Per Legambiente -i porti turistici solo un escamotage per urbanizzare la costa-

I porti turistici sono il nuovo escamotage per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici. Lo dice Goletta verde di Legambiente. Un business da milioni di euro che ruota intorno alla costruzione di una miriade di posti barca inutili e ingiustificati con relative strade, bar, negozi, parcheggi e centri commerciali, che passa attraverso la realizzazione di opere che innescano l’erosione costiera e distruggendo le spiagge. Progetti per cui le amministrazioni locali fanno a gara nell’intento di accaparrarsi risorse pubbliche, che in questo caso arrivano a pioggia.

Così – dice Goletta verde – nonostante la Sicilia sia la regione italiana con il più alto numero di porti, ben 51 su un totale nazionale di 287, è tutta un fiorire di progetti per nuove marine. Succede a Lipari, Cala Pisana (Lampedusa), Cefalù, Palermo, Favignana, Avola (Sr), San Giorgio di Gioiosa Marea (Me) e non solo. Altra componente della depredazione sistematica dell’ecosistema marino è rappresentata dalla pesca di frodo. Anche in questo casa la Sicilia si piazza alle vette della classifica, precisamente in seconda posizione, con oltre 206 mila chili di pesce pescato illegalmente e sequestrato nel 2008.

Tra abusivismo edilizio fronte-mare, pesca di frodo, scarichi illegali e

illeciti legati alla navigazione, l’Isola conquista i secondo posto nella classifica del mare illegale delle regioni italiane. Merito dei 2.286 casi di infrazioni accertate. In media una ogni chilometro e mezzo di costa.

Alberto Visalli