Interdonato (Comitato Pendolari) torna a parlare dello stop alla Budelli. «A pagare sono sempre i cittadini»

Correva l’anno 2005 quando Rfi decise di acquistare la -Budelli -dalla società -Enermar- di Genova. Da allora sono stati sette gli incidenti che le sono capitati nello Stretto, che hanno confermato la scarsa praticità e manovrabilità del mezzo. All’inizio dell’attuale mese poi la decisione della Capitaneria di Porto, che l’ha costretta allo stop a tempo indeterminato per diversi motivi: scarsa manutenzione delle apparecchiature, scarsa funzionalità dei mezzi di sicurezza (porte tagliafuoco legate con una fune) e scarsa pulizia.

Oggi ritorna sull’argomento Pietro Interdonato del Comitato Pendolari dello Stretto, che ha qualcosa da ridire sulle scelte fatte da Rfi. «Finalmente la Budelli dopo tanti anni di onorato servizio in altri lidi e gli incidenti nello Stretto di Messina, ha trovato il meritato riposo – commenta telefonicamente. Se vivessimo in un Paese dove la legge venisse rispettata, ciò sarebbe successo molto tempo prima. Di certo bisogna riflettere sulla discutibile scelta del vertice aziendale delle Ferrovie, che ha prodotto il noto baratto tra Budelli e Razzoli con Agata e Pace. In tal senso ritengo, che la mossa potrebbe essere oggetto di interesse della Magistratura».

Interdonato non riesce ancora a spiegarsi il perché di alcune decisioni prese dai vertici di Rfi, che avrebbero portato l’azienda pubblica di traghettamento allo stato di degrado in cui versa. «A fare le spese di queste scelte sono sempre le categorie più deboli – conclude. I pendolari e gli inermi cittadini che per spostarsi da una sponda all’altra, finiscono per pagare prezzi esorbitanti per favorire una lobby che riesce a bloccare le bocche e le coscienze».