Il Comitato Rinascita Messina e il consigliere Cantello “premono” per il dissesto

Il Comitato per la Rinascita di Messina vuole il dissesto del Comune di Messina e dice no al fondo della legge 174 perché “si tratta di un prestito che i cittadini dovranno pagare sulle loro spalle e non risolverà la situazione finanziaria dell’Ente. Per questo – sostengono i rappresentanti del Comitato – abbiamo scritto una lettera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, alla Corte dei conti, al Prefetto di Messina, al Commissario straordinario del Comune e alla Procura perché riteniamo ingiusto continuare ad illudere i cittadini presentando un piano di risanamento non attuabile e che non fa che rimandare il dissesto”.

“E’ chiaro – scrive Giuseppe Floridia, responsabile del comitato di cittadini – che anche se Messina ottenesse i 72 milioni di euro accedendo al fondo “Salva Comuni”, questi non riuscirebbero a coprire il debito esistente e a farci uscire dallo stato di default, contrariamente a quanto affermano alcune forze politiche ma, fatto molto più importante, dette somme dovranno essere restituite entro tempi stabiliti con gli interessi che dovranno essere pagati dai cittadini. Noi siamo favorevoli al crack del Comune perché le procedure in questo caso consentiranno di accedere a fondi per risanare l’intero bilancio, con tempi di ammortamento lunghi e con conseguenti benefici della popolazione”.

“E’ evidente – prosegue Floridia – che si vuole solo procrastinare il default determinando semplicemente un’agonia inutile che porterà comunque al dissesto, data la grave situazione economica che emerge dalle dichiarazioni contrastanti dei responsabili di settore del Comune. Ci chiediamo: A chi giova questo ritardo? Probabilmente agli stessi amministratori che rischiano la poltrona visto quanto disposto da recenti leggi. Difatti, se saranno individuati come responsabili della debacle finanziaria non potranno ricandidarsi per i prossimi anni. Noi crediamo che il fatto che chi ha causato questo stato di cose non possa rappresentare più gli elettori sia un bene per la città”.

“Chiediamo quindi alle autorità a cui ci siamo rivolti nella nostra lettera – conclude Floridia – di intervenire ciascuno, per la propria competenza, per essere aiutati ad uscire da questo stato di “limbo” che porterà solo danni e sacrifici inutili, tenuto conto dell’incapacità tecnico amministrativa che i nostri rappresentanti politici hanno dimostrato negli ultimi decenni. E’ chiaro che solo un intervento esterno da parte di esperti scevri da condizionamenti politici può creare i presupposti per risanare il bilancio comunale, perché finalmente i residenti possano vivere in una città che rispecchi gli standard minimi di vivibilità di una società civile. Nei prossimi giorni inizieremo una raccolta firme per chiedere il dissesto e ci siamo rivolti al consigliere comunale Ivano Cantello che, unico rappresentante nel Consiglio, sta tentando di portare avanti questa stessa nostra richiesta in mezzo a mille difficoltà”.

Ed è pienamente sulla stessa linea il consigliere Ivano Cantello: “Nessuno spiega ai cittadini quali saranno le conseguenze di questo prestito che graverà sugli stessi residenti che dovranno restituirlo con gli interessi. Il buco delle casse comunali è inoltre, molto maggiore del prestito che ci verrà dato e delle eventuali somme che potranno essere recuperate da tasse e tributi, quindi non si riuscirà a risolvere la situazione”.

“Si deve dire chiaramente – prosegue Cantello – che un eventuale dissesto non solo non causerà problemi occupazionali maggiori di quelli che si creeranno per risanare il bilancio con l’attuale piano di rientro del Comune, ma con l’avvio delle procedure di default arriveranno risorse economiche per coprire tutti i debiti del Comune e saranno a fondo perduto”.

“Non devo come altri difendere a tutti i costi una poltrona. E’ questo il motivo per il quale molti in questi giorni stanno mistificando la realtà facendo apparire possibile un risanamento del Comune. Nei prossimi giorni presenterò una delibera per chiedere il dissesto. Non voglio essere complice di chi ha amministrato male le risorse economiche della città e ora vuole apparire come salvatore della patria solo per timore di essere indicato come responsabile del default e quindi di non potersi ricandidare”.