Svincolo di Giostra, dopo un anno è tutto fermo

In altre città, l’apertura di uno svincolo fa notizia per poco tempo. A Messina, il 31 luglio 2017 è una data storica. E dire che è stata aperta solo una delle quattro rampe (sei se consideriamo anche le due da e verso Annunziata) dello svincolo di Giostra. Ma è di sicuro la più importante, l’uscita attesa da vent’anni, che permette di bypassare il traffico del centro città e ritrovarsi in zona nord. Anzi, a causa dei lavori sul viadotto Ritiro, il tratto di tangenziale tra Boccetta e Giostra, specie in periodo estivo, si fa spesso in coda, ma è comunque un vantaggio rispetto a prima. Ce ne si è accorti, in senso inverso, quando di recente lo svincolo di Giostra (la parte in entrata, quella aperta cinque anni fa) è stato chiuso per qualche giorno e la zona centronord è andata in tilt.

L’USCITA PER CHI VIENE DA VILLAFRANCA

Ma, a quasi ventun anni dalla posa della prima pietra, lo svincolo di Giostra non è ancora completo. Manca, anzitutto, l’ultima uscita, quella per chi proviene da Villafranca. E basterebbe poco, serve circa un mese di lavori, hanno più volte assicurato dal Cas, ma in quest’ultimo anno non si è mai mosso nulla in tal senso.

Qualche settimana fa l’avvio delle opere sembrava imminente, poi, complici anche le dimissioni del direttore generale Leonardo Santoro, un nuovo stop. Ora il direttore generale facente funzioni, Salvatore Minaldi, deve nominare un nuovo responsabile unico del procedimento, poi si potrà dare il via ai lavori.

LE RAMPE DI COLLEGAMENTO CON LA GALLERIA SAN JACHIDDU

E se per quest’uscita ci sarà da aspettare ancora, ma almeno sembra esserci la soluzione, non altrettanto per le due rampe che collegano lo svincolo di Giostra direttamente alla galleria San Jachiddu. Permetterebbero di risparmiare altro tempo nel tragitto tra il centro città e l’Annunziata ma in molti sembrano essersene dimenticati. A differenza della parte restante dello svincolo, non sono transitate dal Comune al Cas e sono sempre rimaste di competenza di Palazzo Zanca. E perché il Comune non le apre? Il dirigente alla mobilità, Mario Pizzino, ha assicurato che i due viadotti sono collaudati ma ha ricordato che servono lavori per connetterli alla galleria, oltre alla segnaletica e alla manutenzione di alcuni impianti tecnici. Impianti che, secondo l’ex assessore ai lavori pubblici, Sergio De Cola, avevano subito danni quantificati in circa 250mila euro, fondi che il Comune non era riuscito a trovare. L’intenzione era quella di trasferire anche questa parte al Cas ma lo scorso 8 giugno, ad appena due giorni dalle elezioni, l’ex direttore Santoro aveva inviato una nota al vetriolo al Comune, dicendo che questo passaggio era impossibile, in seguito a “formale divieto sancito dal direttore generale del Dipartimento delleInfrastrutture del relativo Ministero, che ha dichiarato illegittime le consegne di opere incomplete”. Una nota che aveva stupito De Cola perché “era stato lo stesso Ministero – diceva l’ex assessore lo scorso 8 giugno – a invitare il Comune a consegnare gli svincoli al Cas”.

Quindi il Comune voleva consegnare i due viadotti al Cas per fare gli ultimi lavori per aprirli al traffico, anche perché era più facile per il Consorzio trovare i soldi necessari, magari nell’ambito dell’appalto del viadotto Ritiro. Ma il Cas, per bocca dell’ex direttore Santoro, diceva che era impossibile e che doveva essere il Comune a trovare i fondi, completare i lavori e aprire. Tra i due litiganti, il terzo (cioè il cittadino messinese) in questo caso non gode affatto, anzi è quello che più ne paga le conseguenze. Come sempre, del resto.

Una patata bollente in mano al nuovo sindaco Cateno De Luca e al suo vice Salvatore Mondello, che è anche assessore ai lavori pubblici e alle infrastrutture e i trasporti.