creatori verbali”, detti anche “annunciatori”, è senza dubbio Berlusconi, ma sono venute fuori intere schiere di discepoli bravi quanto lui. La differenza tra gli “annunciatori” e le graziose signorine che in tv annunciano i programmi è che quando le donzelle dicono: “tra poco andrà in onda Barbara D’Urso o Bruno Vespa”, il fattaccio si avvera. Purtroppo. Nel caso dei creatori orali sia chi pronuncia la parola che chi ascolta, finiamo con il convincerci che sia vero.

Ci siamo convinti di essere dei telespettatori e che pertanto, se l’annunciatore ci dice: “Nel 2012 mettiamo la prima pietra del Ponte a Cannitello” noi “ascoltatori” pensiamo che sia reale esattamente come Porta a porta. Ed esattamente come Porta a porta, anche se io cambio canale e non lo vedo so che comunque va in onda. Per lo stesso principio diamo per assodato che l’avvenimento sia accaduto, esista, anche se noi non ci pensiamo più. La famosa prima pietra annunciata dal ministro Matteoli è stata messa, poi abbiamo cambiato canale e non sappiamo più come è finita con gli altri miliardi di pietre (e di soldi).

Dal piano nazionale a quello locale la “creazione per annuncio”è costellata di miriadi di esempi. L’inchiesta dei mesi scorsi sul mutuo da 2 milioni e 600 mila euro richiesti e incassati dal Comune di Brolo per realizzare un Palasport e mettere in sicurezza una scuola si basa su questo principio. I soldi sono stati incassati per due opere annunciate e nessuno, tra quanti hanno incamerato le somme, si è mai accorto dal 2011 ad oggi che il Palazzetto non c’è e che la scuola è stata sistemata con i soldi della Protezione civile. Il potere delle parola. Pensiamo alla creazione del milione di posti di lavoro. Lui l’ha buttata lì, poi ce ne siamo scordati, ognuno indaffarato con i suoi problemi e nessuno ha avuto il tempo di chiedergli “a che punto siamo? Almeno trecentomilaseicentododici li hai creati?” Del resto se ci chiedeva di contarli chi si azzardava? Così, nel dubbio, abbiamo pensato che si accaduto, magari su un altro canale, e non ci abbiamo più pensato. Pure che ne sono stati creati dieci in meno rispetto alle previsioni che fai, sottilizzi? Ma nella magia delle parole non crediamo solo noi “ascoltatori”. Non dimentichiamo che fior fiori di parlamentari, hanno creduto che Ruby era la nipote di Mubarak e nessuno ha pensato di fare una telefonata allo zio per appurare se corrispondesse a verità. No, come la famosa “Zigulì” del Carosello della mia infanzia: “basta la parola”. Il confetto lassativo Falqui era la pillolina colorata e zuccherata che ti consentiva di risolvere problemi digestivi. Appunto.

Prendete l’Imu. Appena pochi mesi fa eravamo convinti che il governo l’avesse cancellata. E abbiamo dormito serenamente da giugno a dicembre. Poi, all’improvviso, in quasi tremila Comuni italiani rispunta alle spalle. E tra i fortunati eletti ci siamo anche noi messinesi perché la sfiga non cammina mai da sola. “Ma come, non l’avevate tolta?” ci siamo chiesti nel fatidico 24 gennaio, data che passerà alla storia della città come il giorno della maxi-Zigulì. La chiamano mini-Imu, ma sempre Imu è. E nel frattempo preparano l’Iuc. Non l’hanno tolta, ma l’effetto annuncio per gli italiani è equivalso alla creazione del fatto. Sono le famose bugie bianche, mezze verità, piccole omissioni. “No caro, l’uomo nudo che vedi nell’armadio non è chi pensi tu, è il falegname che aggiusta l’anta”.

Crocetta, nel novembre 2012, due giorni dopo il suo insediamento annunciò all’Arena di Giletti si sarebbe tagliato lo stipendio. Anzi, l’ha ripetuto più volte, io stessa ne ero convinta. Poi, a novembre 2013, con una nota del governatore, abbiamo scoperto che il taglio sarebbe diventato reale solo da gennaio 2014. Fino a quel momento era esistito solo in Tv, come Peter Pan ed Harry Potter. Pensavo al potere creativo degli annunci l’altro giorno, quando l’assessore regionale Stancheris ha confermato che arriveranno i 250 mila euro per il Teatro Vittorio Emanuele. Già poche ore dopo il Commissario dello Stato Aronica ha impugnato la Finanziaria mettendo a rischio i 5 milioni di euro di contributi per l’Ente e noi applaudiamo ai 250 mila euro come se fossero nelle nostre tasche. Tutto questo mentre le associazioni, come la Filarmonica protestano perché i contributi assegnati sono stati decurtati a fine stagione, a spese fatte. Ormai ci fermiamo all’annuncio, pensiamo che sia reale. Negli anni abbiamo imparato a limitarci ad ascoltare la signorina che annuncia i programmi. Ci siamo convinti che stavano facendo le opere di risarcimento per il Ponte, l’aliscafo collegato con l’aeroporto di Reggio Calabria, che lo svincolo Giostra-Annunziata era finito e abbiamo tagliato il nastro della Messina-Palermo due, tre volte. Ti convinci che hanno eliminato i finanziamenti ai partiti. Poi scopri che non è proprio così, non ora. Pensi che hanno eliminato il porcellum e le liste bloccate, perché era proprio questo lo spirito della sentenza della Corte Costituzionale e invece no, stanno facendo un altro animaletto della fattoria che lascia i nominati. E Renzi è d’accordo. Impara in fretta, in poche settimane supererà il maestro. Diamo per assodati gli annunci. Che fine hanno fatto i tagli alle pensioni d’oro? Boh? L’Imu per la chiesa? Boh? E per restare a Messina, che fine ha fatto “Andiamo a scuola col Tpl”? E’ stato sostituito con il progetto “Andavamo a scuola col Tpl…ora ci andiamo in pedibus”.

Ci sono periodi in cui ci tartassano con una notizia talmente tanto che pensi sia reale. Poi quel tema svanisce nel nulla, ma non perché sia stato creato qualcosa, semplicemente perché si è trovato un altro annuncio, tu ti distrai e scordi il precedente. Poi ti arriva la mini-Imu, e pensi “Non ho capito io”. Non è così, non siamo noi distratti o non capiamo niente, sono loro che ci prendono in giro.

E’ come se io dicessi: sono una taglia 40. Neanche se vado nel deserto e mi nutro di sogni per due mesi posso entrare in una taglia 40.

Non basta la parola per creare le cose.

Rosaria Brancato