Corsi d’oro: il meccanismo delle “scatole cinesi”

Nei giorni scorsi abbiamo affrontato i vari aspetti dell’inchiesta Corsi d’oro: i due tronconi (Aram-Lumen e Ancol), i meccanismi utilizzati, i diversi ruoli degli arrestati, l’inconsistenza dei controlli. L’indagine si concentra sulle attività di 3 enti di formazione, e sulle società ad essi collegati tramite il sistema delle “scatole cinesi” che hanno consentito la distrazione di un fiume di denaro proveniente dalle casse dell’Unione europea ed in parte dalla Regione. Ci soffermiamo adesso sulle “società madri” e sulle “società satellite” individuate dagli investigatori nell’ordinanza.

Nella premessa il gip ribadisce come sia “palese e colpevole l’inadeguatezza dei controlli” e che se l’indagine venisse estesa ad altri Enti verrebbero a galla analoghe vicende. “Un meccanismo di controllo tutt’altro che esemplare e un sistema di approvazione dei finanziamenti che, più che sorprendere, talora sconcerta”.

Non esiste un piano regionale volto a verificare preventivamente l’utilità di un corso formativo piuttosto che di un altro ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro, pertanto l’approvazione prescinde dalla effettiva convenienza dei progetti formativi proposti e dagli effettivi risultati. Anche nell’approvazione dei costi non esiste una regola chiara tanto che potevano capitare, per corsi identici costi diversi, con la conseguenza che i costi orari per singolo allievo, finivano con l’oscillare da un minino di 71 euro fino al massimo di 241 euro.

Tra il 2006 ed il 2011 l’Aram ha avuto approvati 32 progetti di formazione per 23 milioni 414 mila euro (dei quali oltre 20 per costi di personale), la Lumen 15 progetti per 3 milioni 335 mila euro (2 milioni per costi di personale), l’Ancol 20 progetti per finanziamenti pari a 16 milioni 654 mila euro (dei quali oltre 13 per il personale)

ARAM- L’Associazione per la Ricerca nell’Area Mediterranea Onlus nasce nel ’96 ed ha come oggetto sociale: “la promozione della formazione intellettuale e professionale, la ricerca, l’aggiornamento, attraverso l’organizzazione di corsi di studio e di formazione, seminari, convegni, tendenti ad affrontare le problematiche dell’area mediterranea e la sua integrazione con il resto d’Europa”. Il presidente dell’associazione è Elio Sauta.

LUMEN- Libera Università Mediterranea di Naturopatia onlus è stata costituita nel ‘93 ed ha come attività quella di sostenere, promuovere e gestire corsi di formazione professionale. Nel 2005 il consiglio direttivo risultava composto da Cannavò Concetta, Schirò Elena, Feliciotto Graziella e Armaleo Domenica. Inizialmente presidente è Concetta Cannavò, dal 2007 risulta Elena Schirò, dal 2012 Marilena Maccora, mentre vicepresidente è il figlio di Sauta, Francesco.

Le società collegate ad ARAM e LUMEN

TRINACRIA 2001 s.r.l. si occupa di erogazione di servizi nei settori dell’informatica e dell’assistenza e manutenzione. Fino al 2007 è amministrata da Graziella Feliciotto (moglie di Elio Sauta). Il capitale sociale era riconducibile, quanto al 48% a Sauta Elio, e al 52% alla moglie. La società ha avuto rapporti continuativi con l’Aram dal 2006 al 2008 emettendo fatture per oltre 247 mila euro..

EL.FI. immobiliare s.r.l. nata nel 2007 si occupa di locazione immobiliare di beni propri. Fino al dicembre 2009 è amministrata da Sauta, poi dalla moglie Graziella Feliciotto. A Sauta ha fatto capo l’intero capitale sociale fino al giugno 2011, quando questo veniva ceduto, mediante atto di donazione, alla moglie.

La società dal 2008 al 2012 ha emesso fatture all’Aram per €. 675.184,07 oltre iva. Dal 2009 ha acquistato attrezzature provenienti da Sicilia Service e Na.Pi service, aziende riconducibili a Natale Lo Presti, arrestato nell’operazione.

Sia la Trinacria che la Elfi, secondo gli investigatori sono state impiegate per consentire, mediante un sistema di sovrafatturazione, la distrazione delle risorse pubbliche in capo all’Aram.

CENTRO SERVIZI 2000 s.r.l.– costituita nel 2004 ha come attività il noleggio e la manutenzione di attrezzature per ufficio e materiale informatico. Nel 2006 la società è stata amministrata da Feliciotto Graziella e da Schirò Chiara. Quest’ultima è stata amministratore unico dal 2008 al 2010, quando gli subentra Giunta Roberto. Le quote sociali appartengono: quanto al 11% a Feliciotto Graziella; quanto al 29% alla ElFi Immobiliare; quanto al 30% alla Ge.Imm. s.r.l. (cioè, sostanzialmente, a Genovese e Rinaldi); quanto all’ultimo 30% alla Euroedil s.r.l. (sostanzialmente ancora a Genovese). La Centro servizi ha emesso fatture per la Lumen (oltre 395 mila euro) e per l’ Aram ( per 642 mila euro), operando in 5 anni solo con i due Enti.

EUROEDIL s.r-l. è socia della Centro Servizi 2000, dal 2002 è amministrata da Chiara Schirò. Le quote sociali apparterrebbero alla Caleservice s.r.l., società che dal 2010 ha incorporato l’ Euroedil.

CALESERVICE s.r.l. si occupa di consulenza e pianificazione aziendale nonché di fornitura di software e compravendita immobiliare. Le quote sociali apparterrebbero, per il 99,97% a Genovese Francantonio, e per il 0,03% a Rinaldi Francesco. Dal 2010 è amministrata da Giovanna Schirò.

GE.IMM. s.rl. altra socia della Centro Servizi 2000, si occupa di lavori di costruzione e compravendita. Dal 2006 è amministrata da Roberto Giunta. Il capitale è così ripartito: 30% Rinaldi Francesco; 5% Lampuri Marco (nipote di Genovese e dipendente dell’Aram); 14% Ge.Pa. s.r.l. (riconducibile a Genovese); 51% Caleservice s.r.l., ( riconducibile a Genovese).

GE.PA. s.r.l. ha come attività l’assunzione e gestione di partecipazioni di controllo o meno. Il cda è presieduto da Genovese Francantonio e composto da Cannavò Concetta, Lampuri Marco Schirò Chiara , Schirò Elena. Il capitale sociale sarebbe riconducibile per il 45% a Genovese Francantonio, per il 45% a Genovese Rosalia e per il 10% alla Gefin s.r.l.

GE. FIN. S.r.l. ha la stessa attività della Ge.Pa. Le quote sociali sono riconducibili, quanto al 3,43% a Genovese Francantonio direttamente e quanto al 96,57% alla Caleservice, (a sua volta riconducibile a Genovese). Anche il Cda è uguale a quello della Ge.Pa. ma con un componente in più, Giovanna Schirò.

NA-PI. SERVICE s.r.l. costituita 2006 si occupa di commercio all’ingrosso di attrezzature per ufficio e servizi di pulizia. Amministrata da Lo Presti Natale. La società ha avuto rapporti continuativi con l’Aram dal 2006 al 2012 emettendo fatture per €. 723.014,44 e con la Lumen per €. 69.450,82 oltre iva.

SICILIA SERVICE s.r.l. si occupa di noleggio attrezzature per ufficio e materiale informatico. Dopo diversi passaggi di quote tra soci dal 2011 è di Natale Lo Presti.La società ha emesso fatture per oltre 852 mila euro all’Aram dal 2007 al 2012.

Secondo i magistrati Sicilia Service s.r.l. e Na.Pi. Service s.r.l. sono riconducibili a Lo Presti Natale ed hanno operato solo per Aram e Lumen. Sarebbero state impiegate per consentire, attraverso le sovrafatturazioni o le prestazioni fittizie la distrazione delle risorse pubbliche gestite dai due Enti

ANCOL- Nasce nel 2006, ha come oggetto sociale: “attività nel campo culturale, sociale assistenziale, sanitario, educativo, dell’orientamento e della formazione professionale”. Il legale rappresentante è Melino Capone.

Nella struttura hanno avuto un ruolo: Capone Natale, fratello di Carmelo, direttore amministrativo, Pagano Loredana, moglie di Capone Natale, direttore generale, Capone Giovanna, cugina dei Capone, responsabile amministrativa; D’Urso Daniela, Direttore di sede, Impallomeni Carmelo, cugino dei Capone responsabile amministrativo.

PIANETA VERDE- associazione senza fini di lucro, tra i soci fondatori figurano: Natale Capone, Giovanna Capone, Loredana Pagano. L’associazione aveva come scopo sociale: Promuovere iniziative culturali e sportive tendenti a favorire una migliore conoscenza del territorio e dei problemi ad essi connessi; Effettuare studi e ricerche per concrete proposte in ordine ai servizi, alle attività culturali, scolastiche, sanitarie, sportive, ricreative, ecc.; Organizzare convegni, seminari, tavole rotonde, tornei, spettacoli, viaggi e ogni altra manifestazione per una maggiore diffusione e conoscenza della problematica sociale. Presidente è stato nominato Natale Capone.

Nonostante fosse una onlus negli ultimi 6 anni l’associazione ha svolto attività commerciale con l’Ancol, e talora anche con l’U.P.L.A. – CLAAI.

“Gli accertamenti- si legge nell’ordinanza- hanno permesso di appurare l’esistenza di una serie di episodi distrattivi, realizzata mediante un sistema di sovrafatturazione: in sostanza, allo scopo di appropriarsi del denaro pubblico destinato alla gestione dei corsi, gli indagati in molti casi hanno acquistato beni o servizi, apparentemente destinati allo svolgimento dei corsi, rivolgendosi ad aziende dagli stessi direttamente o indirettamente controllate, a prezzi ampiamente superiori a quelli realmente praticati o praticabili sul mercato. In altri casi hanno adoperato lo schema di una tipica triangolazione: hanno acquisito il bene a prezzo di mercato per il tramite di un’azienda dagli stessi controllata, quindi hanno rivenduto o noleggiato il bene all’ente di formazione maggiorandone notevolmente il prezzo. In altri casi, infine, sono state rappresentate prestazioni totalmente fittizie”.

I magistrati hanno ribadito come abbia contribuito al sistema l’assoluta inadeguatezza dei controlli regionali, nonché, in alcuni casi, le complicità di chi ha consentito agli Enti di conoscere in anticipo i controlli. La verifica dei costi inoltre, effettuata a spesa avvenuta, si basa su pezze d’appoggio che restano all’Ente. “Meccanismo che consente agli indagati di intralciare le indagini occultando la documentazione e, forse, modificandola ad arte. Circostanza che apre a diversi possibili scenari, tutti per lo più illeciti. È, infatti, possibile che la revisione sia stata effettuata in maniera quanto meno approssimativa, così come è possibile che i documenti impiegati per la revisione siano stati poi sostituiti o contraffatti”.

Rosaria Brancato