Stu Tirone, l’Autority: violate le norme sulla concorrenza

Disco rosso dell'Autorita' di Vigilanza sui contratti pubblici per la Stu Tirone. Con la nota del 12 maggio scorso, l'Autority ha chiuso l'ispezione iniziata nel marzo 2012 con l'esposto dell'ingegnere Pietro Luigi Pettinato. Il professionista lamentava, per conto dell'Inarsind Messina, la sigla degli Ingegneri Architetti Liberi Professionisti, alcune anomalìe nella convenzione tra Comune e Stu Tirone. Anomalìe contro le quali ora punta il dito anche l'Autority, che ne segnala tre in particolare. Il parere dell'organismo, redatto dall'ingegnere Filippo Romano, é vincolante soltanto in parte e comunque non prima di aver dato tempo alle parti di replicare.

L'ingegnere Francesco Cavallaro della Stu ha già chiesto audizione, alla quale ha chiesto di assistere l'avvocato Marcello Parrinello. Il presidente del cda della Stu non ha peró chiesto di essere ascoltato a sua volta né presenterà contro deduzioni. Secondo l'Autority, la Stu "aggira" le procedure di evidenza pubblica, gare e ricorso al libero mercato, per lo svolgimento di diversi servizi, dalla progettazione esecutiva all'attività di esproprio, il bando di gara del 2002 non conterrebbe indicazioni, se non generiche, su importo dei lavori e requisiti. L'organismo di vigilanza segnala che la società mista pubblico-privato rientra nell'ambito di applicazione della normativa in tema di appalti pubblici. Sì perció alla gara "a doppio oggetto", così come ha fatto Palazzo Zanca. Ma una società mista, precisa l'autority, non ha come peculiarità l'assenza di una procedura di gara, "quanto il controllo del socio pubblico sull'affidatario (..) esercitato dall'interno attraverso la partecipazione societaria".

La società mista puó derogare alle norme sugli appalti pubblici. Anche così, peró, il socio privato va scelto con procedure di evidenza pubblica, e deve trattarsi di un soggetto che "ha i requisiti di qualificazione previsti dal Codice in relazione alla prestazione per cui la società è stata costituita", infine la societá deve provvedere per almeno il 70% dell'importo necessario alla realizzazione dell'opera. Secondo l'Autority, né il bando né i verbali di gara danno conto dei requisiti, Comune e Stu si sono limitati ad affermare genericamente che potrebbero ricorrere al mercato, per il 30% al massimo, "non chiarendo effettivamente quale sia la quota parte delle prestazioni cui la società provveda in via diretta, elemento peraltro non indifferente visto l'elevato valore dell'intervento".

Insomma, l'Autority chiede maggiore chiarezza per evitare il rischio di affidamento monopolistico o privilegiato. "In tal senso i servizi di ingegneria e la realizzazione di lavoro pubblico affidato alla Stu senza la garanzia dell'osservanza degli artt. 32 e 90 del d. Lgs. 163\2006 costituiscono una modalità di affidamento anomala rispetto alle regole concorrenziali del mercato degli appalti pubblici".

Alessandra Serio