Ato idrico, nuova assemblea andata deserta: perché sprecare tutto così?

Nuova assemblea dell’Ato idrico andata a vuoto questa mattina. Quaranta i sindaci presenti, a dispetto dei quarantatre necessari per raggiungere il numero legale. L’ennesima occasione persa per rilanciare l’attività della società d’ambito, ormai bloccata da mesi. Il presidente Nanni Ricevuto, ufficialmente fuori sede anche se ha successivamente presieduto la giunta,ha delegato l’assessore provinciale, Michele Bisignano a “dirigere” la seduta. Quest’ultimo ha riferito ai presenti che sono stati bloccati i 65milioni e 137mila euro destinati dal Cipe al nostro territorio per dieci interventi su impianti di depurazione nel Messinese. A determinarla la mancata firma dell’accordo quadro di programma, i cui dettagli sono nuovamente da definire dopo l’abbandono dalla giunta regionale dell’assessore Marino e lo spostamento del funzionario Emanuele. Mentre da Palermo vengono inviati contributi a pioggia ad alcuni comuni, non tenendo conto delle priorità individuate dal territorio.

Nei prossimi giorni verrà riconvocata l’assemblea e da Bisignano è arrivato un appello ad una funzionale partecipazione: «Sarebbe meglio organizzare un incontro aperto per ragionale insieme su quello che è stato fatto e quello che si deve ancora fare – ha affermato -. Altrimenti non ha senso». Diverse le motivazioni che hanno fatto nuovamente tornare “l’incubo” della seduta deserta: alcuni preferiscono non assumersi responsabilità, i sindaci dei comuni piccoli (sotto i mille abitanti) sono già “sintonizzati” su una gestione in proprio, mentre i nuovi probabilmente sono ancora influenzati dall’esperienza negativa degli Ato rifiuti. A proposito degli ultimi eletti, oggi è stato dato il benvenuto dallo stesso Bisignano agli eletti nell’ultima tornata elettorale.

Serve, quindi, questo è evidente, una nuova accelerata. Sarebbe un peccato perdere tutto il lavoro fatto in questi anni. La bozza di statuto della società in house pronta a gestire il servizio rimane nei cassetti: senza coesione non si potrà andare avanti, a partire dall’approvazione del consuntivo 2011 in cima all’ordine del giorno ormai da tempo.