A mezzogiorno si chiude il sondaggio: chi è stato il personaggio dell’anno a Messina?

L’anno che sta per chiudersi ognuno di noi lo ricorderà per un evento, una persona, un sogno realizzato, per qualsiasi cosa. E la città? Messina per cosa ricorderà il 2011? Anzi, per chi? Da quest’anno Tempostretto.it, prendendo umile spunto dalla prestigiosa rivista americana Time, ha deciso di far scegliere a voi lettori il “personaggio dell’anno”. Noi vi proponiamo quattro nomination, quattro nomi che, nel bene e nel male, sono stati protagonisti, secondo la redazione, del 2011 che ci sta per salutare. A voi la possibilità di scegliere fra loro: Antonio Catalioto, l’avvocato “anti-doppio incarico”, Guido Lo Forte, capo della Procura di Messina, Lello Manfredi, organizzatore di eventi e presidente dell’Acr Messina, Gaetano Sciacca, ingegnere capo del Genio Civile e, per pochi mesi, commissario del Consorzio autostrade. Potrete scegliere fino alle 12 di oggi attraverso il box sondaggi sulla nostra homepage oppure tramite il sondaggio sulle nostre pagine di Facebook (QUI), inviandoci e-mail a info@tempostretto.it e postando commenti a questo articolo. A voi la parola, lettori di Tempostretto.it.

Queste le “nomination” nel dettaglio:

ANTONIO CATALIOTO – Il 51enne avvocato di San Salvatore di Fitalia è sbarcato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali con una nuova etichetta: quella di “paladino anti-doppio incarico”. Il che, nei tempi della grande avversione alla casta, rappresenta certamente una bella medaglia. Sotto i suoi colpi sono caduti uno dopo l’altro tutti gli amministratori siciliani che rivestivano al tempo stesso la carica di parlamentare regionale o nazionale, l’ultimo in ordine di tempo il sindaco di Catania Stancanelli, che ha dovuto lasciare il Senato. Dai singoli tribunali fino alla Corte Costituzionale, Catalioto ha avuto sempre ragione su un punto: il doppio incarico è illegittimo. Sono caduti tutti, tranne uno: il sindaco-deputato di Messina Peppino Buzzanca. Che resiste anche all’Ars, dove dopo un primo successo in commissione verifica poteri, Catalioto ha dovuto assistere alla frenata di pochi giorni fa, col rinvio a gennaio (e momenti di tensione con l’inviperito legale messinese). Ma se per tutto il 2011 (e gran parte del 2010) ha tenuto banco la vicenda del doppio incarico, il nome da ricordare è proprio quello di Antonio Catalioto.

GUIDO LO FORTE – E’ stato un anno particolarmente intenso per la Procura di cui è capo Guido Lo Forte, al vertice anche della direzione distrettuale antimafia. Un anno che si è aperto col botto quando a gennaio è stata ufficializzata la collaborazione con lo Stato del boss dei mazzarroti Carmelo Bisognano: di lì a qualche mese, grazie anche alle dichiarazioni dell’altro pentito eccellente Santo Gullo, sarebbero state condotte le operazioni Gotha, Pozzo II e Gotha II, che avrebbero inferto duri colpi ai vertici della mafia barcellonese. Ma il 2011 della Procura guidata da Lo Forte sarà ricordato, tra l’altro, anche per il maxi sequestro da 450 milioni alle famiglie Bonaffini-Chiofalo, per l’operazione Gramigna (droga, estorsioni e corse clandestine di cavalli lungo l’asse Giostra-Camaro-Campania), per i sequestri di beni a Rosario Pio Cattafi e Francesco Scirocco, per i primi indagati nell’inchiesta sull’alluvione del 1. ottobre 2009. Lo Forte, dunque, come simbolo di una Procura che, in sinergia con le forze dell’ordine, ha avuto un anno particolarmente “vivo”.

LELLO MANFREDI – Il 2011 si è aperto con la sua “firma”: il Capodanno in piazza che ha fatto ballare e divertire migliaia di messinesi la notte di San Silvestro di un anno fa (e potrebbe chiudersi nello stesso modo). Organizzatore della serata che ha portato a piazza Duomo, tra gli altri, Anna Tatangelo, proprio Lello Manfredi. Protagonista di un 2011 in chiaro scuro ma comunque sotto i riflettori. I riflettori sempre graditi della Notte della Cultura, di cui è stato direttore artistico e organizzatore insieme a Giovanna Famà, quelli che non si sono mai accesi per il concerto di Vasco Rossi, clamorosamente saltato a giugno a causa del crollo di una porzione di muro dello stadio San Filippo. Già, lo stadio. Fino a quel momento per Manfredi era un’ottima location per concerti. Qualche settimana dopo sarebbe diventata la sua seconda casa, croce e delizia. Manfredi, infatti, è l’one man show della missione impossibile condotta in estate e che ha portato al “salvataggio” in extremis di un Acr Messina che sembrava destinato alla scomparsa. Manfredi è diventato l’eroe del popolo giallorosso, osannato a piazza Duomo alla presentazione della squadra (contro i fischi a Buzzanca), applaudito allo stadio di fronte alle prime vittorie. Poi anche le prime sconfitte, le prime critiche, i primi esoneri. Questo è il calcio, questo è il business. Con Manfredi, nel bene e nel male, sempre in prima linea.

GAETANO SCIACCA – Se Catalioto è stato definito il paladino anti-doppio incarico, Sciacca è considerato da molti il paladino anti-cemento. Vera o no questa definizione, da più di un anno a questa parte l’ingegnere capo del Genio Civile, a volte anche forzando le maglie dei poteri a propria disposizione, ha deciso di metterci la faccia e di esprimersi in prima persona contro quelli che lui ha più volte denunciato come scempi edilizi, in una città che ha superato il limite della sopportazione. Una delle battaglie più lunghe e controverse, quella condotta sul torrente Trapani, terminata, per il momento, con il sequestro dell’area di cantiere delle palazzine della Residenza da parte della Procura, quasi ad avvalorare la tesi dello stesso Sciacca per cui lassù, comunque, non si può costruire. Il 2011 è stato anche l’anno in cui il Genio Civile ha portato a compimento gran parte dei cantieri aperti a Giampilieri e nelle altre aree colpite dall’alluvione del 2009. Ed è stato l’anno in cui, per qualche mese, Sciacca ha vestito anche gli inediti panni del commissario del Cas. Mesi che non sono passati inosservati. Ad esempio, per i lavori sulla Messina-Palermo che hanno costretto i messinesi a code interminabili nei primi week-end dell’estate (ma il risultato finale pare ottimo). Ma soprattutto per lo scontro (uno dei tanti) col sindaco Buzzanca sulla famosa interazione tra il viadotto Ritiro e il costruendo svincolo di Giostra. Se chiedete al sindaco perché lo svincolo non è ancora stato inaugurato, lui risponderà: colpa di Sciacca, che ci ha fatto ritardare. Ma l’ingegnere capo del Genio Civile glisserà: la tenuta del viadotto andava e va controllata. Chi ha ragione? Non ci interessa. In ogni caso, il 2011 di Gaetano Sciacca non passerà inosservato.