Se si votasse oggi in Sicilia per le Elezioni Politiche nazionali, il Movimento 5 Stelle conquisterebbe il 37% dei consensi, superando ampiamente il Partito Democratico, attestato nell’Isola al 20%. Forza Italia otterrebbe il 17%, Alternativa Popolare con i Centristi l’8,5%, Fratelli d’Italia il 6%. Sotto il 4% le altre liste. È la fotografia sul peso dei partiti, scattata in Sicilia dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.
Netto appare il vantaggio del M5S, primo partito nell’Isola: nel voto per la Camera dei Deputati, il Movimento di Grillo, guidato in Sicilia da Giancarlo Cancelleri, ottiene una percentuale di circa 7 punti superiore rispetto all’attuale media nazionale rilevata da Demòpolis.
Rispetto al successo delle Europee si ridimensiona il Partito Democratico, che appare penalizzato dalle vicende nazionali degli ultimi mesi: con il 20% si attesta comunque al di sopra del risultato ottenuto alle Politiche del 2013.
Minore rispetto al passato, con il 17%, appare in Sicilia il peso del partito di Berlusconi che – come emerge dal trend dell’Istituto Demopolis – sembra comunque beneficiare dell’effetto “Referendum”, guadagnando 3 punti negli ultimi 6 mesi. Resta ampiamente sopra la media nazionale l’area centrista di Alfano con l’8,5%; cresce ulteriormente la formazione di Giorgia Meloni.
Sono numerosi i partiti sotto il 4% (tra cui MDP, la Lega, Sinistra Italiana), destinati ad avere un ruolo in Sicilia soprattutto nella competizione per il Senato per il quale si voterebbe oggi con un proporzionale puro su base regionale e con soglie di coalizione.
Il quadro delle intenzioni di voto si modifica sostanzialmente alle Amministrative e nelle elezioni per il rinnovo dell’Ars. “Diverse, con variazioni significative per ciascun partito – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – risulterebbero oggi le scelte di voto dei siciliani per le Elezioni Regionali, in programma il prossimo 5 novembre, nelle quali da sempre, in Sicilia, cresce il peso delle liste a forte caratterizzazione regionale”.
Si pensi, ad esempio, a Riparte Sicilia di Crocetta, al movimento Diventerà Bellissima di Musumeci, a Cantiere Popolare di Romano, ad Idea Sicilia di Lagalla, ai socialisti, agli autonomisti e agli indipendentisti, a Sicilia Futura di Cardinale e D’Agostino, ecc.
“Non va neanche dimenticata – aggiunge Pietro Vento – l’estrema mobilità del voto dei siciliani che, nelle ultime tornate elettorali, hanno manifestato un grado di “infedeltà” ai partiti decisamente superiore a quello registrato a livello nazionale, cambiando spesso idea da un’elezione all’altra. È uno scenario in costante evoluzione, condizionato da un alto tasso di astensione: più di 4 elettori siciliani su 10 – conclude il direttore di Demopolis – non si recherebbero oggi alle urne per il rinnovo di Camera e Senato”.
L’indagine è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 9 all’11 aprile 2017, su un campione stratificato di 1.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Sicilia.