Alla presentazione del libro del magistrato Giuseppe Ajala, poca partecipazione. Una lettrice si domanda: dov’erano le istituzioni?

Qualche giorno fa nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si è svolta la presentazione del libro del magistrato Giuseppe Ayala, -Chi ha paura muore ogni giorno-. Occasione in cui il giudice ha raccontato gli intensi anni di vita e di amicizia vissuti a fianco di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Gli anni delle stragi, della paura, della lotta alla mafia. Una lotta nella quale lo stesso Ayala ha combattuto in prima linea, riuscendo ad evitare, solo per poco, la sorte dei due coraggiosi colleghi.

A distanza di qualche giorno, una nostra lettrice ha avanzato una riflessione quantomai pertinente in cui chiede come mai, un incontro del genere, ancor più adesso che Messina vanta ben tre concittadini all’interno della Commissione Parlamentare Antimafia, sia stato disertato non solo dalla cittadinanza ma soprattutto dalle istituzioni: -A fare domande – scrive l’attenta osservatrice Maria Chiara Misefari – solo ragazzini di scuola, intervenuti per fare qualche domanda della sicilianità come se i fatti del’92 fossero già storia-.

La critica, come detto, è rivolto in modo particolare ai politici cittadini che non hanno preso parte al dibattito. Un dato quest’ultimo rilevato anche in occasione di un altro importante appuntamento tenutosi a Messina lo scorso mese di novembre, sempre al Salone delle Bandiere, dove si parlò di crisi della giustizia in ricordo di Adolfo Parmaliana. Un incontro a cui i cittadini non hanno fatto mancare il loro supporto, ma i rappresentanti politici, ancora una volta, sì.