-Messina come ground zero-: Incontro, ieri mattina, all’hotel S. Elia

-Il 28 dicembre del 1908 Messina divenne una necropoli. Oggi Messina è un agglomerato informe di cemento. Ma quel terremoto non è il responsabile dei disastri attuali-. Questo è lo spunto del Comitato “La Nostra città” alla discussione che ieri mattina, sabato 31 gennaio, si è svolta all’Hotel S. Elia.

L’iniziativa è nata dall’incontro tra un ‘collezionista d’immagini’, Antonio Abbate fondatore del sito photoweb con la lettura del libro di Eleonora Iannelli, storia d’una ‘città incompiuta’. L’inchiesta sulla ricostruzione perenne, sulle speculazioni, sulla cultura dell’assistenzialismo, ha stimolato il Comitato ‘La Nostra Città’ che ha proposto ad Antonio Abbate la realizzazione di una serie di incontri nei quali si potessero scambiare opinioni e si potessero confrontare i cittadini.

-Dopo il sisma” – continua Saro Visicaro, portavoce del Comitato – “si decise di rendere sicura la città attraverso un disegno urbanistico regolare, quasi elementare. Vennero così realizzati gli ‘isolati’. Cioè costruzioni separate da distanze di sicurezza. Oggi abbiamo costruzioni appiccicate, colline sventrate, montagne di cemento selvaggio. Non è stato quel terremoto a demolire il Collegio dei Gesuiti a piazza Cairoli, il Teatro Peloro, il Savoia, le più belle realizzazioni del liberty o lo chalet di viale Libertà. La speculazione e l’espansione edilizia ci hanno consegnato questa non città. Bertolaso, sottosegretario alla Protezione Civile, lo scorso 27 dicembre, ebbe a dire che un nuovo sisma procurerebbe ‘effetti devastanti’. Come risposero gli amministratori? Con un’idea geniale: ‘Facciamo un nuovo Piano Regolatore’. Ovvero ancora cemento. Fantastico.-