Doppio incarico, le prossime mosse: in settimana all’Ars, il 6 dicembre in Cassazione

Sindaco o deputato? Deputato o sindaco? In realtà non sembra esserci alcuna margherita da sfogliare nelle mani del sindaco-deputato Buzzanca. Il quale, al momento, pare non avere alcuna intenzione di optare. Forte delle rassicurazioni dei propri legali, è deciso ad andare avanti, pur cosciente di uno stato di illegittimità acclarato dal più alto organo giuridico di un Paese dove cavilli e codicilli sembrano avere priorità sui principi etici di una politica ormai lontana dal senso comune. Ma ci saranno comunque dei passaggi, nel giro di poche settimane, che potrebbero sconvolgere ulteriormente il quadro. Il primo: a metà della prossima settimana l’avv. Antonio Catalioto, nella qualità di legale del primo dei non eletti del Pdl all’Ars Antonio D’Aquino (oggi all’Mpa), “solleciterà” formalmente la commissione Verifica poteri dell’Assemblea regionale a prendere una decisione sul caso Buzzanca. La Commissione, presieduta dal presidente dell’Ars Francesco Cascio e di cui fanno parte, tra gli altri, i messinesi del Pd Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto, avrebbe dovuto pronunciarsi sulla posizione del deputato-sindaco entro l’estate scorsa, ma ha tergiversato, complice probabilmente l’attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Oggi la sentenza c’è, è piuttosto chiara e dunque verrà chiesto ai parlamentari regionali di esprimersi sul loro collega.

Il secondo passaggio è stato probabilmente sottovalutato ma rischia di far saltare il banco. Proprio nel giorno in cui la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla “leggina” e dunque, in via definitiva, sulla illegittimità del doppio incarico, la Cassazione ha comunicato che l’udienza prevista per il 12 dicembre è stata anticipata al 6 dicembre. Quale udienza? Giuseppe Rodi, cittadino non nuovo ad iniziative roboanti nei confronti di amministratori cittadini (e dello stesso Buzzanca), ha presentato ricorso contro la decisione della Corte d’Appello di Messina, che come il Tribunale aveva riconosciuto l’incompatibilità, per Buzzanca, tra le cariche di sindaco e di deputato, ma non aveva sancito la decadenza da primo cittadino. La rimostranza che più conta, nel ricorso di Rodi, è quella relativa alla «mancata dichiarazione di decadenza conseguentemente al riconoscimento di incompatibilità del doppio incarico». Lo stesso Rodi ha chiesto, quindi, che la Cassazione si pronunci o, in sub-ordine, disponga la restituzione degli atti alla Corte d’Appello di Messina dove, con apposito indirizzo giuridico, si discutano le tesi e le richieste avanzate dallo stesso Giuseppe Rodi. In relazione al menzionato ricorso, regolarmente notificato alle parti interessate, risultano essersi costituiti sia Buzzanca che Giulia Pisanelli, cittadina che si era già costituita “al fianco” del sindaco. La partita a scacchi continua. Solo una persona può scriverle sopra la parola fine.