Mimmo e Stellario alla prese con uno dei luoghi non luoghi

Ritornano i mitici Mimmo e Stellario della saga di Cafon Street. Il tanto atteso 6° episodio è on line dal 15 luglio e in pochi giorni ha fatto registrare un boom di visualizzazioni (mentre scrivo sono 11283). Nel nuovo episodio Mimmo e Stellario tentano, dal profondo della loro sub-cultura, acquisita nella estrema e degradata periferia cittadina, di agganciare il progresso tecnologico e così l’uno, Mimmo, già iscritto a uno dei più famosi social network, si chiede come mai l’altro, l’amico Stellario, non l’abbia ancora fatto. Il motivo è semplice: Stellario preferisce spendere i propri soldi in -mezze caffè con panna-, piuttosto che star lì a cincischiare con strumenti dei quali probabilmente non saprebbe cosa farsene. I due decidono comunque di colmare il gap che separa Stellario dall’era moderna e per farlo si recano in uno di quei luoghi non-luoghi dove il desiderio dell’uomo viene ridotto a puro istinto consumista e dove anche l’acquisto di un semplice pc si rivela più arduo del previsto.

Il 6° episodio di Cafon Street conferma l’assoluta genialità di Marcello Crispino e soci, anche se appare un po’ sottotono rispetto alle altre puntate. Certo, il tema trattato non è dei più facili considerando anche il fatto che il lavoro è stato commissionato da chi ha voluto farsi pubblicità con i Cafon. Chi scrive temeva che a seguito di questa novità la Uollascomix potesse perdere lucidità e spontaneità, cosa che fortunatamente non avvenuta.

La genialità dei Cafon Street sta tutta nei particolari, soprattutto nelle scene che chiudono gli episodi. Il 5°, a esempio, chiudeva con Babbo Natale che giunto a Messina la trova desertificata, come a voler significare: continuando di questo passo davvero Messina diventerà un deserto popolato solo da carogne; nel 6° lo schiaffo che la macchinetta mangiasoldi rifila al piccoletto si può parafrasare come segue: se qualcuno, comminando, ti pesta un alluce sei pronto a saltar su protestando, mentre se qualcuno o qualcosa continuamente calpesta il tuo “io” nemmeno te ne accorgi e non reagisci. Questa dinamica spiega perfettamente quel che avviene nei centri commerciali: la gente vi entra con sempre meno soldi in tasca, convinta di risparmiare ne esce letteralmente saccheggiata perché se gli serviva un solo pacco di biscotti state sicuri che ne avrà acquistati almeno tre e così, pensando d’aver risparmiato, non si rende conto d’aver speso il doppio di quel che effettivamente doveva spendere.