L’Anac bacchetta la Regione ed accelera il commissariamento della Sicilia. A Messina tutto fermo

E’ questione di ore ma la stilettata di Raffaele Cantone alla Regione Siciliana sulla gestione dei rifiuti in Sicilia è probabilmente la goccia che irrimediabilmente farà traboccare il vaso. La relazione dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, accende i riflettori su alcuni aspetti salienti: frammentazione sistemica dei servizi e territorio, numero eccessivo soggetti titolari di competenze e funzioni, difficoltà applicative della contraddittoria normativa regionale, troppe proroghe e poche gare. In sintesi una mazzata al sistema dei rifiuti in Sicilia che è nata da indagini anche penali e che è sfociata in una richiesta di adottare contromisure.

In effetti il quadro di partenza è desolante: nel contesto della provincia di Messina ci sono tre SRR (le nuove ATO) una cinquantina di ARO (delle quali nessuna attiva) le 5 ex ATO Rifiuti (tutte in liquidazione ma operanti) ed i 108 Comuni che, tranne qualche sparuto caso, operano con Ordinanze contingibili e urgenti il cui (ab)uso è stato recentemente oggetto di una denuncia dell’Assessora Regionale Vania Contraffatto alle autorità giudiziarie. Oltre 150 soggetti che si occupano della stessa cosa, senza risolvere praticamente nulla. Ed è qui che si concentra l’analisi dell’Anac, quando parla di difficoltà applicative della norma regionale, più semplicemente “norma inapplicabile” come se tre riforme ed il prossimo compleanno che porta a 6 gli anni di emanazione della famigerata Legge Regionale n. 9/2010 dell’8 aprile 2010, non bastassero da soli a certificare un semplice concetto: fallimento.

Messina, in tutto questo, non si fa mancare nulla. Abbiamo la SRR Messina Area Metropolitana, ATO ME3, Comune di Messina e Messinambiente. Proroghe di cui non si ricorda più l’origine ed un sistema che come dimostrano le ultime giornate di emergenza non è neanche avviato ad una risoluzione. Eppure le condizioni ci sono tutte o meglio tra qualche giorno potremmo dire c’erano. Perchè l’imminente commissariamento nazionale potrebbe irrimediabilmente riportare le lancette indietro nel tempo.

Il 7 maggio scorso la Regione approvando il Piano Aro messinese aveva dato il sì all’avvio della nuova fase di gestione del sistema rifiuti procedendo all’avvio in maniera ordinaria del servizio rifiuti in modalità “in house providing” e con la raccolta porta a porta quale nuovo concetto di sistema rivoluzionario per la città di Messina. E c’era anche la nuova AMAM che doveva essere, nelle buone intenzioni dell’amministrazione, la società in controllo analogo da parte del Comune che si doveva occupare dell’avvio del nuovo corso.

Tutto era cominciato spedito, anzi speditissimo. L’amministrazione Accorinti aveva indicato la strada già il 31 marzo 2015, con un corposo provvedimento che ridisegnava l’organizzazione delle partecipate e che fissava la chiusura di Messinambiente ed ATO entro il 30 giugno 2015 e subentro nei servizi di igiene ambientale da parte di AMAM. Era stato attivato un tavolo tecnico coordinato dall’Amministrazione con le Società Partecipate coinvolte, i dirigenti e l’allora esperto del Sindaco, Leonardo Termini, al lavoro per la fattibilità dell’avvio del servizio in AMAM. Il 19 giugno veniva inviata al Consiglio, previo parere dei Revisori dei Conti, la delibera di affidamento del servizio con relativa approvazione Piano ARO, schema contratto di servizio e Piano Finanziario. Il successivo 14 Luglio venne modificato lo Statuto di AMAM che è diventata Società in controllo analogo e con l’oggetto sociale adeguato a potersi occupare di raccolta rifiuti, spazzamento, gestione impianti e di tutti quei servizi necessari all’espletamento del servizio. Praticamente tutto pronto, compresa un Ordinanza Sindacale che, anticipando di qualche giorno il nuovo corso, portava in dote ad Amam servizi già affidati ad ATO ME 3, con il relativo personale che ormai da anni vive l’incubo del licenziamento tra una proroga e l’altra (che arriva sempre all’ultimo giorno utile).

Questione di poco quindi. Ma dalla fine di luglio 2015 tutto si è come paralizzato. Innanzitutto l’Ordinanza Sindacale del 30 Luglio 2015 firmata dal Sindaco e che affidava ad AMAM i servizi di ATO ME 3 viene disattesa. AMAM non obbedisce all’Ordinanza, infatti un assemblea dei Soci, per il Comune c’era l’assessore l Sergio De Cola, decide di chiedere la revoca della stessa. Le polemiche di fine agosto con la consigliera Antonella Russo fecero più volte rettificare a De Cola la versione dei fatti. Fu il primo atto di una storia che non vede avviare il progetto. L’Ordinanza non venne mai ritirata, anzi la giunta Accorinti il 3 settembre decide di rilanciare, stabilendo che a breve sarebbero transitati servizi e lavoratori ATO ed anche assegnati ulteriori servizi per assumere i lavoratori ex Agrinova. Non avviene nulla neanche questa volta. Sino ad arrivare a novembre 2015, quando il parere dei revisori dei conti del Comune boccia la delibera di affidamento dei servizi alla nuova AMAM. Tutto da rifare insomma.

Si ricomincia da nuove riunioni, stavolta coordinate dal Direttore Generale Antonio Le Donne, che definiscono un cronoprogramma dettagliato, dopo l’ennesimo faccia a faccia tra Amministrazione, Partecipate, Dirigenti e Sindaco in persona. Era stato stabilito che entro il 15 dicembre tutto il pacchetto dei provvedimenti amministrativi doveva approdare in Consiglio Comunale. Inutile dire che oggi è ancora tutto fermo.

Nel clima di tensione che agita l’amministrazione di questi tempi, i malumori ed i sospetti che qualcuno remi contro sono già esplosi e rischiano di fare emergere l’ennesimo caso. Molti, a denti stretti, indicano nel nuovo Consiglio di Amministrazione di AMAM, capitanato da Leonardo Termini, il vero freno al progetto. Non è un caso che il percorso promosso dal Sindaco Accorinti, che ha viaggiato alla velocità della luce sino a giugno 2015 si è improvvisamente fermato subito dopo la nomina del nuovo CDA. Un progetto così strategico dell’Amministrazione che si blocca proprio quando a capo della Società che si doveva occupare di tutto arriva proprio il super esperto del Sindaco.

Tutto però oggi può esplodere a causa dell’accelerazione che il Governo Nazionale ha in mente e che con la bordata di Cantone si attiverà in poco tempo. L’irragionevolezza del sistema denunciata dall’ANAC porterà quasi sicuramente alla sospensione degli Ambiti di raccolta ottimali, tra cui quello di Messina, in linea con i nuovi decreti sui servizi pubblici locali e sulle Società partecipate già approvati dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa e che sono stati proposti dal Ministro Madia. La riduzione delle società partecipate e l’eliminazione dei consigli di amministrazione, a vantaggio di nuovi amministratori unici, previste nelle nuove norme nazionale potrebbero aprire nel breve periodo nuovi scenari anche negli attuali assetti societari delle partecipate messinesi. Il Commissario Nazionale, come preannunciato dal Ministro Siciliano Davide Faraone, dovrebbe ridurre le nuove ATO/SRR dalle attuali 18 a 5, e procedere all’affidamento delle nuove gare laddove non siano già stati affidati i servizi con la attuale normativa regionale.

Il Comune di Messina che oggi ha la possibilità di affidare il servizio, tra pochi giorni potrebbe veder piombare un “soggetto attuatore”, già circola qualche nome tra conoscenze note messinesi, che avvierebbe le procedure di affidamento dei servizi secondo le norme previste dall’ordinamento nazionale, che la stessa ANAC oggi chiede che vengano rispettate.

Tutto ciò mentre ieri sera a Palazzo Zanca si è celebrata l’ennesima riunione sulla nuova AMAM, tra business plan ed atti amministrativi vari, probabilmente infruttuosa e forse anche l’ultima.

Francesca Stornante