C’era una volta la Galleria Vittorio Emanuele…

Come visto, il regolamento Cosap scalda gli animi di amministrazione e associazioni di categoria, che sempre più considerano palazzo Zanca una cattedrale nel deserto. Stavolta, dunque, non sono le chiacchiere, bensì i fatti che stanno a zero. Rimanendo in zona storica, e precisamente all’interno della Galleria Vittorio Emanuele, spazio che al termine della ristrutturazione (costata al Comune 800 mila euro, più altri finanziamenti) sarebbe dovuto diventare il fiore all’occhiello della città, basta dare una veloce occhiata per rimanere desolati e sconsolati. Le pareti, sia interne che esterne, sono state nuovamente iper-imbrattate di scritte e numeri, il pavimento ha perso il colore brillante che dava luminosità all’ambiente, la sporcizia è presente in ogni angolo, le botteghe sfitte ed abbandonate alimentano la sensazione di degrado.

Ma se l’occhio non dovesse bastare, anche il naso, anzi l’olfatto, ha da lavorare. Nel portico che affaccia sull’entrata laterale di via Oratorio della Pace, c’è chi ha ben pensato di fissare la propria dimora notturna, con tanto di angolo cottura e servizi igienici annessi: «Viene a dormire ogni notte – raccontare Claudio Cafarelli, proprietario di uno dei tre esercizi pubblici sopravvissuti (tre su otto) – e va via la mattina. Durante le ore di permanenza quella è casa sua, a tutti gli effetti». Poco male, viene da pensare. Se, infatti, questa è la considerazione e l’attenzione riservata ad uno degli angoli potenzialmente più “chic” della città, meglio allora che rappresenti un punto di ricovero per senza tetto che altrimenti rischiano di morire sotto la pioggia (considerando anche la mancanza di “vere” case di accoglienza). Una sorta di maledizione regna sulla Galleria, anzi sull’intera piazza Antonello: la condizione dei portici “di Vittorio Emanuele” ricorda perfettamente quella in cui, fino a qualche anno fa, versava palazzo Mariani, ex-palazzo delle Poste, oggi sede della segreterie universitarie. L’acquisto dello spazio da parte dell’Ateneo, nonostante i ritardi, ne ha scongiurato l’abbandono. Stessa sorte che si spera possa toccare alla Galleria, cominciando magari a tutelarne l’interno con la chiusura dei cancelli. Sempre che qualcuno ricordi dove siano le chiavi. (ELENA DE PASQUALE)

(FOTO STURIALE)