-Free Burma, Free Tibet-, per non dimenticare due popoli che soffrono

-Free Burma, Free Tibet-, per non dimenticare due popoli che soffrono

Redazione

-Free Burma, Free Tibet-, per non dimenticare due popoli che soffrono

lunedì 11 Febbraio 2008 - 22:19

Sta riscuotendo un buon successo l’iniziativa lanciata da Renato Accorinti, Giampiero Neri ed Enrico Di Giacomo per sostenere due popoli oppressi ormai da decenni: quello Birmano e quello Tibetano.

Con i ragazzi della scuola media Enzo Drago è stata infatti realizzata, qualche mese fa, una foto-cartolina che i cittadini possono inviare come forma di protesta alle Ambasciate Birmana e Cinese presenti a Roma e al Governo italiano per il mancato incontro con il Dalai Lama.

Il progetto appena illustrato rientra però in uno ben più ampio, riguardante l’intero stile di vita “nonviolento-, concretizzatosi con la realizzazione di altre cartoline, di un poster e di un calendario che hanno come “protagonisti- personaggi e temi vicini alla pace nel mondo.

Sulla preoccupante situazione di Birmania e Tibet, abbiamo ascoltato il prof. Renato Accorinti, che con noi ha fatto il punto sull’iniziativa e ci ha spiegato anche i perché di alcune scelte.

Innanzitutto ha avuto successo il progetto?

“Abbastanza, abbiamo riscontrato parecchie adesioni. Nonostante l’attenzione dei media si sia spostata, invitiamo comunque tutti a non dimenticare la difficile situazione di questi due popoli. Proprio per questo, ricordo che a Messina è sempre possibile ritirare le cartoline presso la libreria Mondadori, la cartolibreria Fiori Gialli (via del Vespro di fronte Hobelix) e la cartolibreria Agorà (viale Annunziata)-.

Perché i vostri sforzi si sono concentrati proprio sulla complicata condizione di questi due popoli?

“Per quanto riguarda la gente Birmana credo che ormai da troppi anni viva sotto una dittatura militare che costringe la popolazione a sopravvivere sotto l’incubo costante delle armi, priva degli essenziali e universali diritti umani e costretta alla povertà. I monaci buddisti hanno scosso le coscienze del mondo, sono usciti dai loro monasteri iniziando a chiedere giustizia e democrazia. Molti si sono uniti a loro e anche noi abbiamo voluto lanciare un segnale.

Per quanto riguarda il Tibet, invece, ci ha fatto riflettere l’atteggiamento del Governo Prodi a seguito del mancato incontro con il Dalai Lama. Dopo le pressioni-ricatto della Cina si è persa una grande occasione per rilanciare a livello mondiale il dibattito sulla problematica dei diritti umani, preferendo gli enormi interessi di import-export- .

Cosa ci dice invece della cartolina che avete realizzato?

“ I protagonisti di ‘Free Burma, Free Tibet’ sono i ragazzi della scuola media Enzo Drago, che hanno posato per questa causa. Sono contento perché la loro presenza mi da anche lo spunto per parlar del problema in altre scuole. Nei prossimi giorni sarò a Spadafora e a Giardini per affrontare con i ragazzi questi temi-.

Da come parla si intuisce che il problema la tocca molto anche a livello personale…

“Sono stato spesso in quei territori e posso dire che il modo di essere pacifici di questi uomini è assolutamente sorprendente. Vivere in prima persona il Dalai Lama poi è un’emozione indescrivibile, la sua saggezza è eccezionale. Lottiamo per difendere i bambini, ma anche per salvare la loro cultura-.

Basta un gesto così piccolo per cambiare le cose?.

“Servono progetti credibili e veri. Noi non vogliamo soldi, se qualcuno volesse fare una donazione diamo direttamente il numero del Conto Corrente per fare il versamento. A noi interessa il gesto, metterci del proprio credendo in qualcosa, con il rischio che i tempi siano lunghissimi, anche più nella nostra vita. Ma già crederci vuol dire vivere-.

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