Annuncio ufficiale di Bluferries. Dal 29 settembre niente navi al porto storico

Adesso è ufficiale. Bluferries ha comunicato alle organizzazioni sindacali la scelta di dismettere la nave in servizio al porto storico a partire dal prossimo 29 settembre. La società di Fs ha intenzione di continuare ad operare solo tramite le due navi attive al porto di Tremestieri per il trasporto dei mezzi pesanti. E’ da qui che deriva l’80 % degli incassi di Bluferries che invece non riesce ad accaparrarsi il traffico leggero e quello pedonale, quasi interamente appannaggio del vettore privato, Caronte e Tourist.

Ma perché accade questo? Secondo l’Orsa, “Bluferries evita di scommettere sul trasporto auto anche perché paga l'iva, al contrario dei vettori privati. Ci chiediamo quando l’Antitrust deciderà di fare la voce grossa. La gestione della terza nave costa 4 milioni di euro all’anno e si incassano cifre irrisorie, a dire dell’azienda”.

Allarme lanciato sul sacrificio dei posti di lavoro, considerato “non più tollerabile”. Il sindacato autonomo ha appoggiato l’amministrazione comunale nella battaglia contro i tir ma adesso avanza critiche per aver “emesso ordinanze indiscriminate senza aver certezza di soluzioni alternative a garanzia dei servizi essenziali”.

Pessimismo anche sul futuro del porto di Tremestieri, sia dal punto di vista infrastrutturale sia per il bando di gestione che prevede l’onere della manutenzione contro l’insabbiamento in carico ai privati, che hanno disertato la gara. E un’Autorità Portuale che “farebbe impallidire Ponzio Pilato” – affermano il segretario regionale Mariano Massaro ed il segretario provinciale del settore trasporti, Michele Barresi. “Se Bluferries ad ottobre abbandona il porto storico – proseguono – la Sicilia rischia il definitivo isolamento. Nel fine settimana e durante le ore notturne sarà impossibile attraversare lo Stretto e se si aggiunge che al bando ex metromare, in scadenza il prossimo 15 settembre, potrebbero decidere di non partecipare Bluferries e Ustica Lines, non ancora pagate per la proroga fino al 31 dicembre, ne viene fuori un quadro che ufficializza il fallimento dei governi, cittadino, regionale e nazionale, in tema di trasporti. E stavolta non esistono i presupposti per un’ulteriore proroga agli attuali gestori. Con questo scenario appare evidente come i diritti di continuità territoriale e mobilità dell'area dello Stretto non sono nell'agenda di questo Governo ed evidentemente anche la politica cittadina non è un'interlocutrice autorevole così come i piani avveniristici sull'area metropolitana dello Stretto del Sindaco Accorinti diventano carta straccia rispetto alla incapacità politica di progettare un sistema di traghettamento funzionale ed efficiente tra le due sponde. In tale contesto, amministrazione comunale e politica cittadina che sino ad oggi hanno evidentemente fallito nel tentativo di reperire le risorse per garantire un servizio di mobilità dignitoso al popolo dello Stretto, dovrebbero convincere in tempi brevissimi quello stesso Governo che li ha snobbati a trovare risorse per garantire la permanenza di una nave della flotta pubblica nel porto storico”.

Per l’Orsa gli esuberi sarebbero quantificabili in 25 marittimi e 11 nell’indotto, escluse le attività commerciali che ruotano intorno al porto, e sarebbe già pronta la mobilitazione. Il sindacato ha chiesto al prefetto di convocare tutte le parti interessate in un tavolo di concertazione no stop. La proposta è quella di individuare orari plausibili, anche notturni, in cui sia consentito a Bluferries di traghettare i tir al porto storico.

Numeri simili anche quelli di Cgil, Cisl e Uil, che prevedono una riduzione di organico da 105 a 75 unità, per la rideterminazione dei turni e la soppressione di alcune corse settimanali, a cui si sommano le ricadute dell’indotto rappresentato da biglietteria, piazzale, ormeggio e servizi di pulizia. Sul versante dei servizi, invece, anche Trenitalia sarà di conseguenza costretta a non poter più garantire l’attraversamento passeggeri per i treni a lunga percorrenza, vista anche l’impossibilità di Rfi Navigazione a far transitare gli utenti dalla rampa di accesso ancora sequestrata dopo il tragico incidente di qualche anno fa.

Per Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, che hanno contestato la decisione aziendale ritenendola irricevibile, si concretizza in questo modo la scomparsa del vettore pubblico nel segmento passeggeri ed auto che viene di conseguenza assorbito per intero dalla concorrenza privata. “Scompare così anche l’ultimo straccio di continuità territoriale che dovrebbe essere garantita dallo Stato e che, nei prossimi mesi, data la scarsità di risorse aggiuntive che si profila per il bando di gara del trasporto veloce, potrebbe addirittura mettere definitivamente in ginocchio i pendolari – scrivono in una nota congiunta le tre organizzazioni sindacali – . Diventa così necessario un intervento immediato da parte delle istituzioni nazionali e territoriali per chiarire una volta per tutte se la mobilità nello Stretto debba essere lasciata alla libera iniziativa imprenditoriale o se invece debba essere regolata e garantita così come prevede la Costituzione riferendosi alla libera circolazione dei cittadini”. Le federazioni di categoria, insieme a Cgil Cisl Uil, invieranno specifica richiesta ai governi nazionale e regionale nelle prossime ore.