Primarie Pd, Saitta e Frazzica: “Manca la dialettica interna al partito”

Il 2012 politico si è chiuso con le primarie del Pd, che a Messina hanno dato spunto a una serie di riflessioni, sia sul metodo che sugli esiti. A farle sono stati uno dei candidati, Antonio Saitta, ed il componente della direzione provinciale Giovanni Frazzica. L’esito delle primarie in riva allo Stretto non ha portato nessuna sorpresa, Francantonio Genovese ha stravinto con quasi 20 mila voti.

I numeri variano di poco, infatti alle elezioni regionali Franco Rinaldi ha preso più o meno le stesse preferenze. Quel che fa riflettere sono i voti registrati da Maria Tindara Gullo alle primarie, 11.365, il doppio di Liliana Modica, in prima linea in politica da decenni anche come amministratore, ma anche il doppio, per fare un esempio, ottenuti alle regionali d’ottobre da Filippo Panarello, e più di quelli presi dal deputato Giuseppe Laccoto. La doppia preferenza, peraltro, non era neanche obbligatoria. La verità è che questi numeri equivalgono alla “potenza di fuoco” dell’apparato del partito ed è su questo tema che intervengono Saitta e Frazzica anche per capire quale senso possa avere procedere con le primarie per la carica di sindaco, percorso che sembra ormai sul nastro di partenza.

Sull’esito delle primarie Genovese ha ribadito l’unità della squadra, quanto al prossimo step per le amministrative, ha dichiarato che “potrebbe essere probabile”. Nei giorni scorsi il senatore Gianpiero D’Alia ha messo in guardia il Pd “ Non c’è nessuna alleanza preconfezionata alle amministrative”, ma Genovese non se ne preoccupa: “D’Alia è un amico, l’Udc per ora è in campagna elettorale per le Politiche, ne parliamo dopo le elezioni”, lasciando intendere che in questo momento il senatore è “obbligato”, causa coalizione con Monti, a prendere le distanze, per riavvicinarsi al momento opportuno.

Ma il Pd sembra orientato a continuare la strada delle primarie anche per il candidato per la poltrona di Palazzo Zanca. C’è da chiedersi, visti gli esiti delle primarie chi vorrà fare la “vittima sacrificale” di turno sotto il fuoco di questo carro armato. Sia pure da due punti di vista differenti Saitta e Frazzica accendono i riflettori sulla necessità di una dialettica interna al Partito.

“Abbiamo registrato un nettissimo secondo posto dopo il “sistema Genovese”- scrive Saitta- L’unica rappresentanza possibile dei cittadini che immaginano un PD che non abbia bisogno del collateralismo di enti di formazione, patronati e apparati clientelari passa dalla valorizzazione delle 4.000 preferenze ottenute”.

L’ex vicesindaco della giunta Genovese sottolinea come, con 4 mila preferenze in qualsiasi altra provincia dello stivale si sarebbe conquistata la vetta della classifica, ma a Messina non fa notizia “solo per un’anomala condizione del Partito nel quale gli spazi alternativi al sistema dominante devono essere conquistati con forte spirito di sacrificio. I risultati straordinari di Milazzo, di numerosi comuni dei Nebrodi, della fascia jonica e tirrenica, sono una testimonianza della possibilità di rendere maggioritaria un’idea politica fatta soltanto di passione e impegno disinteressati”.

A porre l’accento sull’efficacia del metodo primarie è il componente della direzione provinciale del Pd Giovanni Frazzica, secondo il quale è sbagliato considerarle come “una manna dal cielo”, dal momento che sono ancora uno strumento perfettibile.

“Nella nostra provincia ha giocato un grande ruolo l’apparato organizzativo- scrive Frazzica- saldamente controllato dai parlamentari Rinaldi e Genovese. L’alto numero di circoli e tesserati che fanno capo ai due onorevoli, così come il fatto che Bersani, da loro sostenuto, sia stato ipervotato, delineano uno sbilanciamento degli equilibri interni al partito che non consente una fisiologica dialettica tra le componenti. Un partito come il Pd che si avvia a diventare una forza di governo non può avere a Messina una situazione anomala e sbilanciata”.

Frazzica sottolinea l’importanza di avviare un percorso di normalizzazione all’interno del partito, partendo da una “risagomatura” delle posizioni.

Utilizza l’ironia il Comitato pendolari dello Stretto, con poche righe di comunicato: “Alla luce dell'ennesimo brioso risultato conseguito da Genovese nelle primarie del Pd, gli chiediamo di sapere cosa ha fatto per la città ,per la Sicilia e per l'Italia.
Siamo certi della sua risposta, visti i precedenti di Report e dell'inchiesta agostana di Panorama”.

La vera sorpresa invece viene da Sel, dove una messinese Sofia Martino, neo coordinatore del circolo Sel “Matteo Cucinotta”, con 1831 preferenze raggiunge la cima della lista per la Camera nel collegio Sicilia Orientale, piazzandosi al secondo posto. Sofia Martino, pronipote di Gaetano Martino, e pronipote di un partigiano comunista, è la perfetta sintesi della nuova generazione: insegnante precaria, madre separata di tre figli, ha deciso di tornare a scommettersi nella sua terra natale. Da tre anni è tesserata Sel, e ha accettato di scendere in campo per le primarie. La prima sfida l’ha vinta, raggiungendo la vetta della lista.

Rosaria Brancato