Ultima tendenza? Disperdere le proprie ceneri nello Stretto di Messina

Una richiesta quantomai curiosa quella arrivata da una ditta di servizi funerari di Genova e che, ad un anno dall’entrata in vigore della legge che consente la dispersione e la conservazione domestica delle ceneri dei defunti, propone che i nostri resti e quelli dei nostri cari vengano dispersi nello Stretto di Messina. In tema di “morti”, infatti, un sondaggio rivela come le abitudini degli italiani sul modo di affrontare il lungo viaggio verso l’adilà siano decisamente cambiate: oltre il 54% degli utenti ha infatti rivelato di voler raggiungere il paradiso non più “via terra” ma “via fuoco” ovvero tramite cremazione. Necessario poi fare un’ulteriore divisione tra coloro che alla conservazione domestica dell’urna cineraria preferiscono invece essere dispersi altrove e, a sorpresa, il luogo più richiesto è proprio il mare: il braccio di acqua salata che divide Scilla e Cariddi viene considerato poi come la cornice perfetta. E per chi avrà un po’ di pazienza, potrà rendere ancor più caratteristico il “rito funebre” attraverso il lancio della sacra urna dalla mastondontico Ponte sullo Stretto. Alla faccia di chi dice che il Ponte non servirà a nulla. Nel frattempo, l’argomento lo richiede, facciamo gli scongiuri e, rimanendo in tema di grandi opere, tocchiamo ferro.