Teatro, il direttore artistico Ninni Bruschetta: “Mai detto paramafioso a Cultrone”

Gentile Direttore, La presente per smentire categoricamente quanto riportato in data di oggi sul Suo giornale riguardo alla conferenza stampa del Teatro Vittorio Emanuele. Durante il mio accorato intervento in cui difendevo il Teatro dai ripetuti attacchi provenienti in massima parte dal Vostro stesso giornale ho usato sì il termine para-mafioso ma riferendomi al mirato accerchiamento, al clima di veleno, di contraffazione della realtà e di discredito della qualità del nostro lavoro, diffuso in un piccolo ambiente cittadino che non gradisce la nostra presenza alla guida del Teatro di Messina. Il termine, del resto, è in sé inapplicabile ad una singola persona, ma può essere semmai la definizione di un modus operandi o di una mentalità. Mai avrei potuto usarlo nei confronti del commissario Cultrone che non ho citato per tutta la conferenza stampa, pur avendo fatto riferimento a quel commissariamento per giustificare un ulteriore spargimento di fango che riguarda la pur modesta paga dei direttori artistici del nostro teatro, proveniente sempre da Tempostretto e sempre dalla medesima firma. Tengo anche a precisare che conosco personalmente il commissario Cultrone che ho subito contattato personalmente per smentire anche a lui l’affermazione che mi è stata attribuita e che, naturalmente, non appare su nessun altro organo di stampa.

Cordialmente, Ninni Bruschetta

Ndr- Il direttore artistico del Teatro Vittorio Emanuele, probabilmente nella foga della difesa dell’operato della nuova dirigenza, preso dalla concitazione, e riferendosi ad un mirato accerchiamento, ha attribuito il termine paramafioso al commissario che ha emanato il bando per le prestazioni a titolo gratuito dei direttori artistici e dei liberi professionisti, senza citare il cognome Cultrone ma limitandosi alla carica. Tempostretto peraltro non ha mai contestato le indennità percepite dai direttori artistici. Probabilmente nel suo accorato intervento Bruschetta ritenendosi vittima di accerchiamento non si è reso conto ( e probabilmente non era sua intenzione) di aver incluso il commissario nella definizione di comportanti mafiosi. Quanto al fatto che nessun altro organo di stampa citi questo particolare non vuol dire che non sia mai stato detto.