I messinesi tra i meno tartassati d’Italia: 779 euro pro capite di pressione tributaria locale

Finalmente un’indagine che vede la città di Messina in posizione privilegiata rispetto ai Comuni del resto d’Italia.

In un periodo in cui le famiglie italiane sono tartassate da balzelli e salassi, i messinesi possono sorridere perché da un’indagine della CGIA di Mestre il Comune di Messina si classifica al terz’ultimo posto tra gli Enti locali capoluogo di provincia per quel che riguarda la pressione tributaria locale imposta ai propri cittadini.

A Messina, infatti, ciascun abitante paga “solo” 779 euro a fronte di una media nazionale di 1.233 euro.

Solo Caltanissetta ed Agrigento stanno meglio della città peloritana con un’imposta locale rispettivamente di 711 e 672 euro pro capite.

I Comuni laziali sono i più esosi: al primo posto si classifica Rieti (1.934 euro), seguito da Latina (1.899), Frosinone (1.823), Viterbo (1.803) e Roma (1.758).

Nonostante gli ultimi cinque anni abbiano visto, a livello nazionale, una diminuzione del 14%, conseguenza dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa, le imposte locali rimangono ancora eccessive.

Da una sommaria analisi le tasse sono più elevate nei capoluoghi ove i redditi sono più alti anche se, di contro, proprio in queste città i servizi forniti dagli Enti locali risultano più efficienti.

Da ricordare che l’elevato livello di imposte applicate in Lombardia e Lazio è influenzato dalla presenza, nei territori delle due Regioni, di numerose aziende ed il conseguente gettito dell’Irap e dell’addizionale regionale Irpef fa impennare il livello di tassazione.